La torre crollò il 7 maggio 2013 dopo l'urto con il Jolly Nero, causando la morte di 9 persone. Le accuse sono a vario titolo di omicidio colposo, disastro e omissione impropria. Prosciolti il membro del Consiglio superiore dei lavori pubblici Giuseppe Parise, il progettista Bruno Ballerini, il collaudatore Giorgio Mozzo. Nell'atto di accusa, il pm definì la posizione un "caso unico al mondo" perché la pericolosità risultava "immediatamente percepibile"
Dodici persone tra cui l’ex comandante delle Capitanerie di porto italiane, Felicio Angrisano, progettisti e collaudatori della Torre Piloti di Genova, crollata il 7 maggio 2013 per aver subito l’urto della nave cargo Jolly Nero causando la morte di 9 persone, sono state rinviati a giudizio a vario titolo per omicidio colposo, disastro e omissione impropria.
Lo ha deciso il giudice per l’udienza preliminare Maria Teresa Rubini che ha prosciolto il membro del Consiglio superiore dei lavori pubblici Giuseppe Parise, il progettista Bruno Ballerini, il collaudatore Giorgio Mozzo. Secondo l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Walter Cotugno, che continuò l’indagine dopo la denuncia di Adele Chiello, madre di Giuseppe Tusa, uno dei militari morti in seguito al crollo, la Torre Piloti venne “costruita a cavallo della banchina senza tener conto delle azioni non ordinarie incidenti sulla struttura come l’urto di navi in manovra nello spazio acqueo antistante al manufatto in assenza di qualsiasi protezione”.
Le persone rinviate a giudizio, oltre ad Angrisano, sono il commissario e i dirigenti tecnici del Consorzio autonomo del porto di Genova (Bruno Capocaccia, Angelo Spaggiari, Paolo Grimaldi, Edoardo Praino) che avevano redatto il progetto precontrattuale per la costruzione; Ugo Tomasicchio e Mario Como, presidente e membro della sezione del Consiglio superiore dei lavori pubblici che espressero parere favorevole al progetto; l’ufficiale Paolo Tallone della Capitaneria di Porto, Gianni Lettich e Sergio Morini della corporazione Piloti e Gregorio Gavarone e Roberto Matzedda della Rimorchiatori riuniti. Le due società coinvolte sono la corporazione piloti e la Rimorchiatori riuniti. Il processo inizierà il 13 settembre.
“Questa decisione contro un pezzo importante dello Stato e del porto più importante di Italia – è il commento di Alessandra Guarini, Massimiliano Gabrielli e Cesare Bulgheroni, legali di Adele Chiello – dimostra che a Genova c’è un giudice, una procura forte e si farà un processo non al porto ma ai responsabili di 9 morti e 4 feriti, a prescindere da interessi economici e poteri forti“. Nel filone principale d’indagine, quello legato all’impatto tra il cargo Jolly Nero della compagnia Messina e la torre, sono stati condannati in primo grado il comandante Roberto Paoloni a 10 anni e 4 mesi di carcere, il primo ufficiale Lorenzo Repetto a 8 anni e 6 mesi, il direttore di macchina Franco Giammoro a 7 anni e il pilota Antonio Anfossi a 4 anni e 2 mesi. E nelle motivazioni della condanna, la giudice Silvia Carpanini ha sottolineato anche che “non può non tenersi in considerazione che forse altre responsabilità potrebbero individuarsi a carico di chi ha permesso” la costruzione di quel gigante che controllava il porto “in una posizione così esposta, senza che venisse adottata alcuna cautela”.