Durante la riunione al Pirellone a un certo punto ti dico solo che è entrato uno con uno spazzolone in mano, Salvini gli ha chiesto: “Per caso lei è Conte, il nuovo premier?” E quello gli ha risposto: “Veramente sono uno delle pulizie, stavo pulendo il ventesimo piano e se mi dite quando uscite pulisco anche il vostro ufficio”.
A Giorgetti gli è venuta un’idea. “Ma lei che studi ha fatto?” “Io ho la terza media”. “Allora ci fa un favore? Ci può scrivere lei il contratto che noi non ci capiamo una mazza?”
Questo fantomatico contratto, siamo seri, non è mica facile completarlo: devi arrivare a una sintesi tra visioni diverse e tra promesse elettorali e Realpolitik. E posso testimoniare che questa sintesi si sta formando. “Sussidio alle famiglie” è diventato “un pasto caldo non si rifiuta a nessuno”, “sgravi alle imprese” è diventato “se sei ricco puoi comunque evadere come prima”, e “stop immigrazione” è diventato “le gnocche e i bravi a calcio li teniamo”.
E poi la madre di tutte le sintesi. Si faranno insieme sia il reddito di cittadinanza che la flat tax: si chiamerà reddito tax. Il lunedì lo stato ti dà dei soldi (reddito), il martedì te li toglie (tax).