I soldi dell’evasione fiscale nelle attività della ‘ndrangheta. È il quadro dell’indagine che ha portato all’arresto di otto persone, accusate di associazione per delinquere finalizzata a reati tributari aggravati dall’agevolazione mafiosa. Parte del profitto dell’evasione, in tutto 8 milioni e 600mila euro, sarebbe arrivato anche ad Alvaro Natale, presunto boss al vertice della ‘ndrina di Sinopoli San Procopio, in provincia di Reggio Calabria. Tra gli arrestati, sei in carcere e due ai domiciliari, c’è anche Bruno Crea, il cognato di Alvaro Vitale, già condannato per associazione mafiosa.

Secondo le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto della Dda di Milano Alessandra Dolci e condotta dalla Guardia di Finanza di Milano, i soldi ottenuti attraverso un sistema di false fatture venivano investiti tra la Romania e Milano. Nell’operazione è stato sequestrato anche un bar di via Pirelli, vicino al Pirellone, nel capoluogo lombardo. Ma non solo. Perché tra i piani degli arrestati c’era anche d’inserirsi nello smaltimento illecito dei rifiuti a Lazzate, un piccole comune della provincia di Monza e Brianza.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

MANI PULITE 25 ANNI DOPO

di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ Acquista
Articolo Precedente

Aemilia, i collaboratori di giustizia dopo il raid punitivo al pentito Signifredi: “Ci sentiamo minacciati”

next
Articolo Successivo

“‘Ndrangheta e riciclaggio in Canton Ticino? Così fan tutti”. Un fiduciario si confessa alla Tv svizzera

next