A ricorrere all'autorità guidata da Antonello Soro un giornalista del gruppo licenziato che ha ottenuto l'accoglimento parziale del suo ricorso in cui contesta l'illeceità dell'operato dell'azienda
Il provvedimento riguarda il caso di un singolo, ma è indubbio che il Garante della privacy abbia fissato dei paletti inviolabili nella trattazione dei dati personali dei dipendenti e stigmatizza l’accesso nell’account di posta elettronica. A ricorrere all’autorità guidata da Antonello Soro un giornalista del gruppo del Sole 24 Ore licenziato che ha ottenuto l’accoglimento parziale del suo ricorso in cui contesta l’illeceità dell’operato dell’azienda. E così il Garante, il 18 aprile scorso, ha ordinato all’azienda di “astenersi con effetto immediato dall’effettuare ogni ulteriore trattamento dei dati contenuti nelle comunicazioni di posta elettronica…” e rigettato la richiesta di accesso ai dati personali del ricorrente contenuti nelle comunicazioni. Quindi è stato deciso che l’azienda paghi 300 dei 500 euro di spese.
“Il Sole24Ore prende atto della decisione del Garante Privacy sulla liceità dell’accesso nelle mail aziendali da parte dell’azienda, riferita al ricorso di un collega sanzionato con la massima misura del licenziamento disciplinare. Il Garante ha ritenuto illegittimo il trattamento dei dati personali fatto dall’azienda al fine di istruire il procedimento disciplinare e procedere alla contestazione – si legge in una nota del Cdr di Radiocor Plus -. In particolare emerge la violazione della disciplina in materia di Privacy e, soprattutto, dell’accordo sindacale 13 giugno 2016 che espressamente prevede che ‘gli eventuali controlli e verifiche citati nella policy aziendale non potranno avere ad oggetto i documenti, i dati e il contenuto del materiale utilizzato dai giornalistì in considerazione della ‘natura specifica dell’attività giornalistica e della relativa normativa a tutela della salvaguardia della segretezza delle fonti“.
“Riteniamo – continua il comunicato – che seppure tale provvedimento promani da un ricorso individuale riguardi in modo stringente tutto il corpo redazionale del Sole 24 Ore, oltre a essere un principio generale per tutti i giornalisti italiani, sia dove stigmatizza il comportamento dell’azienda sia dove ribadisce la piena efficacia dell’accordo sindacale a tutela del lavoro giornalistico”. “Alla luce di tale pronuncia il Cdr vigilerà – con il sostegno della Fnsi nazionale, dell’Associazione Lombarda dei giornalisti e di Stampa Romana – affinché Il Sole 24 Ore si adegui alle prescrizioni del Garante Privacy, rinnovi con i suoi giornalisti il proprio impegno a rispettare gli accordi sindacali e chiarisca il punto sull’uso personale della mail aziendale”.