Silvio Berlusconi è ufficialmente candidabile alle elezioni. O, meglio, il nuovo status non rischia di essere messo in discussione da un eventuale ricorso contro la decisione del tribunale. La Procura generale di Milano, infatti, ha deciso di non opporsi alla riabilitazione concessa all’ex Cavaliere dal Tribunale di Sorveglianza (provvedimento già esecutivo). Il procuratore generale Roberto Alfonso e il sostituto pg Maria Saracino, nel decidere di non opporsi alla riabilitazione e restituendo il fascicolo al Tribunale di Sorveglianza, hanno valutato che la decisione non presenta vizi di legittimità, perché la stessa Cassazione dice che i carichi pendenti, come i procedimenti sul caso Ruby ter, non sono di ostacolo alla valutazione di buona condotta. L’ex premier, dunque, aveva diritto ad avere la riabilitazione e i requisiti c’erano.
Se la Procura Generale si fosse opposta alla riabilitazione di Silvio Berlusconi, sarebbe stato necessario fissare un’udienza davanti agli stessi giudici del Tribunale di Sorveglianza che venerdì scorso avevano accolto l’istanza dell’ex Cavaliere. Dopo l’udienza, se la Procura Generale avesse portato elementi nuovi, gli stessi giudici avrebbero dovuto decidere se inviare o meno gli atti in Cassazione. A questo punto, dato che da parte del procuratore generale Roberto Alfonso non c’è stata opposizione, il 27 maggio la riabilitazione di Berlusconi diventerà definitiva.
Una buona notizia per il leader di Forza Italia, che però arriva in una giornata contraddistinta da due provvedimenti di certo non positivi per l’ex premier. La procura di Roma, infatti, l’ha rinviato a giudizio per corruzione nell’ambito di un filone dell’inchiesta Ruby Ter. Alla sbarra con lui anche il cantante napoletano Mariano Apicella, che sarà processato per corruzione e falsa testimonianza. Il procedimento romano è lo stralcio di una indagine condotta dalla Procura di Milano e poi “spacchettato” il 29 aprile del 2016 dal gup Laura Marchiondelli che ha inviato gli atti per competenza territoriale, oltre che a Roma, anche a Pescara, Treviso, Monza, Siena e Torino. Proprio dal capoluogo piemontese è arrivata la seconda brutta notizia per l’ex Cavaliere: i pm hanno chiesto il rinvio a giudizio per lui e per l’ex modella Roberta Bonasia. In questo caso, l’ex premier è accusato di corruzione in atti giudiziari, mentre l’ex infermiera di Nichelino (poi diventata modella e soubrette, coinvolta anche lei nello scandalo delle cene a luci rosse di Arcore) è accusata di calunnia, falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari.
Tornando alla riabilitazione, va ricordato che il leader di Forza Italia aveva presentato l’istanza a marzo, trascorsi tre anni dall’espiazione della pena per frode fiscale scontata in seguito alla condanna definitiva a 4 anni (di cui 3 coperti da indulto) nel processo sui diritti tv Mediaset. La decisione del Tribunale fa scattare l’estinzione anticipata dell’incandidabilità. Alla base della concessione della riabilitazione, ci sono innanzitutto le relazioni delle Questure di Milano e Roma e dei carabinieri di Monza sul “requisito della buona condotta” del leader di Forza Italia dopo l’espiazione della pena per il caso Mediaset. Documenti che “attestano un comportamento totalmente privo di segnalazioni rilevanti in termini negativi“. Per i giudici le altre “pendenze” penali poi non sono “di per sé ostacolo“.