di Alexis Bonazzi
Quando stamattina ho ricevuto la mail da Wake Up Italia nella quale mi si chiedeva di scrivere sull’argomento della transfobia in occasione della Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia sono rimasta di stucco. Che tema complesso: da dove iniziare? Google, of course.
La pagina di Wikipedia Italia sull’argomento è alquanto desolante: “Questa voce sull’argomento Lgbt è solo un abbozzo”. Thank you. La stessa pagina in lingua inglese invece contiene centinaia di contenuti, riferimenti e una chiara definizione del termine: “Transfobia è un insieme di comportamenti, emozioni e azioni negative nei confronti di persone transgender e transessuale, o rispetto all’idea intera di transessualità. Questa viene espressa in diversi modi, che vanno dal disagio e dal disgusto fino alla rabbia e alla violenza verso chi mette in discussione le norme del sistema binario e non si conforma con ciò che la società si aspetta”.
Nella miriade di “informazioni” inesistenti e confuse dei vari siti italiani, emerge l’importante dato Istat, riferito all’anno 2011, che vede l’80,3% dei cittadini italiani tra i 18 e 74 anni ritenere che le persone transessuali siano “molto o abbastanza” discriminate. Dato confortante direste voi. E allora come mai anche io non mi sento a mio agio a camminare per le strade del paese dove sono nata e cresciuta?
Questo fenomeno in Italia si presenta con diverse sfaccettature e moltissime persone non si rendono neanche conto di essere transfobiche: non bisogna per forza appartenere a gang di violenti invasati per esserlo, bastano la risatina con gli amici, lo scherno spacciato per umorismo, il disagio della gente vicino a noi sui mezzi pubblici. Sono tutte facce di questo stesso male.
Paura o angoscia di cosa? Da dove nasce? Perché una donna o un uomo dovrebbero aver paura o essere angosciati dal mio essere? In che modo una donna si può sentire minacciata da me? Dalla mia borsa firmata, maybe? Poi io non ho un utero. Quindi com’è possibile che io possa pensare di essere donna? Senz’altro voglio derubare le vere donne delle loro battaglie. Tipico argomento di molte catto-femministe, come se l’essere donna girasse solamente intorno al ruolo di procreatrice.
E gli uomini? Da che cosa sono intimiditi o impauriti? Sicuramente vedere un uomo che volontariamente decide di rinunciare alla propria mascolinità e al suo privilegio è destabilizzante per molti che evidentemente non vogliono capire che essere uomo o donna va molto più in profondità dei nostri genitali. È una questione d’identità e appartenenza. Avere un pene non rende automaticamente uomini, ma il solo pensiero li spaventa e per chi non è abituato, pensare è sconsigliato (Guccini mon amour).
Uomini ipocriti, poi. Basta guardare online e sulle tangenziali nostrane per capire che il maschio italico ha sentimenti contrastanti riguardanti le donne trans (mentre i trans FtM sono lasciati leggermente in disparte, in quanto l’argomento non è pruriginoso abbastanza). Guai a dirlo ad alta voce però, eh! Non sia mai che si venga additati come dei “fr**i”.
La transfobia e l’omofobia vanno spesso a braccetto e vanno combattute alla radice, prima di tutto in casa da parte dei genitori che devono ascoltare i propri figli e capirne il disagio. Importante anche il ruolo delle associazioni Lgbtq+ che spesso devono intervenire per prevenire abusi (in ambito scolastico ed extra scolastico) lavorando a fianco delle famiglie. La scuola poi – istituzione fondamentale nella formazione delle future generazioni, ma anche cardine nell’educazione professionale del corpo docente – dovrebbe spiegare nella maniera più imparziale e senza retorica politica chi siano transgender e transessuali. Questo dovrebbe avvenire senza pregiudizi (né riflettori da talk show) e confrontandosi con alunni che potrebbero identificarvisi, supportandoli nel caso in cui la famiglia sia di poco aiuto o addirittura contraria.
La società italiana sta cambiando e l’apparato politico legislativo deve prenderne atto. È compito della società civile dimostrare di avere a cuore la vita di centinaia di migliaia di individui, più vicini a noi di quanto si possa credere. Non esistono molte ricerche a riguardo in Italia, ma stiamo assistendo ovunque nel mondo a un’impennata di casi di transgenderismo con un numero incredibile di bambini tra essi (+1,978% in Uk dal 1997 al 2009, +2,016% dal 2016 al 2017; fonte Gender identity development services Nhs).
Sono tutte persone che potreste conoscere; il figlio dei vostri amici magari. Quando questi bambini verranno a dirvi che non vogliono diventare degli uomini muscolosi ma delle belle principesse, o viceversa, come agirete? Li rinnegherete in nome di chissà quale Dio o dottrina? O li abbraccerete e li supporterete senza tradire la loro fiducia?