Un inferno durato almeno un paio d’anni con un fiume di messaggi, dichiarazioni d’amore con tanto di proposte di matrimonio e una chiesa prenotata con nomi fasulli. Ma anche pedinamenti sotto casa, appostamenti negli appuntamenti pubblici e nei convegni elettorali. Un incubo raccontato in aula a Busto Arsizio, davanti al giudice Valeria Recaneschi, dall’europarlamentare di Forza Italia, Lara Comi che ha denunciato di essere stata vittima di numerosi episodi di stalking. Un incubo da cui ancora non è uscita. Sul banco degli imputati è seduto Giovanni Bernardini ex candidato sindaco a Jesolo. Il suo presunto stalker. I messaggi erano iniziati nel 2015, ma in quel momento la situazione non sembrava essere preoccupante. La situazione è cambiata dal gennaio del 2017. “Ai primi di gennaio – racconta Comi – Bernardini mandò un primo messaggio sul mio cellulare.  er la mia attività politica ero andata a Jesolo per un convegno e incontrai anche il signor Bernardini. Non aveva il mio numero, ma mi è stato riferito che lo aveva avuto da colleghi di partito”. “Mentre ero in tv – ha aggiunto l’esponente politica – mi diceva che mi stava guardando, mi seguiva, più volte me lo sono trovato fuori casa, ho cambiato casa, ho tolto il secondo cellulare.  Sono arrivata al punto di non dire più pubblicamente dove andassi per la paura di vederlo. Mi scriveva che voleva fare l’amore con me, che avrebbe voluto fare dei figli con me. Era andato anche a prenotare la chiesa per il matrimonio con un nome falso”.

La Comi era diventata per lui una vera e propria ossessione, la musa ispiratrice, l’oggetto bramato. Un’attrazione morbosa. «È stato ideato – ha insistito – anche un profilo Facebook fasullo dove comparivano numerose dichiarazioni d’amore estreme. A Saronno a gennaio Bernardini era andato dal fiorista che gli aveva dato il mio indirizzo. La prima volta con i fiori si era presentato Bernardini, la seconda volta il fiorista su disposizione del Bernardini. Al telefono gli ho detto di smetterla, ma le telefonate sono proseguite. Complessivamente ho sporto 22 denunce”. “Ho ansia, timore, ho la sensazione forte che lui possa venire a Bruxelles. Non poter dire ai miei simpatizzanti dove vado, cosa faccio è lesivo della mia libertà, limitante del mio lavoro. Cambiare il mio cellulare di lavoro mi ha creato un grosso problema. Era un numero che avevo dalla terza media. Sono sempre stata a Saronno ma ho dovuto cambiare casa. Dove abito non c’è neppure indicazione sul citofono del mio nome. Non sono tranquilla per niente. Il giorno dell’arresto a Lecco stavo giocando una partita contro la violenza alle donne. Mi sarebbe piaciuto ricevere delle scuse”.

I  messaggi d’amore ossessivo non si sono mai fermati: “Una volta mi ha scritto che gli bastava guardarmi negli occhi per apprezzare l’infinito. Mi scrisse sei bellissima stella, ti sto seguendo”. Nel mirino della Procura di Busto Arsizio sono finiti due episodi, quello del 4 giugno 2017 in occasione di un convegno elettorale a Legnano quando la Comi e il Bernardini si ritrovarono faccia a faccia, separati da pochi metri di distanza. Rimase li a fissare la Comi e fu poi identificato dalla Digos. Il 22 settembre, pur sottoposto a un divieto di avvicinamento, si presentò al campo sportivo di Lecco dove si stava svolgendo la partita benefica contro la violenza alle donne. In quella circostanza l’uomo fu arrestato. Si torna in aula il 28 giugno.

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