“Governo Salvini-Di Maio? Guardando ai numeri, credo che la trazione sarà grillina, perché il M5s ha, più o meno, il doppio dei voti della Lega. Bisogna anche vedere di quale Lega si parla”. Sono le parole del giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, nel corso di Otto e Mezzo (La7). E spiega: “E’ necessario capire se Salvini fa parte di questo governo con convinzione, avendo reciso il cordone ombelicale con Berlusconi, oppure se è lì con questo convitato di pietra che si chiama Silvio Berlusconi e quindi, non appena c’è la mal parata, Salvini fa cadere tutto. Ricordiamo, però, che la Lega ha meno numeri del M5S, ma è enormemente più smaliziata dei 5 Stelle, dal punto di vista governativo. Quindi” – continua – “credo che sarà una sfida tra i numeri del M5s e la maggiore esperienza della Lega. In più, a un certo punto può anche esserci una sorta di gara a chi fa cadere prima il governo o a chi dà la colpa all’altro. Sarà, insomma, un governo, ma anche una perenne campagna elettorale”. E aggiunge: “Tra le mille difficoltà che hanno Lega e M5s, c’è quella di trovare un punto di unione tra le smisurate promesse e la realtà dei fatti. Riguardo all’anti-europeismo, credo che questa sia una difficoltà maggiormente riscontrabile nella Lega che non nel M5s. Quando Salvini, rivolgendosi al Financial Times, ha detto “meglio barboni che servi”, parlava innanzitutto al suo elettorato, come a dire “adesso andiamo noi e non vi tradirò”. Se poi ci riuscirà, sarà tutto da vedere”. Riguardo all’immigrazione e alla posizione del leader del Carroccio, Scanzi osserva: “Credo che concretamente Salvini si renderà conto dell’enorme distanza tra promesse e realtà. Sia lui, sia Di Maio come punto di contatto si attesteranno alle posizioni e alle metodologie di Minniti. Credo che non ci sarà un grande cambiamento di passo. Sarebbe, peraltro, l’unica maniera per tenere unite due forze come Lega e M5s, che sull’immigrazione sono più distanti di quello che sembrano”