Alzi la mano chi non afferma di amare il mare. Tutti decantiamo quell’amore eppure dovremmo vergognarcene, perché noi italiani (come da stereotipo) ai fatti ci dimostriamo amanti subdoli. Dagli orrori ambientali alla mancata consapevolezza di quanto il mare potrebbe dare al nostro Paese, perfino alla letteratura. “Dall’Eneide in poi quasi nessuno ha scritto sul mare”, mi ha confermato Simone Perotti, vincitore della sezione narrativa del Premio Costa Smeralda – un concorso letterario (e non solo) dedicato interamente all’universo marino a cui ho avuto l’onore di dar vita in qualità di direttrice artistica – con il libro Rais (Frassinelli) “Nonostante siamo il pontile dell’Europa nel Mediterraneo e il Paese con la più grande tradizione nautica al mondo”.

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Nei giorni scorsi in Sardegna c’erano tutti o quasi i rappresentanti della “community del mare” e soprattutto tutte. Tra le altre, Donatella Bianchi – presidente del Wwf Italia e conduttrice di Linea Blu – e Rosalba Giugni – presidente di Marevivo – con l’annuncio (poco ripreso dai media) che saranno proprio loro a rappresentare l’Italia in questi giorni al G7 Ambiente nel Québec: “Le donne, avendo più forte l’istinto di conservazione della specie, si battono per ottenere politiche ambiziose e lavorano duramente per coinvolgere tutti gli stakeholder a trovare soluzioni concrete”. Questa la premessa che ha spinto la ministra Catherine McKenna a ospitare a Ottawa questa conferenza che anticipa il vertice del G7 che si svolgerà l’8 e il 9 giugno sempre in Canada.

Niente di strano data l’autorevolezza e intelligenza delle due signore e niente da rivendicare. Il fatto è, comunque, che per avere una rappresentanza al femminile ai massimi livelli, anche nel mondo dell’ambientalismo (e anche dai governi di centrosinistra), c’è voluto un altro esecutivo (quello canadese) che lo ha esplicitamente richiesto.

Il mare sarebbe, anzi è, risorsa essenziale alla nostra sopravvivenza. Non quale deposito di rifiuti. Non per il pescato industriale, oramai ben oltre il limite della sostenibilità. Ma anzitutto quale arma essenziale di difesa ai cambiamenti climatici, fonte di ossigeno e riequilibrio come ha ben spiegato in Oceani (Hoepli) Sandro Carniel – ricercatore del Cnr e vincitore della sezione saggistica del premio. E anche per il suo potenziale energetico, tutto da esplorare.

C’è ad esempio un progetto, Iswec di Wave4Energy e Politecnico di Torrino (premiato in Costa Smeralda per la sezione Innovazione blu), che già coinvolge Pantelleria e potrebbe portare energia elettrica alle famiglie italiane sfruttando quella creata dal moto ondoso, con ingombri di installazione minimi rispetto ad analoghi progetti passati.

La nostra ignoranza, incuranza e inconsapevolezza del mare è davvero strana, colpevole eloquenza di un Paese che ha perso identità e mordente, salvo esibire i muscoli verso i più deboli: i migranti che tentano di attraversarlo, quel mare. Esibiamoli verso qualcun’altro stavolta; neanche verso Donald Trump, i governi, le multinazionali e gli altri grandi colpevoli ma verso il singolo che osa scaricare cicche, plastiche e sacchetti di immondizia. Perché quel mare non è suo, è Nostrum e il vero oro è quello blu.

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