Scrofe immobilizzate in minuscole celle, maialini appena nati che muoiono schiacciati, galline che quasi soffocano stipate nelle gabbie. Siamo in aperta campagna, tra Lodi e Cremona, eppure questi animali non conoscono la luce del giorno. Le femmine sono macchine per produrre, i maschi devono diventare cibo nel più breve tempo possibile. Il mensile Fq Millennium, diretto da Peter Gomez, per il numero attualmente in edicola ha trascorso una notte con gli attivisti di Essere Animali, l’associazione più attiva nelle denunce mediatiche e social sulle pessime pratiche degli allevamenti, anche se consentite dalla legge.

Il reportage di Ersilio Mattioni, corredato dalle foto di Francesco Pistilli, vincitore quest’anno del premio WordPress Photo e impegnato da tempo in un progetto sugli allevamenti intensivi, racconta in presa diretta i  blitz notturni degli attivisti di Essere animali (leggi il loro blog su ilfattoquoitidiano.it), organizzati per documentare le terribili condizioni di vita degli animali destinati a produrre il nostro cibo. Ecco qualche esempio. Una lunghissima schiera di scrofe gravide, ognuna in una gabbia lunga meno di due metri e larga sessanta centimetri. Anche volendo, non si potrebbero muovere. Nella sala parto, le scrofe hanno appena sfornato i cuccioli, ma in ogni cella c’è almeno un maialino morto, schiacciato dal peso della madre, che si gira a fatica e riesce a compiere pochi movimenti maldestri. Qualche metro in più basterebbe per evitare la strage, ma nell’allevamento intensivo lo spazio è denaro.

Tappa successiva, un capannone è di mille metri quadrati, interamente occupato da gabbie di polli distribuite su tre piani. La puzza è insopportabile. Nessuno pulisce un allevamento intensivo di galline ovaiole. È antieconomico. Questi esseri viventi trascorrono l’esistenza in mezzo ai loro escrementi, che cadono a terra e rimangono lì per un anno e mezzo, quando gli animali non sono più produttivi e vengono uccisi. Poi qualcuno si occupa di dare una ramazzata, prima che arrivi il nuovo carico. I pulcini malformati o caduti a terra vengono scartati e tritati vivi.

Il reportage è anche un’occasione per raccontare da vicino i militanti animalisti che dedicano la loro esistenza a una causa che spesso fa discutere. «Fra noi c’è di tutto, giovani e anziani, cattolici e laici, persone che vengono dalla sinistra radicale come dalla borghesia. È impossibile descrivere il nostro target, ma nell’ultimo periodo una buona fetta è occupata da donne sulla cinquantina», racconta uno di loro. E non mancano le sorprese. Le immagini di Silvio Berlusconi con l’agnellino in braccio, lette dai più come l’ennesima trovata propagandista, sono state accolte in modo molto serio dal movimento, che ci ha letto una svolta nell’impegno animalista a destra.

Ogni anno in Italia si macellano circa 30 milioni di galline ovaiole e 520 milioni di polli; 11 milioni di maiali; 2,5 milioni di bovini. Su un totale di 600 milioni di animali che diventano cibo, solo l’1 per cento è allevato in modo biologico.

Il reportage completo su FqMillenniuM di maggio, attualmente in edicola

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