Il focolaio in corso nello Stato centrafricano fino a questa momento era stato circoscritto ad aree rurali e isolate. Nel 2014-2016 era stata proprio la diffusione nelle aree urbane a causare la morte di oltre 11.300 persone in Guinea, Liberia e Sierra Leone
Il virus Ebola è arrivato nei centri urbani del Congo, evocando secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità scenari “esplosivi” se non addirittura “preoccupanti”. Il focolaio in corso nella Repubblica Democratica del Congo, che fino a questa momento era stato circoscritto ad aree rurali e isolate, ha raggiunto giovedì Mbandaka, città di 1,2 milioni di abitanti sulla strada per la capitale Kinshasa, dove le autorità sanitarie locali hanno confermato un nuova vittima. Il totale dei casi, fra sicuri e sospetti, è salito a 45, ma gli esperti dell’Oms hanno detto che “non si tratta di un’emergenza internazionale”.
L’epidemia era stata annunciata la scorsa settimana a Biroko, nel nordovest del Paese, dove venerdì è stata confermata una nuova vittima. Ma è il caso di “Ebola urbano”, il primo in una città mai registrato nelle nove epidemie susseguitesi dal 1976 nello Stato centrafricano, a preoccupare: tra il 2014 e il 2016 era stata proprio la diffusione nei centri urbani a causare la morte di oltre 11.300 persone in Guinea, Liberia e Sierra Leone.
L’evoluzione, spiega Peter Salama, inviato dell’Oms, potrebbe portare ad un “aumento esplosivo” dei casi. “Questo è uno sviluppo importante del focolaio – ha detto Salama alla Bbc – ora abbiamo un Ebola urbano, che è molto diverso da quello rurale. Ora c’è il potenziale per un aumento esplosivo dei casi”. Il caso a Mbandaka è “uno sviluppo preoccupante” secondo il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreseyus: “Ma ora abbiamo gli strumenti migliori di sempre per combattere Ebola – ha scritto su Twitter – l’Oms sta dispiegando più esperti. Insieme ai partner stiamo prendendo iniziative decisive per fermare il focolaio“.
Il capo del Comitato di esperti dell’Oms, Robert Steffen, ha comunque specificato che l’epidemia non è “un’emergenza internazionale di salute pubblica”. Steffen ha poi lodato la rapida risposta del governo del Congo, ma ha anche messo in guardia sulla recente diffusione dell’epidemia in una grande città: “Ci sono forti ragioni per ritenere che questa situazione possa essere messa sotto controllo”, ha spiegato Steffen.