L’ex spia russa Sergey Skripal, avvelenata con un agente nervino nel Regno Unito in un caso che ha innescato una crisi diplomatica con Mosca, è stata dimesso dall’ospedale di Salisbury, dove era ricoverato dallo scorso 4 marzo. Le sue condizioni, che sembravano inizialmente irrimediabili, sono migliorate a sorpresa nelle scorse settimane: “È un’ottima notizia che Sergey Skripal stia così bene da poter lasciare l’ospedale”, ha dichiarato la direttrice della struttura Cara Charles-Barks, precisando che l’uomo, come la figlia Yulia – già dimessa da qualche tempo – avrà comunque ancora bisogno di cure.
Skripal è un ex colonnello dell’intelligence militare di Mosca che negli anni ’90 si era venduto ai britannici. Scoperto in patria, condannato nel 2006 e infine graziato nel 2010 dal presidente russo, era stato lasciato emigrare nel Regno Unito dopo uno scambio di spie con l’occidente. Secondo le indagini condotte da Londra, che ha accusato direttamente la Russia per l’episodio, Skripal sarebbe stato intossicato con un agente nervino Novichok di ‘scuola sovietica’. L’Opac ha confermato l’utilizzo di un gas nervino e ha specificato che si tratta di una sostanza “non compatibile con quelle prodotte nei Paesi occidentali”, ma la Russia ha sempre smentito ogni coinvolgimento.
Dopo l’attacco del 4 marzo, nel quale era rimasto contaminato anche il poliziotto locale Nick Bailey, a sua volta già dimesso, è scoppiata una crisi internazionale, con l’espulsione di oltre 100 diplomatici russi tra Europa, Canada e Stati Uniti. Un’iniziativa a cui aveva partecipato anche l’Italia “perché vincolati dalla solidarietà atlantica, non perché noi avessimo delle lamentele su ostilità in Italia, che non ci sono state e non credo ci saranno”, ha spiegato all’Ansa l’ambasciatore italiano a Mosca, Pasquale Terracciano. “Smarcandoci da questa iniziativa avremmo potuto guadagnare ulteriori spazi in Russia, ma non l’abbiamo fatto perché c’è stata una valutazione, legittima, sulla priorità di politica estera. Per questo parlo di un mancato avanzamento ma non di un arretramento”, ha detto ancora Terracciano.