Di Alyssa Jagan tutti conoscono le mani: curatissime e con delle lunghe unghie smaltate. I suoi 880 mila follower ogni giorno le vedono creare delle magie, impastare colori, modellare arcobaleni e galassie fra le sue mani. Alyssa ha sedici anni ed ha costruito un impero sulle slime, le paste infinitamente modellabili che sono diventate la nuova ossessione della rete, fra trend di Instagram e tutorial su youtube.
Che a ben guardare, poi, altro non sono che quelle palle gelatinose con cui ogni bambino cresciuto negli anni ’90 ha giocato almeno una volta (vedi alla voce Skifidol). Solo molto, molto più glamour, fatte in casa, sofficissime al tatto e belle da vedere (al contrario degli Skifidol). Insomma, a prova di Instagram: colorate, glitterate, ultrasoffici, metalizzate, effetto pop corn o trasparenti. Otto milioni di post su Instagram solo alla voce #slime, senza contare #slimetutorial e compagnia bella. Tormentone contemporaneo che ha già creato una schiera di guru del web: dopo fashion blogger, vlogger, make up artist e influencer di varia sorta, ecco l’esercito delle slimers, che promettono di insegnarti a fare uno slime degno di questo nome con tre ingredienti e cinque minuti. Alyssa, la sedicenne canadese, è probabilmente la regina delle slimers: un canale da 880mila follower e un libro sullo slime-fai-da-te tradotto in dieci lingue, italiano compreso. E non è la sola: @sparklygoo è specializzata nelle versioni trasparenti, 94mila follower e un libro (The Zen of Slime), disponibile su Amazon.
L’imperativo morale è farlo in casa: l’ingrediente principale è la colla (tantissima colla) e il borotalco, variante casalinga della borace, comporto chimico usato nei detersivi. I tutorial consigliano qualche trucchetto per renderle più lisce e vaporose, con l’aggiunta di crema per le mani o shampoo per bambini. E poi colorante, pigmenti, glitter, stelline, tutto ciò che la fantasia suggerisce. Ma a cosa serve lo slime, a parte ricevere cuori su Instagram? In teoria, è un antistress, un po’ come il fidget spinner, sparito dalla circolazione dopo una sola stagione di gloria. Un gioco per bambini piace molto agli adulti, lo slime. In tempi di nervosismo digitale, in cui passiamo più tempo a spostare icone che oggetti, sentiamo il bisogno di mettere le mani – letteralmente – in pasta. Soprattutto se è morbidissima e quindi dà soddisfazione ai nostri polpastrelli abituati allo schermo liscio dei touch screen. Da vedere e da toccare: la sensazione che si prova a guardare la consistenza, la golosità, i colori. Che evocano le caramelle, la pasta fatta in casa, i giochi per bambini. Mesmerizing, direbbero gli inglesi, ipnotizzante. E’ l’effetto ASMR (Automatic Sensorial Mediate Response), acronimo difficile per indicare quella piacevole sensazione che proviamo ascoltando un rumore rilassante o guardando qualcosa di ordinato, come una fila di barattoli disposti per colore. Internet lo sa e la sfrutta per tenerci incollati allo schermo: quanto tempo passate a guardare i video su Instagram?
Il fenomeno slime è tanto popolare da risollevare le aziende di colla in crisi, come la francese Cléopatre, che ha avuto una nuova vita grazie alla sua consistenza vischiosa amata dalle slimers. Attenzione, però: fare in casa questa pasta collosa può essere pericoloso per il mix di sostanze chimiche, soprattutto per i bambini. Internet è corso ai ripari sperimentando le versioni atossiche, senza colla e senza borace più strane. Biologica (con la gomma di guar) commestibile (caramelle gommose a amido di mais) odontoiatrica (a base di dentifricio) ecologica (a base d’acqua). Innocue, ma sempre bizzarre: bicolor, cangianti, fluorescenti, effetto galassia. Il non plus ultra? Lo slime unicorno, così su Instagram prendete due piccioni con un solo post.