La giuria della Croisette ha premiato entrambi i film italiani concorrenti. E Roberto Benigni ha consegnato il riconoscimento al protagonista del film di Garrone: "Ringrazio Matteo che ha avuto il coraggio e la follia di volermi con sé". La regista di Lazzaro Felice ha ringraziato “questa incredibile giuria e questa incredibile presidentessa (Cate Blanchett) per aver preso sul serio questa sceneggiatura così bislacca". Premio principale al bellissimo Un affare di famiglia di Hirokazu Kore-eda
Miglior attore Marcello Fonte per Dogman di Matteo Garrone, miglior sceneggiatura ad Alice Rohrwacher per Lazzaro felice. E poi Palma d’oro giapponese e riconoscimenti a tanto mondo che combatte, soffre, conosciuto o totalmente ignoto. Questo il verdetto decretato da Cate Blanchett e i membri della giuria del lei presieduta che appunto hanno premiato entrambi i film italiani concorrenti. E’ stato proprio Roberto Benigni, presente a Cannes ad accompagnare Nicoletta Braschi per il film di Rohrwacher a consegnare il premio come miglior attore a Marcello Fonte: un momento di grandi emozioni ed entusiasmi, trascinato dal Roberto nazionale e raccolto da “Marcellino”, classe 1978, e tanto auspicabile futuro davanti. Ricevendo il premio, Marcello ha commosso tutti con questo ricordo: “Da piccolo quando ero a casa mia e pioveva sopra le lamiere, chiudevo gli occhi e mi sembrava di sentire gli applausi e ora li riapro e li applausi siete voi e sembra il calore di una famiglia, mi sento a casa e a mio agio con voi. La mia famiglia siete voi, ogni granello della sabbia di Cannes. E ringrazio Matteo che ha avuto il coraggio e la follia di volermi con sé”. Da parte sua Alice Rohrwacher ha ringraziato “questa incredibile giuria e questa incredibile presidentessa per aver preso sul serio questa sceneggiatura così bislacca, fatta delle parole che ho scritto, l’avete presa sul serio come i bambini prendono sul serio i giochi”. Il suo riconoscimento è andato ex aequo con la sceneggiatura dell’assente Jafar Panahi per il suo 3 Faces: a ritirarlo infatti era la figlia visibilmente commossa.
Ma la Palma d’oro è andata ben lontano, fino in Giappone. A vincerla il bellissimo Un affare di famiglia di Hirokazu Kore-eda, il racconto di una famiglia disfunzionale di Tokyo che vive rubando e sotto nasconde un segreto disarmante, indice che non tutti i legami più forti sono di sangue. Attraverso questo ritratto il cineasta ha messo in evidenza quanto anche il Giappone stia soffrendo di una povertà che fino a qualche anno fa sembrava imprevedibile. “Grazie di questo premio, credo nel cinema che sa far trovare in accordo anche Paesi che di solito si scontrano”. Grandi emozioni per il Gran Prix du Jury attribuito a Spike Lee per il suo esplosivo Blackkklansman “siamo tutti in pericolo gente” ha esclamato l’esplosivo Spike mentre le emozioni si sono fatte tenere quando la libanese Nadine Labaki è salita sul palco accompagnata dal piccolo non attore protagonista Zain Al Rafeea per ricere il Prix du Jury per il suo Capharnaum: “Credo nessuno di noi può girare la testa di fronte alle immense sofferenze di una certa parte di mondo. Io credo profondamente nel potere del cinema ma non ho soluzioni, vorrei riflettessimo insieme, trovassimo insieme una soluzione, lo dedico a tutti i miei attori che mi hanno donato tutto e mi hanno raccolto in loro la sofferenza del mondo”.
E fra le parti del mondo che non se la passano bene c’è ad esempio la Polonia del talentuoso Pawel Pawlikowski che ha ricevuto meritatamente il premio per la miglior regia: il suo Cold War era uno dei migliori titoli concorrenti. Lo stesso vale per la Russia di Putin ove è ambientato Ayka del kazako Sergey DVORTSEVOY, per il suo film ha vinto come migliore attrice la kirghisa Smala Yeslyamova. Una Palma d’oro speciale, infine, è stata creata per omaggiare il maestro Jean-Luc Godard che concorreva col suo Le livre du image: “Jean-Luc non ha mai smesso di sfidare il linguaggio del cinema e per questo non gli saremo mai abbastanza grati” ha dichiarato Cate Blanchett.