Per il rientro in Italia sarà necessario rifare i documenti che i familiari le hanno sottratto al momento della segregazione in Pakistan, dove la 19enne residente a Verona è stata portata con l'inganno e costretta ad abortire
Farah è al sicuro e dovrebbe far ritorno in Italia nei prossimi giorni. La 19enne pakistana residente a Verona, portata con l’inganno dalla famiglia in patria e costretta ad abortire, si trova nella residenza dell’ambasciatore italiano a Islamabad. Lo ha annunciato sabato la Farnesina citando il ministro degli Esteri Angelino Alfano: “Ora lavoriamo per farla partire per l’Italia lunedì o martedì”, si legge sul profilo Twitter del ministero, dove è stata postata anche una foto della ragazza con alle spalle la bandiera italiana e quella europea.
Min.#Alfano: “#Farah è in Residenza dell’#Ambasciatore a #Islamabad. Ora lavoriamo per farla partire per l’#Italia lunedí o martedí” pic.twitter.com/UnVGAY611z
— Farnesina ?? (@ItalyMFA) 19 maggio 2018
Venerdì, grazie ad un’operazione condotta dalla polizia pakistana, la ragazza era stata liberata da chi la stava trattenendo. “Dopo quella di ieri, anche oggi è un’altra giornata di sollievo per noi”, ha detto l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Verona, Stefano Bertacco. “Sappiamo Farah al sicuro e con il complesso iter del ritorno già avviato in tempi rapidi. Adesso ci auguriamo che il tutto sia veloce e che si concretizzi il suo sogno di ritornare in Italia”.
Per il rientro sarà necessario rifare il passaporto e gli altri documenti che i familiari le hanno sottratto al momento della segregazione in Pakistan. Documenti che le sono stati tolti appena giunta nella zona di Lahore, e che sarebbero stati persi o distrutti. Farah potrà così raggiungere il fidanzato, un giovane connazionale adottato da una famiglia di Verona. “Ho di nuovo ribadito alla Farnesina la completa disponibilità del Comune ad accoglierla nelle nostre strutture protette – ha detto ancora Bertacco – e ci auguriamo che, una volta in Italia, la sua destinazione finale sia quella di Verona, la città dove risiede da dieci anni e che la sta aspettando. A garantire la sicurezza di Farah, se mai ce ne fosse ancora bisogno, ci pensiamo noi. Siamo pronti anche per il sostegno psicologico che potrebbe essere necessario per voltare pagina”, ha concluso l’assessore.