Anche Bolzano ha un problema con i fondi europei e a fine anno “dovrà restituire 17 milioni di euro”. Un tema in cui la Provincia autonoma dell’efficienza e delle eccellenze si allinea a tutto il resto d’Italia, sempre in coda alla classifica degli Stati membri per utilizzo dei soldi che arrivano da Bruxelles e ferma al 9% di risorse impiegate anche secondo gli ultimi dati della Commissione Ue. “È inutile negare che la programmazione per gli anni 2014-2020 sia cominciata a rilento in tutto il Paese e a Bolzano sia partita con ulteriore ritardo”, ammette al ilfattoquotidiano.it Claudia Weiler, la nuova direttrice dell’Ufficio Fse (Fondo sociale europeo) sudtirolese. La ragione di questo ritardo sta principalmente negli atti di una commissione d’inchiesta istituita dopo la visita nel 2011 di alcuni tecnici europei, terminata allora con osservazioni durissime sulla gestione delle risorse del periodo 2007-13, tali da bloccarle. Un pasticcio che ancora oggi sta presentando il suo conto: milioni di euro già andati in fumo e 32 contenziosi aperti tra la Provincia e vari enti di formazione, a cui è stato chiesto di restituire i soldi ricevuti (e già spesi) per i progetti. Oltre a un carico di lavoro extra per gli uffici provinciali che ha provocato appunto il ritardo di due anni nella presentazione a Bruxelles del nuovo programma operativo.

Per questo motivo Bolzano non sta spendendo abbastanza e a fine anno scatterà il disimpegno automatico: in pratica, i soldi non utilizzati torneranno a Bruxelles. La stima che questa cifra si aggiri attorno ai 17 milioni di euro è di Alex Kemenater, ormai ex direttore dell’Ufficio Fse dopo l’ultima riunione del Comitato di sorveglianza del 17 maggio che lo ha spostato a capo dell’Ufficio organismo pagatore provinciale. “Per l’Alto Adige l’obiettivo era di certificare una spesa di 25 milioni di euro entro fine 2018, le nostre previsioni sono di arrivare a circa 8-9 milioni”, ha spiegato al quotidiano locale Corriere dell’Alto Adige. Gli altri 17 andranno persi.

“Non confermo e non smentisco questa stima, perché stiamo lavorando come matti per fare il possibile entro il prossimo 31 dicembre”, commenta Claudia Weiler che di Kemenater ha preso il posto. L’efficienza altoatesina sta provando a rimettersi in moto, per rimediare agli errori del passato: “Stiamo cercando di accelerare il più possibile la spesa e abbiamo diverse iniziative in cantiere che usciranno a breve”, spiega la direttrice, che definisce però “un mito da sfatare” il fatto che la buona attuazione dei fondi dipenda esclusivamente dall’amministrazione: “Nel resto d’Italia c’è un enorme bisogno del Fondo sociale europeo – afferma – mentre la situazione macroeconomica altoatesina è molto diversa, c’è piena occupazione, e per noi la difficoltà è individuare dove poter inserire efficacemente le risorse, serve una programmazione molto più mirata”.

Al di là di questo fattore però, gli strascichi della malagestione contestata dall’Ue a Bolzano per quel che riguarda l’assegnazione degli stanziamenti nel periodo 2007-2013 sono il motivo principale dei ritardi e quindi del rischio di perdere altri milioni di euro. “La chiusura è stata critica e problematica è questo è stato un fattore incisivo”, dice Weiler. In più, la richiesta di restituzione dei soldi agli enti interessati che ha portato ai 32 contenziosi ha contribuito a creare sfiducia nei confronti dei progetti finanziati con i soldi europei. Lo ha ammesso lo stesso presidente della Provincia, Arno Kompatscher, sottolineando qual è ora l’obiettivo primario dell’amministrazione: “Vogliamo ricreare un clima di fiducia e sicurezza nei confronti dei programmi europei, specialmente fra le piccole imprese”. “Il fatto che ci siano ancora molti contenziosi aperti non è un segreto e non è un aiuto”, commenta sempre la direttrice Weirer. In totale il programma del Fondo sociale europeo 2014-2020 prevede una dotazione di 136,6 milioni di euro per la Provincia di Bolzano. Il primo obiettivo è evitare di perdere già quelli di quest’anno.

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