Sul cartello di fianco al congegno lasciato davanti al Centro di accoglienza di Appiano anche una croce celtica e una scritta razzista. L’assessore alle politiche sociali: "Attacco che è un affronto a richiedenti asilo e volontari"
Una forte esplosione e un cartello con una svastica, una croce celtica e una scritta razzista. Tutto contro i 39 richiedenti asilo ospiti nel Centro di accoglienza di Appiano, paese di 15mila abitanti vicino a Bolzano, in Alto Adige. L’esplosione è avvenuta nella notte tra sabato e domenica: l’ordigno, sulla cui natura gli inquirenti stanno ancora indagando, è stato piazzato sul cancello d’entrata dell’ex caserma Mercanti, la struttura che si trova alle porte del paese. L’assessore alle politiche sociali della Provincia autonoma, Martha Stocker, non esita a definire l’azione un “attentato”. Invece Massimo Bessone, coordinatore della Lega Alto Adige, condanna ma giustifica: “La gente è sempre più stufa”.
Ad Appiano, paese di vigneti, meleti e turismo, in cui l’80% della popolazione è di madrelingua tedesca, il centro di accoglienza è gestito per conto della Provincia dall’Associazione Volontarius. La struttura è attiva da due anni e organizza percorsi di accoglienza e inclusione sociale. Tanto che dei 39 ospiti, 28 hanno un contratto di lavoro a tempo determinato e altri dieci stanno svolgendo corsi di formazione per poi poter trovare un impiego in alberghi e ristoranti. “La popolazione è molto impegnata in attività di volontariato“, fa presente l’assessora Stocker, che poi dichiara: “L’attentato costituisce quindi un affronto non solo nei confronti dei profughi, che hanno già sofferto molto e che ora si impegnano per crearsi una nuova vita, ma anche per tutte le persone che come operatori del volontariato e come volontari lavorano e collaborano in favore dei richiedenti asilo”.
“Si tratta di un atto criminale – scrive in una nota Volontarius – che evidentemente vuole minare gli sforzi messi in atto da parte della Provincia, del Comune di Appiano, della nostra Associazione e delle altre organizzazioni che operano in questo campo”. “Va sottolineato – aggiunge – che nel corso di questi mesi di attività vi è stata una proficua collaborazione con la popolazione locale, testimoniata anche dalla presenza di volontari che dedicano con impegno il loro tempo ad assistere queste persone”.
Proprio i volontari, vittime dell’intolleranza come i richiedenti asilo, denunciano la loro preoccupazione. “Il fatto ha sconvolto gli ospiti ma anche gli operatori”, spiegano gli attivisti di Antenne Migranti, il progetto che monitora la rotta dei migranti verso il Brennero. “E’ un caso che richiede una riflessione su come garantire maggiore sicurezza ai richiedenti asilo accolti e all’equipe di lavoro, specialmente nei turni notturni”, avvertono. “Pensiamo inoltre sia importante che gli stessi abitanti di Appiano partecipino alla discussione dell’accaduto e prendano posizione contro questo atto violento e vigliacco“, conclude il loro comunicato.
La condanna per un gesto che “produce paura e ulteriore violenza” arriva infine dal presidente della provincia di Bolzano, Arno Kompatscher. “Noi condanniamo fermamente questo vile atto”, scrive anche Bessone, coordinatore del Carroccio altoatesino. “Detto questo – si legge nella sua nota – pare evidente che la gente è sempre più stufa della politica sin qui intrapresa dagli ultimi governi in materia di immigrazione. Speriamo vivamente che il governo che sta per nascere possa occuparsi e risolvere al più presto queste problematiche di primaria importanza”.
(immagine d’archivio)