Più intercettazioni, più anticorruzione, più penitenziari, più carcere duro per detenuti mafiosi. Potenziare il reato di voto di scambio e creare la figura dell’agente provocatore che vada a offrire soldi a pubblici ufficiali e politici. A Silvio Berlusconi non piace e non potrebbe essere altrimenti. Perché il capitolo dedicato alla giustizia del contratto di governo sottoscritto dalla Lega con il Movimento 5 stelle mette nero su bianco quelli che sono gli storici incubi del leader di Forza Italia. Certo in quel programma c’è anche altro. Ci sono per esempio il divieto di accesso ai riti premiali alternativi per chi è accusato di reati contro la pubblica amministrazione e la riforma dell’abbreviato: norme che dovranno passare al vaglio di costituzionalità e che agitano fin da ora le camere penali. Ma che sono fino a questo momento state scritte solo a livello di principio: molto dipenderà da come saranno tradotte in legge.
Rischiano di scatenare polemica, poi, anche quelle leggi tanto care a Matteo Salvini come la difesa sempre legittima e l’inasprimento delle pene per scippatori e topi d’appartamento che forse faranno storcere il naso agli elettori pentastellati provenienti dalla cultura giuridica di sinistra. Ma d’altra parte il contratto di governo è scritto da due forze politiche che ancora oggi si considerano alternative. E infatti se da una parte il pentastellato Alfonso Bonafede sembra avere avuto mano libera a inserire nel programma una serie di proposte promesse dal M5s in campagna elettorale, dall’altra il leghista Nicola Molteni ha potuto includere quelle norme sulla sicurezza – legittima difesa su tutto – su cui Salvini fa campagna elettorale praticamente da sempre.
Le riforme che non piacciono a B – Ma ad infiammare il clima politico in queste ore è soprattutto la parte del programma dedicata ai crimini commessi dai cosiddetti colletti bianchi. “In alcuni punti sulla giustizia siamo nella direzione più giustizialista possibile: ci danno forti motivi di preoccupazione”, ha detto Berlusconi, esplicitando quello “spirito di Robespierre contenuto nel contratto” di cui parlava Giorgio Mulè, quando aveva annunciato l’opposizione – e non invece l’astensione benevola – a “un governo che trasuda giustizialismo e giansenismo“. D’altra parte come si può pensare che i parlamentari azzurri votino un programma costruito su queste parole: “È improrogabile una severa ed incisiva legislazione anticorruzione tale da consentire un rilevante recupero di risorse indebitamente sottratte allo Stato e, nel contempo, rilanciare la competitività del Paese, favorendo una reale concorrenza nel settore privato a vantaggio delle piccole e medie imprese”. Un concetto che – per quanto generale – agita i sonni dell’ex premier, ancora oggi imputato e indagato per corruzione in atti giudiziari nei vari filoni del Ruby Ter.
L’agente sotto copertura anti corrotti – La parte relativa alla corruzione, in effetti, è quella più dettagliata di tutto il programma. Quanto ci sia di realizzabile si vedrà soltanto in futuro. Di Maio e Salvini vogliono aumentare le “pene per tutti i reati contro la pubblica amministrazione di tipo corruttivo”, introdurre la “figura dell’agente sotto copertura” e quella dell’agente “provocatore in presenza di indizi di reità, per favorire l’emersione dei fenomeni corruttivi nella pubblica amministrazione”. Ma vogliono anche varare il Daspo per i corrotti e corruttori, cioè “l’interdizione dai pubblici uffici e la perpetua incapacità a contrarre con la pubblica amministrazione per chi è stato condannato definitivamente”. E fin qui, niente da dire. Come già testimoniato da altri Paesi, l’utilizzo dell’agente provocatore ha un effetto quasi immediato nel contrasto alla corruzione. Anche l’interdizione perpetua per i corrotti è realizzabile visto che si tratta di una sanzione accessoria legata all’entità della pena: se il legislatore aumenta le condanne per un certo tipo di reato, parallelamente scattano anche le sanzioni accessorie più dure.
I dubbi sulla riforma dell’abbreviato – Qualche dubbio, però, suscita tra gli addetti ai lavori la preclusione per chi è accusato di reati contro la pubblica amministrazione agli “sconti di pena mediante un sistema che vieti l’accesso a riti premiali alternativi“. In pratica si consentirebbe l’accesso ai riti speciali – abbreviato, immediato, direttissimo – soltanto a chi è indagato per alcuni tipi di reato. Il legislatore, ovviamente, può operare come meglio crede ma una modifica della procedura penale in questo senso presta il fianco ai ricorsi alla Consulta. Va nella stessa direzione un’altra proposta del programma gialloverde: “La revisione del rito abbreviato non consentendo l’applicazione dello stesso ai reati puniti con la pena dell’ergastolo ed ai più gravi delitti di cui all’articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale”. In pratica una riedizione di quanto proposto dal leghista Molteni. Nel novembre scorso la Camera aveva approvato il disegno di legge del deputato del Carroccio che vietava l’abbreviato per i delitti puniti con l’ergastolo. Sul tema, in passato, è già intervenuta la Cassazione a sezione Unite che con la sentenza numero 18821 del 2014 ha escluso l’applicabilità dell’ergastolo in seguito al giudizio abbreviato, legittimando il giudice a sostituirlo con 30 anni di reclusione. Tutto, però, è legato al modo in cui saranno messe nero su bianco le norme di riforma: al momento il programma di Lega e M5s enuncia soltanto principi che hanno più valore politico che procedurale. Per esempio manca al momento non è previsto alcuno sconto di pena o premio per quell’imputato che decida di collaborare con la magistratura.
Più potere all’Anac? Cantone: “Non serve” – C’è poi, nel contratto Lega – M5s il potenziamento dell’utilizzo delle “intercettazioni, soprattutto per i reati di corruzione”, rafforzamento delle “tutele per il whistleblower” – cioè la segnalazione di attività illecite nell’amministrazione pubblica o in aziende private da parte del dipendente che ne venga a conoscenza già previsto da legge approvata dal parlamento alla fine della scorsa legislatura e il “potenziamento dell’Autorità Nazionale Anticorruzione”. Quest’ultimo punto non sembra essere necessario per chi l’Anac la guida attualmente, cioè Raffaele Cantone. “Ho letto che sul contratto del M5s e della Lega è previsto un ulteriore rafforzamento dell’Anac. Bene, sono nettamente convinto che non serva rafforzare i compiti dell’Autorità anticorruzione”, ha detto il numero uno dell’Authority.
Il conflitto d’interessi – Fumo negli occhi, per Berlusconi, anche il capitolo dedicato al conflitto d’interessi, già oggetto di specifica proposta di legge depositata dal pentastellato Riccardo Fraccaro durante l’ultima legislatura. Nel contratto si vuole allargare “l’ambito di applicazione della disciplina estendendo l’ipotesi di conflitto oltre il mero interesse economico“. La nuova legge si estenderebbe dunque anche a chi ricopre “incarichi non governativi“, quindi a chi “ha potere di influenzare decisioni politiche o che riguardano la cosa pubblica”, come “i sindaci delle grandi città o i dirigenti delle società partecipate“. Aglio per i vampiri, dal punto di vista del leader di Forza Italia, incarnazione massima di interessi in conflitto nell’ultimo quarto di secolo.
Mafia e sequestro di beni – Nell’ultima legislatura aveva fatto discutere la riforma del voto di scampio politico mafioso, che secondo molti pubblici ministeri rendeva più difficile la punibilità dei candidati che acquistavano voti dalle mafie. Adesso Lega e M5s vorrebbero “potenziare gli strumenti normativi e amministrativi volti al contrasto della criminalità organizzata, con particolare riferimento alle condotte caratterizzate dallo scambio politico mafioso”. Un altro elemento che ha sollevato numerose polemiche è quello legato alla confisca dei beni: per Di Maio e Salvini è “necessario inoltre implementare gli strumenti di aggressione ai patrimoni di provenienza illecita, attraverso una seria politica di sequestro e confisca dei beni e di gestione dei medesimi, finalizzata alla salvaguardia e alla tutela delle aziende e dei lavoratori prima dell’assegnazione nel periodo di amministrazione giudiziaria”. Non è chiaro in che modo le misure di prevenzione saranno implementate, ma dopo il caso Saguto, M5s e Lega hanno voluto inserire un passaggio sulle aziende che falliscono dopo essere finite in mano agli amministratori giudiziari. Il contratto prevede poi “nuove linee guida sul cd. 41-bis, così da ottenere un effettivo rigore nel funzionamento del regime del carcere duro”. In pratica quindi Di Maio e Salvini vogliono potenzione il carcere duro per detenuti mafiosi: una proposta nettamente in controtendenza rispetto a quanto proposto negli ultimi anni di Parlamento.
Nuova prescrizione – Delicata – e generica – è inoltre la parte dedicata alla prescrizione. Nel contratto si parla di “efficace riforma della prescrizione dei reati, parallelamente alle assunzioni nel comparto giustizia”, anche se poi è prevista la riforma dei “provvedimenti emanati nel corso della legislatura precedente tesi unicamente a conseguire effetti deflattivi in termini processuali e carcerari, a totale discapito della sicurezza della collettività”. Non è citata esplicitamente ma appare chiaro come le due forze politiche vogliano varare una nuova riforma del processo penale. E anche cancellare i decreti legislativi numero 7 e 8 del 2016 che hanno abrogato e depenalizzato alcuni reati, trasformati in illeciti amministrativi e civili: la calunnia, la guida senza patente, l’inosservanza delle disposizioni antiriciclaggio, l’aborto clandestino, l’emissione di assegno da parte di istituto non autorizzato o con autorizzazione revocata, gli atti contrari alla pubblica decenza.
Stop a correnti nel Csm – Piace a una parte della magistratura, invece, la parte sul Csm che – nelle intenzioni di leghisti e pentastellati – “deve operare in maniera quanto più indipendente da influenze politiche di potere interne o esterne. Sarà pertanto opportuno operare una revisione del sistema di elezione, sia per quanto attiene i componenti laici che quelli togati, tale da rimuovere le attuali logiche spartitorie e correntizie in seno all’organo di autogoverno della magistratura”. “Le correnti in magistratura sono un meccanismo con cui si fa carriera. È inutile nascondersi dietro un dito. Il contratto Lega-M5s dice di superare il correntismo. Ma non c’è scritto come. Non riesco a identificare un meccanismo specifico e concreto”, è l’opinione di Cantone. Per la verità una possibilità per superare il correntismo l’aveva avanzata in passato Piercamillo Davigo: secondo l’ex presidente dell’Anm sarebbe bastato modificare il sistema elettorale del Csm per renderlo meno esposto agli scontri correntizi. Il programma disciplina poi in maniera definitiva l’annoso problema delle toghe in politica: “Il magistrato che vorrà intraprendere una carriera politica deve essere consapevole del fatto che, una volta eletto, non potrà tornare a vestire la toga”.
Le leggi che piacciono a Salvini – E se i pentastellati hanno praticamente avuto carta bianca su una parte di programma, in cambio i leghisti hanno incassato le leggi che chiedono da anni a tutela della proprietà privata: la legittima difesa domiciliare, “eliminando gli elementi di incertezza interpretativa (con riferimento in particolare alla valutazione della proporzionalità tra difesa e offesa) che pregiudicano la piena tutela della persona che ha subito un’intrusione nella propria abitazione e nel proprio luogo di lavoro”. E poi “l’inasprimento delle pene per la violenza sessuale”, la riduzione di “ogni eventuale margine di impunità per i colpevoli di reati particolarmente odiosi come il furto in abitazione, il furto aggravato, il furto con strappo, la rapina e la truffa agli anziani, modificandone le fattispecie ed innalzando le pene”. Insomma: pugno duro per i colletti bianchi, ma anche per scippatori di vecchiette e topi d’appartamento.
Politica
Contratto di governo, la giustizia che non piace a B. e le leggi di Di Maio e Salvini: pene più dure per corrotti e scippatori
A Silvio Berlusconi non piace e non potrebbe essere altrimenti. Perché il programma sottoscritto dalla Lega con il Movimento 5 stelle mette nero su bianco quelli che sono gli storici incubi del leader di Forza Italia: l'agente provocatore che vada a offrire denaro a politici e pubblici amministratori, il conflitto di interessi, pene antimafia più dure. Ma anche leggi care al Carroccio come la legittima difesa e le condanne più pesanti per gli scippatori
Più intercettazioni, più anticorruzione, più penitenziari, più carcere duro per detenuti mafiosi. Potenziare il reato di voto di scambio e creare la figura dell’agente provocatore che vada a offrire soldi a pubblici ufficiali e politici. A Silvio Berlusconi non piace e non potrebbe essere altrimenti. Perché il capitolo dedicato alla giustizia del contratto di governo sottoscritto dalla Lega con il Movimento 5 stelle mette nero su bianco quelli che sono gli storici incubi del leader di Forza Italia. Certo in quel programma c’è anche altro. Ci sono per esempio il divieto di accesso ai riti premiali alternativi per chi è accusato di reati contro la pubblica amministrazione e la riforma dell’abbreviato: norme che dovranno passare al vaglio di costituzionalità e che agitano fin da ora le camere penali. Ma che sono fino a questo momento state scritte solo a livello di principio: molto dipenderà da come saranno tradotte in legge.
Rischiano di scatenare polemica, poi, anche quelle leggi tanto care a Matteo Salvini come la difesa sempre legittima e l’inasprimento delle pene per scippatori e topi d’appartamento che forse faranno storcere il naso agli elettori pentastellati provenienti dalla cultura giuridica di sinistra. Ma d’altra parte il contratto di governo è scritto da due forze politiche che ancora oggi si considerano alternative. E infatti se da una parte il pentastellato Alfonso Bonafede sembra avere avuto mano libera a inserire nel programma una serie di proposte promesse dal M5s in campagna elettorale, dall’altra il leghista Nicola Molteni ha potuto includere quelle norme sulla sicurezza – legittima difesa su tutto – su cui Salvini fa campagna elettorale praticamente da sempre.
Le riforme che non piacciono a B – Ma ad infiammare il clima politico in queste ore è soprattutto la parte del programma dedicata ai crimini commessi dai cosiddetti colletti bianchi. “In alcuni punti sulla giustizia siamo nella direzione più giustizialista possibile: ci danno forti motivi di preoccupazione”, ha detto Berlusconi, esplicitando quello “spirito di Robespierre contenuto nel contratto” di cui parlava Giorgio Mulè, quando aveva annunciato l’opposizione – e non invece l’astensione benevola – a “un governo che trasuda giustizialismo e giansenismo“. D’altra parte come si può pensare che i parlamentari azzurri votino un programma costruito su queste parole: “È improrogabile una severa ed incisiva legislazione anticorruzione tale da consentire un rilevante recupero di risorse indebitamente sottratte allo Stato e, nel contempo, rilanciare la competitività del Paese, favorendo una reale concorrenza nel settore privato a vantaggio delle piccole e medie imprese”. Un concetto che – per quanto generale – agita i sonni dell’ex premier, ancora oggi imputato e indagato per corruzione in atti giudiziari nei vari filoni del Ruby Ter.
L’agente sotto copertura anti corrotti – La parte relativa alla corruzione, in effetti, è quella più dettagliata di tutto il programma. Quanto ci sia di realizzabile si vedrà soltanto in futuro. Di Maio e Salvini vogliono aumentare le “pene per tutti i reati contro la pubblica amministrazione di tipo corruttivo”, introdurre la “figura dell’agente sotto copertura” e quella dell’agente “provocatore in presenza di indizi di reità, per favorire l’emersione dei fenomeni corruttivi nella pubblica amministrazione”. Ma vogliono anche varare il Daspo per i corrotti e corruttori, cioè “l’interdizione dai pubblici uffici e la perpetua incapacità a contrarre con la pubblica amministrazione per chi è stato condannato definitivamente”. E fin qui, niente da dire. Come già testimoniato da altri Paesi, l’utilizzo dell’agente provocatore ha un effetto quasi immediato nel contrasto alla corruzione. Anche l’interdizione perpetua per i corrotti è realizzabile visto che si tratta di una sanzione accessoria legata all’entità della pena: se il legislatore aumenta le condanne per un certo tipo di reato, parallelamente scattano anche le sanzioni accessorie più dure.
I dubbi sulla riforma dell’abbreviato – Qualche dubbio, però, suscita tra gli addetti ai lavori la preclusione per chi è accusato di reati contro la pubblica amministrazione agli “sconti di pena mediante un sistema che vieti l’accesso a riti premiali alternativi“. In pratica si consentirebbe l’accesso ai riti speciali – abbreviato, immediato, direttissimo – soltanto a chi è indagato per alcuni tipi di reato. Il legislatore, ovviamente, può operare come meglio crede ma una modifica della procedura penale in questo senso presta il fianco ai ricorsi alla Consulta. Va nella stessa direzione un’altra proposta del programma gialloverde: “La revisione del rito abbreviato non consentendo l’applicazione dello stesso ai reati puniti con la pena dell’ergastolo ed ai più gravi delitti di cui all’articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale”. In pratica una riedizione di quanto proposto dal leghista Molteni. Nel novembre scorso la Camera aveva approvato il disegno di legge del deputato del Carroccio che vietava l’abbreviato per i delitti puniti con l’ergastolo. Sul tema, in passato, è già intervenuta la Cassazione a sezione Unite che con la sentenza numero 18821 del 2014 ha escluso l’applicabilità dell’ergastolo in seguito al giudizio abbreviato, legittimando il giudice a sostituirlo con 30 anni di reclusione. Tutto, però, è legato al modo in cui saranno messe nero su bianco le norme di riforma: al momento il programma di Lega e M5s enuncia soltanto principi che hanno più valore politico che procedurale. Per esempio manca al momento non è previsto alcuno sconto di pena o premio per quell’imputato che decida di collaborare con la magistratura.
Più potere all’Anac? Cantone: “Non serve” – C’è poi, nel contratto Lega – M5s il potenziamento dell’utilizzo delle “intercettazioni, soprattutto per i reati di corruzione”, rafforzamento delle “tutele per il whistleblower” – cioè la segnalazione di attività illecite nell’amministrazione pubblica o in aziende private da parte del dipendente che ne venga a conoscenza già previsto da legge approvata dal parlamento alla fine della scorsa legislatura e il “potenziamento dell’Autorità Nazionale Anticorruzione”. Quest’ultimo punto non sembra essere necessario per chi l’Anac la guida attualmente, cioè Raffaele Cantone. “Ho letto che sul contratto del M5s e della Lega è previsto un ulteriore rafforzamento dell’Anac. Bene, sono nettamente convinto che non serva rafforzare i compiti dell’Autorità anticorruzione”, ha detto il numero uno dell’Authority.
Il conflitto d’interessi – Fumo negli occhi, per Berlusconi, anche il capitolo dedicato al conflitto d’interessi, già oggetto di specifica proposta di legge depositata dal pentastellato Riccardo Fraccaro durante l’ultima legislatura. Nel contratto si vuole allargare “l’ambito di applicazione della disciplina estendendo l’ipotesi di conflitto oltre il mero interesse economico“. La nuova legge si estenderebbe dunque anche a chi ricopre “incarichi non governativi“, quindi a chi “ha potere di influenzare decisioni politiche o che riguardano la cosa pubblica”, come “i sindaci delle grandi città o i dirigenti delle società partecipate“. Aglio per i vampiri, dal punto di vista del leader di Forza Italia, incarnazione massima di interessi in conflitto nell’ultimo quarto di secolo.
Mafia e sequestro di beni – Nell’ultima legislatura aveva fatto discutere la riforma del voto di scampio politico mafioso, che secondo molti pubblici ministeri rendeva più difficile la punibilità dei candidati che acquistavano voti dalle mafie. Adesso Lega e M5s vorrebbero “potenziare gli strumenti normativi e amministrativi volti al contrasto della criminalità organizzata, con particolare riferimento alle condotte caratterizzate dallo scambio politico mafioso”. Un altro elemento che ha sollevato numerose polemiche è quello legato alla confisca dei beni: per Di Maio e Salvini è “necessario inoltre implementare gli strumenti di aggressione ai patrimoni di provenienza illecita, attraverso una seria politica di sequestro e confisca dei beni e di gestione dei medesimi, finalizzata alla salvaguardia e alla tutela delle aziende e dei lavoratori prima dell’assegnazione nel periodo di amministrazione giudiziaria”. Non è chiaro in che modo le misure di prevenzione saranno implementate, ma dopo il caso Saguto, M5s e Lega hanno voluto inserire un passaggio sulle aziende che falliscono dopo essere finite in mano agli amministratori giudiziari. Il contratto prevede poi “nuove linee guida sul cd. 41-bis, così da ottenere un effettivo rigore nel funzionamento del regime del carcere duro”. In pratica quindi Di Maio e Salvini vogliono potenzione il carcere duro per detenuti mafiosi: una proposta nettamente in controtendenza rispetto a quanto proposto negli ultimi anni di Parlamento.
Nuova prescrizione – Delicata – e generica – è inoltre la parte dedicata alla prescrizione. Nel contratto si parla di “efficace riforma della prescrizione dei reati, parallelamente alle assunzioni nel comparto giustizia”, anche se poi è prevista la riforma dei “provvedimenti emanati nel corso della legislatura precedente tesi unicamente a conseguire effetti deflattivi in termini processuali e carcerari, a totale discapito della sicurezza della collettività”. Non è citata esplicitamente ma appare chiaro come le due forze politiche vogliano varare una nuova riforma del processo penale. E anche cancellare i decreti legislativi numero 7 e 8 del 2016 che hanno abrogato e depenalizzato alcuni reati, trasformati in illeciti amministrativi e civili: la calunnia, la guida senza patente, l’inosservanza delle disposizioni antiriciclaggio, l’aborto clandestino, l’emissione di assegno da parte di istituto non autorizzato o con autorizzazione revocata, gli atti contrari alla pubblica decenza.
Stop a correnti nel Csm – Piace a una parte della magistratura, invece, la parte sul Csm che – nelle intenzioni di leghisti e pentastellati – “deve operare in maniera quanto più indipendente da influenze politiche di potere interne o esterne. Sarà pertanto opportuno operare una revisione del sistema di elezione, sia per quanto attiene i componenti laici che quelli togati, tale da rimuovere le attuali logiche spartitorie e correntizie in seno all’organo di autogoverno della magistratura”. “Le correnti in magistratura sono un meccanismo con cui si fa carriera. È inutile nascondersi dietro un dito. Il contratto Lega-M5s dice di superare il correntismo. Ma non c’è scritto come. Non riesco a identificare un meccanismo specifico e concreto”, è l’opinione di Cantone. Per la verità una possibilità per superare il correntismo l’aveva avanzata in passato Piercamillo Davigo: secondo l’ex presidente dell’Anm sarebbe bastato modificare il sistema elettorale del Csm per renderlo meno esposto agli scontri correntizi. Il programma disciplina poi in maniera definitiva l’annoso problema delle toghe in politica: “Il magistrato che vorrà intraprendere una carriera politica deve essere consapevole del fatto che, una volta eletto, non potrà tornare a vestire la toga”.
Le leggi che piacciono a Salvini – E se i pentastellati hanno praticamente avuto carta bianca su una parte di programma, in cambio i leghisti hanno incassato le leggi che chiedono da anni a tutela della proprietà privata: la legittima difesa domiciliare, “eliminando gli elementi di incertezza interpretativa (con riferimento in particolare alla valutazione della proporzionalità tra difesa e offesa) che pregiudicano la piena tutela della persona che ha subito un’intrusione nella propria abitazione e nel proprio luogo di lavoro”. E poi “l’inasprimento delle pene per la violenza sessuale”, la riduzione di “ogni eventuale margine di impunità per i colpevoli di reati particolarmente odiosi come il furto in abitazione, il furto aggravato, il furto con strappo, la rapina e la truffa agli anziani, modificandone le fattispecie ed innalzando le pene”. Insomma: pugno duro per i colletti bianchi, ma anche per scippatori di vecchiette e topi d’appartamento.
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Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Giorgetti è tutto contento perché lui lo aveva previsto che l’Italia sarebbe cresciuta meno. E quindi oggi lo 0,7% nel 2024 - per il governo doveva essere l’1% - gli sembra un grande risultato. Non la pensano così gli italiani visto che sempre l’Istat certifica anche l’aumento della pressione fiscale salita al 42,6%. E visto che poco si è fatto per l’aumento delle bollette e niente si è fatto di fronte alle numerose aziende in difficoltà: più di 126 mila addetti coinvolti da crisi aziendali. Quei numeri che Giorgetti non vuole vedere, ma dietro ci sono persone e famiglie". Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
(Adnkronos) - HONOR, nel corso della conferenza globale di Barcellona al MWC25, ha presentato l'HONOR Pad V9. Il nuovo dispositivo si presenta per il suo design ultrasottile, disponibile nei colori bianco e grigio, di appena 6,1mm e un peso leggero di 475g. Oltre al sofisticato design a doppio anello che incornicia la fotocamera posteriore, questo tablet introduce per la prima volta nel settore il processo di nano-topografia NIL sulla cover posteriore, garantendo una superficie del display sempre pulita e resistente a sporco, impronte digitali e macchie. Questa tecnologia avanzata crea una microstruttura superficiale che disperde le forze d'impatto, aumentando la resistenza all'usura quotidiana. Certificato SGS Gold Five-star Whole Machine High-strength, HONOR Pad V9 può resistere ad una flessione di 100 N/mm.
HONOR Pad V9 dispone di un display da 11,5 pollici che supporta una risoluzione 2,8K e una frequenza di aggiornamento di 144Hz, la cui combinazione garantisce un'esperienza visiva immersiva con immagini fluide, nitide e dettagliate. Inoltre la tecnologia avanzata HONOR Eye Comfort riduce l'emissione di luce blu e stimola una luminosità naturale che protegge gli occhi dall'affaticamento, rendendo il tablet ideale per lunghe sessioni di utilizzo.
Il nuovo tablet HONOR è equipaggiato con il MagicOS 9.0, che offre un'ampia gamma di funzionalità AI progettate per migliorare l'efficienza degli utenti. Questo sistema operativo facilita un multitasking fluido e una gestione intelligente delle attività, permettendo agli utenti di navigare tra le applicazioni con facilità e precisione. Strumenti come HONOR Notes migliorano ulteriormente la produttività, offrendo funzioni avanzate come il riconoscimento delle formule e la conversione da voce a testo.
Disponibilità e Prezzi
Il HONOR Pad V9 è disponibile per l'acquisto a partire da 699,00 €, rendendolo accessibile per chi cerca un tablet di alta qualità a un prezzo competitivo.
(Adnkronos) - Il colosso della tecnologia HONOR ha fatto una mossa significativa nel settore degli smartphone annunciando che fornirà sette anni di aggiornamenti del sistema operativo Android e di sicurezza per la sua serie di punta, HONOR Magic, iniziando dall'Unione Europea. Questo annuncio, parte integrante del HONOR ALPHA PLAN, segna un impegno importante verso la sostenibilità e la sicurezza del cliente, posizionando HONOR tra i primi tre marchi globali a offrire un supporto così esteso.
HONOR non solo si impegna a mantenere i dispositivi aggiornati con le ultime funzionalità e protezioni di sicurezza ma promuove anche una maggiore longevità dei dispositivi, riducendo i rifiuti elettronici e allineandosi agli standard di sostenibilità ambientale. La serie HONOR Magic, notoriamente conosciuta per le sue avanzate capacità AI e prestazioni elevate, beneficerà enormemente di questa estensione, garantendo agli utenti un'esperienza all'avanguardia per un periodo più lungo.
L'HONOR ALPHA PLAN, annunciato come una strategia trasformativa per l'azienda, intende spostare il focus di HONOR dalla produzione di smartphone a leader globale nell'ecosistema dei dispositivi AI. Il piano è strutturato in tre fasi e mira a creare un mondo più intelligente, invitando l'intero settore a collaborare in un ecosistema aperto e orientato alla condivisione del valore. Questo impegno di HONOR non solo migliorerà la sicurezza e le prestazioni dei dispositivi ma si propone anche di massimizzare il potenziale umano a beneficio di tutti.
"HONOR ALPHA PLAN pone una forte enfasi su un approccio incentrato sul consumatore per i nostri prodotti futuri. Il nostro obiettivo è fornire dispositivi e servizi che soddisfino e superino le aspettative dei consumatori, oggi e in futuro. Per questo motivo, HONOR ha deciso di offrire sette anni di aggiornamenti del sistema operativo Android e di sicurezza alla serie HONOR Magic, inclusi il nostro smartphone di punta e il nostro smartphone pieghevole. Questo impegno inizia con HONOR Magic7 Pro e siamo entusiasti di metterlo a disposizione dei nostri clienti”, ha dichiarato James Li, CEO di HONOR.
Gli utenti del HONOR Magic7 Pro nell'UE saranno i primi a godere di questi aggiornamenti estesi. In futuro, questo supporto sarà esteso ad altri modelli di punta dell'azienda, inclusi i dispositivi pieghevoli, garantendo che un numero maggiore di consumatori possa beneficiare delle ultime innovazioni tecnologiche e mantenere i loro dispositivi protetti contro le minacce emergenti per un periodo prolungato.
(Adnkronos) - In risposta alla crescente minaccia dei contenuti deepfake, HONOR ha annunciato il lancio globale della sua innovativa funzione AI Deepfake Detection a partire da aprile 2025. Questa tecnologia all'avanguardia è progettata per combattere l'espansione dei deepfake, offrendo agli utenti una protezione proattiva attraverso l'analisi in tempo reale di video e immagini.
L'ascesa dell'intelligenza artificiale ha portato progressi significativi in numerosi settori, ma ha anche introdotto nuove sfide, come la proliferazione di deepfake avanzati. Questi contenuti manipolati, che includono immagini, registrazioni audio e video, stanno diventando sempre più difficili da riconoscere. Uno studio recente del 2024 da Deloitte ha evidenziato che il 59% degli intervistati fatica a distinguere i contenuti autentici da quelli generati dall'IA, nonostante l'84% ritenga necessaria la loro segnalazione.
HONOR ha adottato un approccio proattivo, sviluppando la tecnologia proprietaria AI Deepfake Detection che è stata presentata per la prima volta a IFA 2024. Questa funzione analizza le sottili incongruenze spesso invisibili all'occhio umano, come imperfezioni sintetiche a livello di pixel e artefatti di composizione dei bordi, offrendo avvisi immediati quando rileva contenuti manipolati.
Come sottolinea Marco Kamiya, Rappresentante UNIDO (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale)"nell'attuale ondata di digitalizzazione, la sicurezza della privacy è diventata una delle principali preoccupazioni e priorità della nostra vita quotidiana. Con l'intreccio sempre più profondo con il mondo digitale, una grande quantità di informazioni private - dai nostri spostamenti quotidiani alle informazioni finanziarie, dalle relazioni sociali alle nostre preferenze personali - viene archiviata nello spazio digitale".
In quanto elemento centrale della nostra vita e costantemente connesso, gli smartphone contengono una quantità sorprendente di dati personali. Li usiamo per comunicare, per i pagamenti mobili e per registrare i momenti della vita quotidiana. Ogni chiamata, ogni messaggio di testo e ogni transazione online lascia una traccia sul dispositivo, che memorizza non solo le informazioni di contatto, ma anche foto, video e persino la maggior parte delle password dei nostri account.
In quest'ottica, conclude Kamiya, "l'uso dell'AI Deepfake Detection sui dispositivi mobili è un'arma potente per combattere i deepfake, in grado di rilevare difetti nei contenuti deepfake che potrebbero passare inosservati all'occhio umano, come il contatto visivo, l'illuminazione, la nitidezza dell'immagine e la riproduzione del video, dissuadendo le persone dal continuare a impegnarsi con il potenziale rischio per la loro sicurezza".
(Adnkronos) - Con un'audace mossa strategica annunciata oggi al Mobile World Congress, il gigante tecnologico globale HONOR ha lanciato l'HONOR ALPHA PLAN, una visione rivoluzionaria per trasformare la società da semplice produttore di smartphone a leader a livello mondiale nell'arena dei dispositivi AI. Questo ambizioso piano è sostenuto da un investimento di 10 miliardi di dollari previsti per i prossimi cinque anni.
L'iniziativa prende il via con l'introduzione di uno smartphone all'avanguardia, progettato per rivoluzionare l'interazione tra uomo e dispositivo, e per connettere gli utenti all'ecosistema AI in modi precedentemente inimmaginabili. Il progetto si propone di ridefinire il hardware tradizionale, integrando l'intelligenza artificiale nei dispositivi come telefoni, PC, tablet e wearable con tecnologie avanzate.
Nel suo discorso programmatico al MWC di Barcellona 2025, il CEO di HONOR, James Li, ha invitato i partner del settore ad espandere le proprie competenze in materia di intelligenza artificiale e a creare una piattaforma per una più ampia gamma di dispositivi in grado di gestire l'intelligenza artificiale.
“Invito tutti a unirci per affrontare le numerose sfide e opportunità offerte dalla tecnologia AI. È fondamentale che il settore adotti un approccio realmente aperto, favorisca una collaborazione fluida tra diversi sistemi operativi e sviluppi un ecosistema di dispositivi AI incentrato sulla condivisione del valore”.
"È ormai evidente che la rivoluzione dell'IA ridefinirà il paradigma dell'industria dei dispositivi, rivoluzionando come mai prima d'ora la nostra produttività, la società e persino la cultura. Per questo, è fondamentale collaborare per valorizzare al massimo il potenziale umano e accogliere il futuro dell'intelligenza connessa."
"HONOR compie il primo passo con un investimento di 10 miliardi di dollari nel nostro nuovo ALPHA PLAN, a testimonianza della nostra fiducia nel potenziale dell'ecosistema dei dispositivi AI” ha dichiarato Li.
I rappresentanti di Google, Qualcomm, Orange, Telefónica, CKH Group e Vodafone si sono uniti a Li sul palco per officiare la cerimonia di accensione dell'albero. Illuminando un albero di luce che rappresenta l'ecosistema e i dispositivi AI, la cerimonia ha simboleggiato la collaborazione tra i partner del settore per sviluppare congiuntamente l'ecosistema di dispositivi AI che servirà tutti i consumatori del mondo.
“Oggi HONOR ha svelato una visione ambiziosa per un futuro in cui l'AI sarà il cuore di ogni esperienza d'uso dei dispositivi. Siamo entusiasti di collaborare con HONOR per integrare la nostra tecnologia nella prossima generazione di dispositivi AI", ha dichiarato Alex Katouzian, Group General Manager, Mobile, Compute & XR (MCX), Qualcomm Technologies, nIc.
"La collaborazione è il filo che intreccia l'ecosistema aperto dell'IA. Siamo entusiasti di unirci a HONOR e ad altri partner del settore per guidare questa rivoluzione tecnologica. Grazie a una cooperazione più stretta che mai, stiamo integrando profondamente Gemini nelle VARIE soluzioni, aprendo nuove possibilità finora inesplorate, il tutto garantendo la sicurezza dei dati e la privacy degli utenti", ha dichiarato Matt Waldbusser, Managing Director, Global Solutions and Consumer AI, Google Cloud.
HONOR si impegna a guidare il settore verso la sostenibilità, mirando a raggiungere la neutralità carbonica delle operazioni entro il 2040 e estendendo questo obiettivo all'intera catena di fornitura e ai prodotti entro il 2050.
Innovazioni e Nuovi Prodotti all'Avanguardia
Nel quadro dell'ALPHA PLAN, HONOR ha anche presentato nuove tecnologie AI, tra cui un agente mobile personale basato su interfaccia grafica e nuovi strumenti di imaging AI denominati AIMAGE. Queste innovazioni promettono di migliorare la versatilità e l'intuitività dei dispositivi HONOR nel mercato globale.
Inoltre, i nuovi prodotti presentati includono l'HONOR MagicBook Pro 14 AI PC, l'HONOR Pad V9, l'HONOR Watch 5 Ultra e gli HONOR Earbuds Open, ciascuno progettato per integrare e sfruttare al massimo le capacità dell'intelligenza artificiale, migliorando l'esperienza utente in modi rivoluzionari.
Tra il 3 e il 6 marzo, i visitatori al MWC di Barcellona avranno l'opportunità unica di esplorare lo stand HONOR, situato nel padiglione 3 della Fira Gran Via.
(Adnkronos) - Mentre il Mobile World Congress di Barcellona inaugura l'edizione del 2025, realme si prepara a stupire il pubblico con la presentazione ufficiale del realme 14 Pro. realme, il marchio di smartphone che, secondo i dati di Counterpoint Research del terzo trimestre del 2024, si è consolidato tra i primi quattro a livello mondiale per il terzo trimestre consecutivo, con lo slogan "La tecnologia guida. Lo stile domina", è pronta a fare il suo debutto sorprendente al MWC 2025. L'evento servirà non solo a svelare il primo smartphone al mondo sensibile al freddo che cambia colore, ma anche a mostrare il forte impegno del brand nell'innovazione tecnologica e nel design unico, particolarmente apprezzato dal pubblico giovane.
Quest'anno, realme introduce il 14 Pro, nato dalla collaborazione con il rinomato studio di design industriale Valeur Designers. La Serie 14 Pro non solo presenta un'inconfondibile texture perlata e una tecnica innovativa di cambio colore in funzione della temperatura, ma vanta anche un display seamless quadricurvo e il primo sistema di fotocamera del settore con triplo flash. "La collaborazione con Valeur Designers ha elevato l'estetica e la funzionalità degli smartphone realme a nuovi livelli", afferma Chase Xu, Vicepresidente e CMO di realme. "La serie 14 Pro incarna perfettamente la nostra filosofia di design 'Autentico e innovativo', combinando tecnologie all'avanguardia con elementi di design unici."
Inoltre, realme presenterà le sue ultime innovazioni AI, sviluppate nel laboratorio realme NEXT AI, che promettono di migliorare le interazioni e le prestazioni della fotocamera con funzioni intelligenti. La Serie 14 Pro, dotata di una batteria da 6000 mAh, rispetta anche le nuove normative dell'Unione Europea, promuovendo efficienza energetica e sostenibilità con un imballaggio privo di plastica e un design inclusivo.
(Tecnologia) - In occasione del Mobile World Congress 2025, realme, marchio di smartphone in rapida ascesa a livello globale, ha delineato una strategia triennale ambiziosa e presentato una serie di novità significative, consolidando la propria posizione nel panorama tecnologico internazionale. L'azienda ha annunciato l'obiettivo di raddoppiare la propria base utenti globale entro tre anni, puntando a una crescita sostenuta in oltre 100 mercati e a un consolidamento nel segmento di fascia medio-alta. Questa strategia segue un 2024 di forte espansione, particolarmente evidente in Europa, dove realme ha registrato una crescita del 32% nel quarto trimestre, con risultati di rilievo in paesi come Italia e Spagna. L'obiettivo europeo è altrettanto audace: superare i 10 milioni di vendite annuali entro il 2028.
Per raggiungere tali traguardi, realme ha definito una roadmap focalizzata su tre pilastri: pianificazione strategica dei prodotti, rafforzamento del brand e innovazione tecnologica. Chase Xu, Vicepresidente e CMO di realme, ha sottolineato l'impegno dell'azienda a sviluppare prodotti basati sulle esigenze degli utenti, con una particolare attenzione alle giovani generazioni. Al MWC 2025, realme ha chiarito il posizionamento globale delle sue tre principali linee di prodotto: la serie GT, la serie C e la serie numerica. L'intelligenza artificiale è un elemento centrale della strategia di realme. L'azienda si impegna a integrare l'AI in tutti i suoi smartphone, con l'iniziativa "NEXT AI" che si concentra su imaging AI, efficienza AI e gaming AI. L'obiettivo è ambizioso: distribuire 100 milioni di smartphone abilitati all'AI a livello globale nei prossimi tre anni.
realme ha annunciato una serie di partnership strategiche volte a coinvolgere attivamente il pubblico più giovane. Queste collaborazioni includono importanti aziende nel settore del gaming (Mobile Legends: Bang Bang, Free Fire, Honor of Kings, Battlegrounds Mobile India) per eventi, co-branding e innovazioni tecniche dedicate al gaming mobile. Sono previste anche collaborazioni intersettoriali con brand iconici, in linea con la cultura e i valori dei giovani, per creare connessioni autentiche e stimolanti.
La serie realme 14 Pro è stata una delle protagoniste dell'evento. Questi dispositivi, caratterizzati da un sistema di cambio colore in base alla temperatura, mirano a portare caratteristiche tipiche dei flagship nel segmento di fascia media. In collaborazione con lo studio di design Valeur Designers, realme ha introdotto l'”Unique Pearl Design”. Il realme 14 Pro+ si distingue per un comparto fotografico di alto livello, con una fotocamera principale Sony IMX896 OIS da 50MP e un teleobiettivo periscopico Sony IMX882 da 1/2", che consente uno SuperZoom 120X. Il dispositivo è alimentato dalla piattaforma Qualcomm Snapdragon 7s Gen 3 5G e integra funzionalità AI avanzate, come il triplo flash MagicGlow per ritratti notturni e AI Ultra Clarity 2.0.
Il realme 14 Pro, pur privo del teleobiettivo periscopico, mantiene il triplo flash MagicGlow e offre una fotocamera principale Sony IMX882 OIS da 50MP. Entrambi i modelli vantano una batteria da 6.000 mAh e resistenza IP69/68/66. La serie 14 Pro è completata dal realme 14x 5G, un dispositivo robusto con resistenza di livello militare, e dai realme Buds Air7, auricolari con cancellazione attiva del rumore (ANC) e certificazione Hi-Res Audio Wireless. Infine, realme ha sorpreso presentando un concept di obiettivo intercambiabile per smartphone. Questo prototipo, dotato di un sensore Sony da 1 pollice e di un sistema di montaggio brevettato, consente di collegare obiettivi DSLR direttamente allo smartphone. Sebbene non sia ancora un prodotto commerciale, dimostra l'impegno di realme verso l'innovazione continua.