E dopo due mesi e mezzo dalle elezioni è pronto il fantomatico contratto di governo fra la Lega e il Movimento 5Stelle. Dopo aver fatto uscire volutamente qualche bozza per vedere l’effetto sull’opinione pubblica, possiamo leggere nero su bianco le barzellette giallo-verdi. E non c’è dubbio: è una ca**ta pazzesca.
Se tutta questa sceneggiata fosse stata fatta dal Pd non oso pensare cosa avrebbero detto i “grandi opinionisti” fissi delle solite trasmissioni di Giovanni Floris e Bianca Berlinguer. E figuriamoci i grandi costituzionalisti. Ora sono spariti.
Per non parlare di quelli della sinistra-sinistra. Ma dopo aver assistito a cinque anni di esaltazione generale contro Matteo Renzi e a favore del populismo spinto difficile ora aspettarsi un grande mea culpa di tutti questi personaggi. Un minuto di silenzio, poi, per i grandi oppositori interni del Pd. Vivono nel loro piccolo mondo, fatto di poltroncine e citazioni famose. Come se ai cittadini importasse qualcosa di queste grandi menate pseudo- intellettuali. Leggere il “programma di governo” giallo-verde è veramente un fatto storico, ma ovviamente in negativo sia per i contenuti e per le affermazioni. Inutile commentare il Comitato di Conciliazione. Basterebbe un po’ di buon senso per capire che dette previsioni sono del tutto fuori dal mondo, oltre che – per come la vedo io – dalla Costituzione.
Troppo facile evidenziare l’assurdità di tale comitato. Utile, invece, notare che gli ex grillini e la Lega dovranno cooperare anche per le elezioni europee.
Di fatto, quindi, le prossime Europee vedranno Lega e Di Maio già alleati. Nel merito del programma, si fa per dire, è facile notare solo enucleazioni di principio senza alcuna reale proposta di legge con relativa copertura. Ci sono poi bellissimi richiami alle riforme costituzionali volute da Renzi ma tanto criticate. Riduzione drastica dei parlamentari, abolizione del Cnel e via dicendo.
Per arrivare, addirittura alla reintroduzione dei voucher. Nessuna reintroduzione del fantomatico articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Stupendo il capitoletto sul conflitto d’interessi. Dieci righe che non hanno alcun significato. Si critica la giunta per le elezioni ma non dicono nulla come eventualmente modificarla. E soprattutto, sui reali conflitti d’interesse non dicono cosa vogliono fare e in che modo. Insomma, chiacchiere, tabacco e legno. Il banco di Napoli non si impegna.
Ed ora arriva il bello. Il premier “non eletto dal popolo”. Come direbbero gli ex grillini e i leghisti, nessuno ha votato il possibile futuro premier (il nome al momento probabile è quello di Giuseppe Conte). Neanche la finta democrazia diretta si è espressa sul premier scelto da Di Maio e Salvini. Sarà, poi, divertente vedere Di Maio al ministero dello Sviluppo economico. Sempre per usare le parole ex grilline, una persona senza laurea e senza esperienza lavorativa che dovrà fare il ministro del Lavoro. Una barzelletta tutta italiana.
E vedremo, poi, gli altri ministri e sottosegretari. Finalmente ogni ipocrisia è caduta definitivamente. Vedremo a chi sarà scaricata la colpa dei fallimenti certi di questo governo. Ma una cosa è certa. Sarà uno spasso vedere improvvisamente risolti con un click tutti i problemi del Paese.
E via con il governo brasiliano.