La contestazione nei confronti di Pietro De Godenz riguarda i rapporti di lavoro con la Itap, “Incremento Turistico Alpe di Pampeago", iniziati nel 1983. Secondo l'accusa, l'avrebbe amministrata anche quando formalmente non era più ai vertici della s.p.a
Pugno di ferro della procura regionale della Corte dei conti di Trento che cita in giudizio e chiede oltre mezzo milione di euro a un consigliere provinciale eletto per l’Unione per il Trentino, ma per oltre quattro anni ritenuto incompatibile con la carica. Un conto salatissimo per Pietro De Godenz, 57 anni, nato a Cavalese, ma residente a Tesero, che è stato amministratore delegato degli impianti sciistici di Pampeago a cui i giudici contabili contestano un danno erariale da 572 mila euro, pari all’indennità di carica (oltre ai rimborsi spese riservati a ogni consigliere) che ha percepito dall’ottobre 2013, data di elezione in consiglio provinciale, fino al 31 dicembre dell’anno scorso.
L’inchiesta contabile, nata da una lettera anonima, ha messo nel mirino la presunta posizione di incompatibilità di De Godenz, che dal 1994 è anche presidente del Comitato organizzativo dei campionati del mondo e della Coppa del mondo di sci nordico. Ma la contestazione riguarda i rapporti di lavoro con la società per azioni Itap, “Incremento Turistico Alpe di Pampeago”, iniziati nel 1983. Secondo l’accusa, De Godenz avrebbe continuato a fare da amministratore anche quando formalmente non aveva più la carica. E questo genera un motivo di incompatibilità perché Itap ha beneficiato e continua a beneficiare di finanziamenti da parte della Provincia Autonoma di Trento.
La Procura lo ha avvisato dell’inchiesta due mesi fa. L’interessato ha fornito le sue spiegazioni, ma evidentemente non sono bastate ai magistrati per archiviare il caso. Intervistato dal quotidiano L’Adige, De Godenz ha dichiarato: “Sono convinto di potere chiarire la vicenda davanti al giudice perché ho fatto quanto mi hanno suggerito i nostri consulenti: ho dato le dimissioni da amministratore delegato, mi sono dimesso da consigliere quando mi è stato chiesto dalla giunta delle elezioni. Ho dunque avuto un ruolo completamente defilato, non avendo alcun potere decisionale né di firma. Sono rimasto dipendente di primo livello”. Il consigliere è rimasto legato alla società con un contratto part time, ma secondo la Procura avrebbe continuato a rivestire un ruolo ai vertici della società.
Ad indagare, su ordine del procuratore regionale Marcovalerio Pozzato, sono stati i carabinieri della Compagnia di Cavalese e i finanzieri del Gruppo tutela finanza pubblica. Sono stati acquisiti sia i cedolini degli stipendi che i verbali delle sedute dei consigli di amministrazione. Poco prima delle elezioni del 2013, De Godenz aveva rinunciato alle deleghe di gestione, era però rimasto nel consiglio di amministrazione. Un anno dopo, nel settembre 2014, si era dimesso anche da quella carica. I giudici sono convinti che abbia continuato a occuparsi dell’aspetto direzionale della società e che le dimissioni fossero solo apparenti. La richiesta di essere collocato in aspettativa risale all’inizio dello scorso gennaio, per questo il periodo contestato arriva al 31 dicembre 2017.
Il curriculum professionale di De Godenz è molto ricco e centrato sul settore del turismo e degli impianti di risalita. Da vent’anni è nel comitato impianti a fune dell’associazione industriali di Trento ed è vicepresidente dell’associazione direttori di stazioni invernali d’Italia. Ha ricoperte cariche in Apt Fiemme ed è stato vicepresidente di Trentino Sviluppo. Nel sito della Provincia di Trento risulta anche il ruolo di consigliere del Consorzio impianti a fune Fiemme-Obereggen.