È la notte tra il 21 e il 22 giugno del 1978. Un gruppo di attiviste, infermiere e lavoratrici del Policlinico Umberto I di Roma, insieme a cinque donne che devono abortire, entra alla clinica ostetrica. E occupa un reparto chiuso del secondo piano, con 15 posti letto, camera operatoria e utilizzabile: “Per applicare una legge che ormai era dello Stato e che non trovava applicazione in nessuna parte d’Italia”, racconta oggi Graziella Bastelli, infermiera, oggi coordinatrice dell’area sanitaria di neuropsichiatria infantile.
Oggi è a un passo dalla pensione. Nel 1978 aveva 27 anni. “Non era la legge che volevamo: era ed è una legge brutta. Lo vediamo dagli effetti che porta l’obiezione di coscienza”, racconta Graziella. “Quell’occupazione, durata tre mesi e sgomberata tre volte, resta un’esperienza, la prima, di autodeterminazione delle donne. Non facevamo solo interruzioni di gravidanza, ma assemblee e prevenzione”. Femministe e lavoratrici insieme, in collettivi anche misti e da subito criticati. “Il Pci e l’Unità ce ne hanno dette di tutti i colori”, dice Bastelli. “C’è voluto un mese e mezzo affinché la direzione sanitaria del Policlinico ci garantisse un’infermiera e un portantino per fare i lavori più necessari. Ma chi portava avanti la situazione era il collettivo femminista e noi del collettivo Policlinico: le compagne della sala dove si faceva l’interruzione, col metodo Karman, e le compagne che venivano da Parigi che avevano imparato e che insegnavano ai ‘baroni’ medici questa novità”.
“In occasione dell’ultimo sgombero abbiamo presentato denuncia alla Procura della Repubblica, dicendo cosa significa bloccare un’esperienza che vedeva sì un’occupazione, ma che che garantiva la possibilità di concretizzare una loro legge, non nostra”. Oggi il repertino esiste ancora: “Vi si accede da un’entrata secondaria della clinica. Per la privacy, dicono. E fa 5 interventi a settimana, perché oggi i medici sono quasi tutti obiettori: noi ne garantivamo 15 al giorno”
Diritti - 22 Maggio 2018
Aborto, 40 anni dopo la 194. La storia del reparto occupato all’Umberto I di Roma: “Tutte donne, applicavamo la legge”
La Playlist Diritti
È la notte tra il 21 e il 22 giugno del 1978. Un gruppo di attiviste, infermiere e lavoratrici del Policlinico Umberto I di Roma, insieme a cinque donne che devono abortire, entra alla clinica ostetrica. E occupa un reparto chiuso del secondo piano, con 15 posti letto, camera operatoria e utilizzabile: “Per applicare una legge che ormai era dello Stato e che non trovava applicazione in nessuna parte d’Italia”, racconta oggi Graziella Bastelli, infermiera, oggi coordinatrice dell’area sanitaria di neuropsichiatria infantile.
Oggi è a un passo dalla pensione. Nel 1978 aveva 27 anni. “Non era la legge che volevamo: era ed è una legge brutta. Lo vediamo dagli effetti che porta l’obiezione di coscienza”, racconta Graziella. “Quell’occupazione, durata tre mesi e sgomberata tre volte, resta un’esperienza, la prima, di autodeterminazione delle donne. Non facevamo solo interruzioni di gravidanza, ma assemblee e prevenzione”. Femministe e lavoratrici insieme, in collettivi anche misti e da subito criticati. “Il Pci e l’Unità ce ne hanno dette di tutti i colori”, dice Bastelli. “C’è voluto un mese e mezzo affinché la direzione sanitaria del Policlinico ci garantisse un’infermiera e un portantino per fare i lavori più necessari. Ma chi portava avanti la situazione era il collettivo femminista e noi del collettivo Policlinico: le compagne della sala dove si faceva l’interruzione, col metodo Karman, e le compagne che venivano da Parigi che avevano imparato e che insegnavano ai ‘baroni’ medici questa novità”.
“In occasione dell’ultimo sgombero abbiamo presentato denuncia alla Procura della Repubblica, dicendo cosa significa bloccare un’esperienza che vedeva sì un’occupazione, ma che che garantiva la possibilità di concretizzare una loro legge, non nostra”. Oggi il repertino esiste ancora: “Vi si accede da un’entrata secondaria della clinica. Per la privacy, dicono. E fa 5 interventi a settimana, perché oggi i medici sono quasi tutti obiettori: noi ne garantivamo 15 al giorno”
Articolo Precedente
Mario Puiatti, l’uomo che aiutava le donne ad abortire prima della legge 194: “Un atto di disobbedienza civile necessario”
Articolo Successivo
La 194 quarant’anni dopo in Italia: “Assassina starai malissimo”, “torna fra un mese”. Le nostre croniste hanno cercato di abortire, ecco cos’è successo
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Summit di Parigi sull’Ucraina: presente anche Meloni. Scholz frena: “Sbagliato parlare di truppe europee sul terreno”. Starmer: “Serve intesa duratura con Mosca”
Politica
Russia ancora contro Mattarella: ‘Parallelo con Hitler? Conseguenze’. Ovazione in Aula per il Presidente. M5s: “Noi non l’avremmo detto”
Politica
Conte lancia la piazza anti-governo: “Stanchi di prese in giro”. Schlein: “Ci siamo, organizziamola insieme”
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha invitato gli Stati Uniti a fornire "una garanzia di sicurezza" in Ucraina, affermando che è "l'unico modo" per dissuadere la Russia dall'attaccare nuovamente il Paese.
"Sono pronto a prendere in considerazione un impegno delle forze britanniche sul terreno insieme ad altri se si raggiungerà un accordo di pace duraturo", ha dichiarato il leader, dopo un incontro di emergenza a Parigi con i suoi omologhi europei. “Ma deve esserci il sostegno degli Stati Uniti, perché una garanzia di sicurezza da parte degli Stati Uniti è l’unico modo per scoraggiare efficacemente la Russia dall’attaccare nuovamente l’Ucraina”, ha aggiunto.
Milano, 17 feb. (Adnkronos) - Luca Tomassini, ex rappresentante legale della Vetrya, che si era aggiudicata l'incarico per lo sviluppo dei servizi digital delle Olimpiadi e Paraolimpiadi Milano-Cortina 2026, si è presentato in procura a Milano e si è riservato di tornare per spiegare alcuni aspetti dell'inchiesta per turbativa d'asta e corruzione. Accompagnato dal difensore Giordano Balossi, l'indagato ha interloquito con i titolari dell'indagine - l'aggiunta Tiziana Siciliano e coi pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis - e si è riservato su un possibile interrogatorio più approfondito. Confronto atteso a breve e comunque prima della scadenza del termine delle indagini che è previsto per metà marzo.
Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha annunciato di voler creare un'agenzia speciale per la "partenza volontaria" dei residenti di Gaza, dopo l'impegno del primo ministro a rispettare il piano del presidente americano di prendere il controllo del territorio palestinese e di sfollarne gli abitanti.
"Il ministro della Difesa Israel Katz ha tenuto una riunione oggi sulla partenza volontaria dei residenti di Gaza, dopo di che ha deciso di creare un'agenzia speciale per la partenza volontaria dei residenti di Gaza all'interno del Ministero della Difesa", si legge in una nota del ministero.
Almaty, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Sette persone sono rimaste intrappolate in una miniera di rame nel Kazakistan centrale a causa di un crollo. Lo hanno reso noto le autorità locali, aggiungendo che sono in corso le operazioni di soccorso. Secondo quanto riportato dai media kazaki, l'incidente è avvenuto a una profondità di circa 640 metri.
"A causa della rottura dei cavi, al momento non c'è comunicazione con i lavoratori", ha affermato in una nota il gestore della miniera, Kazakhmys. Non è stato specificato quando è avvenuto l'incidente, ma si è verificato presso lo stabilimento "Zhomart" dell'azienda, inaugurato nel 2006 nella regione centrale di Ulytau.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Giorgia Meloni ha lasciato il vertice di Parigi senza alcuna dichiarazione all'uscita. Per il momento non c'è una valutazione in chiaro da parte della presidente del Consiglio. Ma a Roma, a Montecitorio, le opposizioni incalzano e chiedono alla premier di venire in aula a chiarire in Parlamento cosa sta accadendo e quale è la linea dell'Italia nello sconquasso provocato dalle mosse dell'amministrazione Trump in Europa e sul fronte del conflitto ucraino. Pd, Movimento 5 Stelle e Avs si fanno portatori della richiesta. I 5 Stelle chiedono comunicazioni in aula con un voto.
"La presidente Meloni deve venire in aula a riferire su quanto sta accadendo. Su quella -dice Nicola Fratoianni- che potrebbe diventare la road map per una pace, per un cessate il fuoco, per un accordo in Ucraina. Si annuncia a Riad l'incontro tra la delegazione americana e quella russa. Un incontro in cui l'Europa non esiste e penso che questo sia un problema di cui il Parlamento, tutto il Parlamento, dovrebbe discutere. Non c'è tempo da perdere".
A nome del Pd parla il responsabile Esteri, Peppe Provenzano: "Giorgia Meloni deve venire in Aula, perché siamo alla fine del mondo di ieri", esordisce. "Gli alleati che ci avevano aiutato a liberarci dall'abisso del nazifascismo, oggi spalleggiano gli estremisti di destra, nostalgici del nazismo, in Germania. L'idea di escludere l'Europa dal negoziato per la pace in Ucraina è un attacco diretto al nostro continente". Di fronte a tutto questo, incalzano i dem, la premier "deve dirci da che parte vuole stare". Provenzano richiama "l'improvvida solitaria presenza della premier alla cerimonia giuramento di Trump", modo per sottolineare un "rapporto privilegiato" con la nuova amministrazione. Ma "in pochi giorni si è aperta una voragine nell'Atlantico" E "l'Italia deve scegliere da che parte stare. Il governo deve dirci da che parte vuole stare. Se partecipare al rilancio di un necessario protagonismo dell'Europa o continuare a stare dalla parte di chi vuole picconare la nostra costruzione comune".
E se il Pd conferma la linea del supporto a Kiev insieme alla richiesta di uno sforzo diplomatico europeo, i 5 Stelle rivendicano di sostenere "da tempo che andava trovata una soluzione diplomatica". Fino "a pochi mesi fa la premier Meloni diceva che con Putin era inutile parlare. Mi chiedo se ora direbbe lo stesso anche a Trump. Vogliamo delle comunicazioni del governo sulle novità della situazione ucraina, e le vogliamo con voto. Vorremmo sentire almeno per una volta Giorgia Meloni. La aspettiamo''.
Sul punto è poi tornato anche il capogruppo M5S, Riccardo Ricciardi, quando tutta l'aula si è alzata per una standing ovation in solidarietà al presidente Sergio Mattarella per gli attacchi subiti da parte del governo russo. Ricciardi nel dare solidarietà sottolinea però che il passaggio fatto dal capo dello Stato a Marsiglia, "che sicuramente è stato male interpretato, è un passaggio che noi non avremmo fatto perché dà la leva alla narrazione che da più due anni si sta facendo in Italia e in Europa, che giustifica il continuo invio di armi per continuare una guerra che ora si rendono tutti conto dovrà arrivare a una trattativa".
A stretto giro la replica in aula del capogruppo Fdi, Galeazzo Bignami: "Sono maldestri i tentativi di qualcuno di aprire, anche su questo, una distinzione che non ha ragione d’essere perché ci sarà tempo e modo di poter discutere se la trattiva di pace” sull’Ucraina “si aprirà grazie magari all’invio delle brigate del reddito di cittadinanza o grazie al fatto che qualcuno è stato al fianco di Kiev, grazie alla postura di questo governo, in continuità anche rispetto a quando voi avevate votato a favore dell’invio di armi".
Riad, 7 feb. (Adnkronos/Afp) - La delegazione russa, tra cui il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, è arrivata in Arabia Saudita per colloqui di alto livello con funzionari statunitensi. Lo ha riferito la televisione di Stato russa.
Il canale di notizie Rossiya 24 ha mostrato i funzionari sbarcare da un aereo nella capitale saudita Riad. "La cosa principale è iniziare una vera normalizzazione delle relazioni tra noi e Washington", ha detto Ushakov a un giornalista dopo l'atterraggio.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - "La Lega, da sempre sincera sostenitrice della pace, confida che in Europa prevalga il buonsenso, anche grazie all’azione di un governo italiano forte e compatto. Incomprensibili gli attacchi di certa sinistra contro il Presidente Trump, che in poche settimane ha fatto - per la pace e la stabilità dell’intero Occidente - più di Biden in anni interi. Dopo troppi morti è l’ora di voltare pagina: il nemico non è Trump ma chi non vuole mettere fine ai conflitti". Così fonti della Lega.