Il progetto di Officina EducAzione nasce per riportare nella scuola statale l’eredità dei grandi protagonisti della storia dell’istruzione. Ad ognuno sarà dedicato un anno di lavoro: si è partiti con Gian Franco Zavalloni, autore de “La pedagogia della lumaca”. Gli organizzatori: "Vogliamo rendere 'pop' il loro straordinario lavoro"
Nelle università se ne parla poco. A scuola non sempre ciò che hanno insegnato entra a far parte della didattica dei docenti. Nelle riforme mai un cenno su di loro. Sono i grandi maestri e ora hanno trovato una “casa” a Chiari, in provincia di Brescia. Maria Montessori, Mario Lodi, don Lorenzo Milani, le sorelle Agazzi, Alberto Manzi ma anche Gian Franco Zavalloni, Gianni Rodari, Loris Malaguzzi: tutti nomi di maestri che torneranno a far parlare di loro grazie al lavoro di “Officina EducAzione”, un progetto nato per riportare nella scuola statale l’eredità che hanno lasciato questi protagonisti della storia dell’istruzione in Italia.
A OfficinaEducazione hanno trovato una sede provvisoria nei locali del festival della Microeditoria, ma presto potrebbe esserci uno spazio più prestigioso messo a disposizione dall’amministrazione comunale. Un’idea che è supportata da un gruppo di pedagogisti e di esperti di primo piano: Patrizia Enzi; Monica Guerra; Raffaele Mantegazza; Paolo Mottana; Daniele Novara; Alberto Oliverio; Anna Oliverio Ferraris; Franca Pinto Minerva; Gianfranco Staccioli; Alessandro Vaccarelli e Silvia Vegetti Finzi.
La moglie ha raccontato di quella volta che nei panni di presidente di commissione all’esame di Stato firmò gli attestati di promozione facendo un fiorellino mentre al Museo della Città è stata inaugurata una mostra con i disegni originali del maestro Zavalloni: venti pannelli che portano nei mondi e sulle “lune” che sapeva immaginare e ritrarre su qualsiasi pezzo di carta. A settembre la casa dei grandi maestri aprirà di nuovo le porte per ospitare dei laboratori dove gli insegnanti potranno, con l’aiuto di mani esperte, lavorare su alcuni concetti della “pedagogia della lumaca”, che chiama tutti all’appello per una scuola “lenta e non violenta”.