Un paragrafo in un articolo del New York Times ha scatenato le polemiche della stampa italiana su Giuseppe Conte. Il professore scelto da Luigi Di Maio per guidare il governo Lega-M5s è stato accusato di avere inserito nel suo curriculum esperienze di studio mai sostenute alla New York University. Nel corso della giornata poi la Reuters e l’agenzia austriaca Apa hanno riferito che anche le università di Cambridge e l’Université Paris 1 Panthéon–Sorbonne non hanno trovato tracce, nei loro archivi, della frequentazione del professore. Diversi accademici confermano però quanto sostenuto dal docente di diritto privato. E spiegano che le posizioni di visiting scholar e visiting professor – così si definiscono gli studiosi che svolgono attività di ricerca presso atenei di altri Paesi – prevedono solo l’accesso alla biblioteca dell’università e non sono formalizzate. E’ normale quindi che non vengano né registrate nelle banche dati dell’istituzione.
Uno scambio di mail con un professore della Nyu e la testimonianza di un ricercatore che ha studiato con Conte confermano peraltro la sua presenza alla New York University nel 2009, 2012 e 2014. Nel pomeriggio Germano Dottori, docente di Studi strategici alla Luiss, ha twittato che il giornalista del Nyt autore del pezzo è “molto vicino al renziano Marco Carrai e al suo collaboratore Andrea Stroppa“, aggiungendo: “Ritengo sia stato imbeccato anche questa volta”. Carrai ha annunciato querela. Quanto ai dubbi sulla frequentazione nel 1993 di quello che nel cv veniva indicato come “International Kulturinstitute di Vienna“, in serata si è chiarito che c’era un errore nel nome dell’istituto – quello corretto è Internationales Kulturinstitut – e nell’anno, che è il 1990. Conte, come risulta in un documento ottenuto dall’Adnkronos, ha frequentato un corso di lingua di primo livello dal 6 agosto al 7 settembre 1990. Dal M5S precisano che il docente, “come ogni giurista del suo livello, ha frequentato corsi di tedesco per approfondire i suoi studi giuridici. Per questo, ha soggiornato a Vienna”.
Nyt: “Alla New York University non risulta” – Il presunto caso sul cv dell’uomo che potrebbe essere il prossimo inquilino di Palazzo Chigi è deflagrato dopo la pubblicazione di un lungo articolo dedicato alla politica italiana sulle pagine del New York Times. Nel suo pezzo, il corrispondente da Roma, Jason Horowitz, riassume le competenze vantate dal docente originario di Foggia, basandosi sul curriculum ufficiale depositato da Conte alla Camera dei deputati ai tempi in cui il Movimento 5 stelle lo aveva eletto componente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa. Un documento lungo ventotto pagine in cui Conte scrive di aver soggiornato, “ogni estate e per periodi non inferiori a un mese, presso la New York University, per perfezionare e aggiornare i suoi studi, dal 2008 al 2012″. “Alla domanda sull’esperienza di Mr. Conte alla New York University, Michelle Tsai, una portavoce, ha detto lunedì: “Una persona con questo nome non compare nei nostri archivi come studente o membro di facoltà, aggiungendo che era possibile che ne avesse seguito uno o programmi di due giorni per i quali la scuola non tiene registri”, scrive il New York Times.
Ma c’è uno scambio mail con il docente Geistfeld – Una smentita che però non esclude la versione sostenuta da Conte nel suo curriculum. Secondo l’agenzia Adnkronos c’è uno scambio di mail che prova gli studi del professore alla New York University. Scambi che risalgono all’agosto 2014, perché anche in quell’anno il docente sarebbe partito alla volta di New York, pur omettendo l’informazione dal suo cv. Lo scambio di mail è con Mark Geistfeld, autorevole studioso della responsabilità civile della NYU School of Law. Durante il soggiorno del 2014, come si evince dalle mail, Conte incontrò e interagì con Geistfeld. E proprio da questo scambio è nato l’inserimento del docente statunitense nel comitato scientifico della storica rivista Giustizia civile, edita da Giuffrè, di cui Conte è direttore.
L’allievo di Conte: “Nel 2009 mi fece entrare nella biblioteca della Nyu” – Ettore Lombardi, ricercatore presso il dipartimento di Scienze politiche dell’università di Firenze ed ex allievo di Conte, racconta poi a ilfattoquotidiano.it che “nell’estate del 2009 e del 2012 incontrai il professore alla Nyu, dove lui stava facendo ricerca. Nel 2009 entrai in biblioteca grazie a lui, perché gli atenei anglosassoni su queste cose sono rigidi. Mi consentirono di accedere sono perché ero un suo allievo e stavamo lavorando insieme ad un progetto”.
Andenas: “Non necessariamente i docenti che vanno all’estero sono registrati come ‘staff’ o ‘student'” – Non solo. Su Twitter un docente di Oslo, Mads Andenas, studioso di diritto contrattuale europeo già direttore del londinese British Institute of International and Comparative Law, difende a spada tratta il curriculum del collega italiano in corsa per Palazzo Chigi. “I professori studiano in biblioteca per tali soggiorni durante le vacanze estive, e non sono ‘staff’ o ‘students'”, scrive Andenas commentando il pezzo del New York Times che tanta rilevanza sta avendo in Italia. E in effetti è la modalità d’impiego dei docenti in università estere che nel mondo accademico si definisce visiting professor.
I professori studiano in biblioteca per tali soggiorni durante le vacanze estive, e non sono “staff” o “students”. https://t.co/IshB5fuuww
— Mads Andenæs (@MadsAndenas) 22 maggio 2018
L’accusa di Dottori a Carrai – Germano Dottori, docente di Studi Strategici alla Luiss-Guido Carli e consigliere scientifico di Limes, ha scritto su twitter che Horowitz “è molto vicino” a Marco Carrai, amico e finanziatore di Matteo Renzi, “e al suo collaboratore Andrea Stroppa”. E ipotizza che “sia stato imbeccato”. “Ho dato mandato ai legali di querelare il prof Dottori che ha accostato il mio nome all’inchiesta sugli studi del professor Conte”, è la risposta di Carrai. “Il mio rispetto per le istituzioni è fuori di ogni dubbio e non posso tollerare accostamenti del mio nome a tentativi di infangarle”.
Jason Horowitz è molto vicino al renziano Marco Carrai e al suo collaboratore Andrea Stroppa. Ritengo sia stato imbeccato anche questa volta
— Germano Dottori (@GermanoDottori) 22 maggio 2018
La nota M5s: “Mai citati corsi o master presso la Nyu” – La notizia pubblicata dal giornale americano, e ripresa da tutte le principali testate italiane, raccoglie dunque la replica del Movimento 5 stelle. “Nel suo curriculum Giuseppe Conte ha scritto con chiarezza che alla New York University ha perfezionato e aggiornato i suoi studi. Non ha mai citato corsi o master frequentati presso quella università. Quindi la stampa internazionale e quella italiana si stanno scatenando su presunti titoli che Conte non ha mai vantato! Conte, come ogni studioso, ha soggiornato all’estero per studiare, arricchire le sue conoscenze, perfezionare il suo inglese giuridico. Per un professore del suo livello sarebbe stato strano il contrario. Lo ha fatto e lo ha giustamente scritto nel curriculum, ma paradossalmente questo ora non va bene e diventa addirittura una colpa. È l’ennesima conferma che hanno davvero tanta paura di questo governo del cambiamento”, è la nota diffusa dall’ufficio comunicazione del M5s.
I casi dell’International Kultur Institut e di Cambridge – Nel curriculum il professore dichiara anche che “nell’anno 1993 ha soggiornato a Vienna, studiando tre mesi presso l’International Kultur Institut”. Secondo l’agenzia austriaca Apa e il portale news Der Standard l’International Kultur Institut di Vienna “in realtà si chiama Internationales Kulturinstitut ed è esclusivamente una scuola di lingue che offre corsi di tedesco”. Ma Conte non specifica di avere svolto a Vienna studi giuridici. Almeno non nel curriculum depositato alla Camera. In quello depositato all’associazione dei civilisti italiani, invece, il professore elenca in maniera non cronologica tutti gli eventuali atenei dove ha svolto “perfezionamento studi giuridici”: tra questi anche Vienna. Dall’istituto in serata l’Adnkronos ha comunque avuto conferma che non nel 1993 ma nell’estate 1990 Conte ha frequentato un corso di tedesco presso l’istituto.
Per quanto riguarda Cambridge nel primo curriculum, quello prodotto a Montecitorio, il docente spiega che “nel settembre dell’anno 2001 ha studiato presso il Girton College, Cambridge University, ove ha svolto attività di ricerca scientifica”. Ma l’università di Cambridge, secondo la Reuters, a settembre è chiusa per le vacanze estive. L’agenzia di stampa cita poi una fonte dell’istituto, secondo la quale non c’è nessuna traccia della frequentazione di Conte ma il professore potrebbe aver seguito un corso tenuto a Cambridge da un terzo istituto, non risultando quindi nei registri dell’università.
A Pittsburgh solo ricerca. Malta: “Possibile che abbia partecipato a letture nel 1997” – Il Messaggero riporta che anche l’università di Malta e quella di Pittsburgh hanno fatto sapere che “non c’è traccia di Giuseppe Conte” tra i docenti. Per quanto riguarda Pittsburgh però il cv si limita a citare “attività di ricerca” – non registrate dagli atenei, come già chiarito – e l’università di Malta in cui Conte ha scritto di aver insegnato nell’estate 1997 ha spiegato che “non esclude che egli abbia potuto essere coinvolto in alcune letture organizzate nell’estate del 1997 dalla defunta Foundation for International Studies (FIS)”, una “entità separata” rispetto all’University of Malta, con cui era stata attivata una collaborazione.
Il manifesto del Social Justice group – Il professore sostiene poi di essere stato “designato” a far parte del Social Justice Group istituito presso l’Unione Europea. Secondo ilPost.it, però, l’Unione Europea non ha un organo con questo nome. Esisteva però il Social justice in european private law, creato per pubblicare un Manifesto nel 2004. Il capo di quei docenti era Martijn Hesselink che sempre al post ha detto “Conte non è stato membro del Social Justice Group che ha scritto, firmato e pubblicato il manifesto”. Un volume universitario del 2009, però suggerisce un’altra ricostruzione: Conte potrebbe avere firmato il manifesto insieme ad altri docenti dopo la sua pubblicazione.