Ieri sera la partita di addio al calcio di Andrea Pirlo ha trasformato San Siro in una bolla di emozioni. Con lui in campo, Baggio, Del Piero, Totti, Ronaldo, Shevchenko, Maldini, Vieri, Inzaghi, Nesta, Zanetti, Buffon e tanti altri
“Da quando Baggio non gioca più… non è più domenica“, canta Cremonini in Marmellata #25. Avessimo voglia di canticchiarla anche noi, dopo aver visto lo spettacolo in scena ieri sera a San Siro, si potrebbero aggiungere a questo ritornello alcuni nomi, “da quando Baggio e Del Piero e Totti e Ronaldo e Shevchenko e Maldini e Vieri e Inzaghi e Nesta e Zanetti e Buffon e altri ancora non giocano più… non è più domenica”.
Questo devono aver pensato i tanti che ieri sera hanno guardato #Lanottedelmaestro, la serata di addio al calcio di Andrea Pirlo. Un lunedì di maggio, l’odore della pioggia prima che cada, San Siro, e il “metronomo” del pallone, Andrea da Flero, che al pallone ha detto addio con accanto una sfilza di numero 10 accanto da far spavento, Fantacalcio più del Fantacalcio.
Per festeggiare l’ex centrocampista della Nazionale, oltre a quelli già citati, c’erano Lampard, Materazzi, Verratti, Camoranesi, Chiellini, Bonucci, Cassano, De Rossi, Vidal, Rui Costa, Tevez. Campioni, anzi di più, amici, per dirla alla Buffon. E gli allenatori, anche quelli da figurine: Conte, Ancelotti, Allegri, Donadoni, Tassotti. Con Bobo Vieri che ha dato spettacolo negli spogliatoi, ma pure in campo e non tanto per il goal, quanto per un’esultanza fracassona e casinara, senza maglia, che ha fatto impazzire Twitter. Con Pippo Inzaghi, che ha segnato tre volte e ha voluto portarsi via il pallone, con Totti in vena di gag, con gli aneddoti di Chiellini (“Pirlo dopo la vittoria del primo scudetto andò dal direttore Marotta e gli disse “Volevate prendere Inler, meno male che avete preso me””), con lo scambio Del Piero-Vieri che ha fermato il tempo altro che Hugo Cabret, e sopratutto, con Pirlo.
Ventitre anni di gioco, ventotto trofei, due Champions, un Mondiale, sei scudetti, svariate volte in lizza per il pallone d’oro, regista amatissimo di Inter, Juve, Milan. Un architetto del gioco del calcio, e uno con un certo stile, capace di mettere in scena uno spettacolo che ha fatto godere ma anche impazzire gli spettatori (a San Siro erano in 43mila) di nostalgia per un tempo in cui il calcio era di sicuro più bello, giocatori e tifosi più giovani, “e si potevano mangiare anche le fragole”. E allora grazie Andrea Pirlo. Per tutto, e anche per ieri sera. È stato un po’ come se per una sola notte il calcio fosse diventato anche un altro settore dell’industria dello spettacolo, è stato bello. “Una vera e propria educazione sentimentale del tifoso“.