Sul fronte azionario Piazza Affari ha chiuso a -1,3%. Negativi in chiusura tutti listini europei, nella giornata delle raccomandazioni economiche della Commissione Ue. In Italia attesa per la nomina del premier e la scelta del ministro dell'Economia. Fitch: "La fiducia del mercato sembra indebolita da quando la coalizione di M5S e Lega ha rivelato proposte che avrebbero un significativo effetto sulle finanze pubbliche e sul settore bancario"
Lo spread tra Btp e Bund si è allargato ancora, sfondando i 200 punti, nel giorno di attesa per le decisioni del presidente della Repubblica sul nuovo governo e per le raccomandazioni della Commissione europea sui temi economici. Sergio Mattarella ha convocato per le 17:30, a mercati chiusi, il premier designato da Lega e M5s, Giuseppe Conte, mentre sono ancora in corso riflessioni su Paolo Savona, economista in corsa per il ruolo di ministro del Tesoro, che negli ultimi anni ha assunto posizioni anti euro. In mattinata il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali italiani e i corrispettivi tedeschi ha avuto una fiammata superando appunto i 200 punti base, un picco che non raggiungeva da giugno 2017, per poi ripiegare restando comunque sopra i 190 punti per gran parte della giornata e chiudendo a 191. Il tasso di interesse pagato dai Btp è arrivato al 2,4%, il massimo da novembre 2014.
Sul fronte azionario Piazza Affari ha chiuso in calo dell’1,3%, dopo una giornata tutta in rosso. Pesanti Saipem, Tenaris, Banco Bpm e Prysmian. È andata peggio però Francoforte, che a fine seduta ha perso l’1,47%, in negativo come Londra (-1,13%) e Parigi (-1,28%).
Dopo aver definito il contratto di governo tra M5s e Lega “incoerente con l’obiettivo affermato di ridurre il debito pubblico“, l’agenzia Fitch nel corso della giornata è tornata a esprimersi sui contenuti del documento: “La fiducia del mercato sembra essersi indebolita da quando la coalizione di M5S e Lega ha rivelato proposte che, se pienamente implementate, avrebbero un significativo effetto sulle finanze pubbliche dell’Italia e sul settore bancario”, ha scritto in una nota. “Una caduta prolungata nella fiducia degli investitori potrebbe ritardare i progressi delle banche nella riduzione del loro consistente stock di npl e rendere più costoso per loro costruire dei cuscinetti di debito junior”.
Gli analisti prevedono conseguenze anche per le aziende che si occupano di energia: “Ci aspettiamo che il governo gialloverde promuova un sistema di incentivi per espandere ulteriormente il comparto delle energie rinnovabili, stimolando le pubbliche amministrazioni a dotarsi di modelli di sviluppo sostenibili”, si legge in uno studio di Ig. A soffrirne potrebbero essere i gruppi che si occupano di energia tradizionale: nelle ultime settimane, durante le trattative tra M5S e Lega, Enel ha perso l’8%, A2A il 10 e Terna il 5.
Savona, possibile futuro ministro dell’Economia, ha ribadito nel libro di prossima uscita ‘Come un incubo e come un sogno’ (Rubbettino) le sue perplessità sull’unione monetaria europea, ribadendo che l’Italia deve essere preparata ad abbandonare l’euro. “Non ho mai chiesto di uscire dall’euro, ma di essere preparati a farlo se, per una qualsiasi ragione, fossimo costretti volenti o nolenti”, si legge nel saggio. “Ritengo che uscire dall’euro comporti difficoltà altrettanto gravi di quelle che abbiamo sperimentato e sperimenteremo per restare”. Savona scrive che è necessario avere due piani alternativi, “quello per restare nell’Ue e nell’euro e quello per uscire se gli accordi non cambiano e i danni crescono. Invece si insiste nella loro inutilità essendo l’euro irreversibile e si è disposti a pagare qualsiasi costo pur di stare nell’eurosistema”. L’economista teme che l’Italia possa infilarsi “in un vicolo cieco” e di dover “consegnare la sovranità fiscale alla ‘triade’ (Fmi-Bce-Commissione) se le cose peggiorano, infilandoci nella soluzione greca”.