Più di 14 mila persone, in gran parte studenti, hanno visitato in questi due anni il Museo Falcone Borsellino. Grazie all’Associazione Nazionale Magistrati e alla Fondazione Progetto Legalità, c’è un luogo dove si può tornare indietro nel tempo e immaginare come lavoravano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Il museo si trova nel piano seminterrato del Palazzo di Giustizia di Palermo proprio nel ‘bunkerino’ dove si trovavano gli uffici che ospitavano per ragioni di sicurezza Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Il museo è visitabile su prenotazione. Si possono trovare tutte le informazioni sul sito della Fondazione Progetto Legalità presieduta dall’ex procuratore aggiunto di Palermo, Leonardo Agueci: https://progettolegalita.it/.
Il museo è stato creato nel luglio 2016 dall’Associazione Nazionale Magistrati di Palermo grazie anche all’impegno di Giovanni Paparcuri, già autista di Rocco Chinnici, sopravvissuto all’attentato che uccise nel 1983 il giudice. Paparcuri ora è in pensione ma è un protagonista unico di quella stagione di impegno antimafia. L’uomo giusto per trasmettere quei valori alle scolaresche che visitano il museo. Dopo la strage di via Pipitone, Paparcuri infatti è diventato, grazie alle sue conoscenze informatiche, uno stretto collaboratore di Falcone e Borsellino.
Negli anni, dopo la morte dei due giudici, Paparcuri ha ritrovato e conservato con cura tutti gli oggetti usati dai due magistrati sin dai tempi del maxiprocesso. Come accade per tutti gli uffici pubblici, anche gli strumenti di lavoro dei due giudici uccisi dalla mafia sarebbero stati dismessi perché obsoleti. Mentre altri buttavano le cose, Paparcuri le conservava perché conosceva l’importanza della memoria. Era l’autista di Rocco Chinnici nel 1983 e ed è l’unico sopravvissuto della strage di via Pipitone Federico, dove il giudice, la scorta e il portiere dello stabile persero la vita. Il museo è una tappa fondamentale dei percorsi della legalità e della memoria. Chi varca la sua porta può vedere i quaderni, i computer Commodore e i microfilm dove erano conservate le carte delle indagini. Carte ancora vive come dimostra il ritrovamento nei mesi scorsi di un appunto di Giovanni Falcone vergato di pugno del magistrato sulla base delle confidenze ricevute da un collaboratore di giustizia. Nell’appunto Falcone scriveva “Berlusconi dà 20 milioni a Grado e anche a Vittorio Mangano” Probabilmente il collaboratore di giustizia Francesco Marino Mannoia aveva parlato del ‘pizzo’ chiesto negli anni 80 dalla mafia all’imprenditore. Le confidenze erano rimaste fuori verbale e poi non furono più trasfuse in un vero interrogatorio.
Chi visita il museo non potrà vedere quegli appunti. Sono stati trasmessi ai pm Caltanissetta, il posto più giusto per una storia antica sì ma mai chiarita.
Mafie - 23 Maggio 2018
Mafia, 26 anni dopo nel “bunkerino” di Falcone e Borsellino: “Qui trovavano rifugio da attacchi fisici e morali”
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Più di 14 mila persone, in gran parte studenti, hanno visitato in questi due anni il Museo Falcone Borsellino. Grazie all’Associazione Nazionale Magistrati e alla Fondazione Progetto Legalità, c’è un luogo dove si può tornare indietro nel tempo e immaginare come lavoravano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Il museo si trova nel piano seminterrato del Palazzo di Giustizia di Palermo proprio nel ‘bunkerino’ dove si trovavano gli uffici che ospitavano per ragioni di sicurezza Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Il museo è visitabile su prenotazione. Si possono trovare tutte le informazioni sul sito della Fondazione Progetto Legalità presieduta dall’ex procuratore aggiunto di Palermo, Leonardo Agueci: https://progettolegalita.it/.
Il museo è stato creato nel luglio 2016 dall’Associazione Nazionale Magistrati di Palermo grazie anche all’impegno di Giovanni Paparcuri, già autista di Rocco Chinnici, sopravvissuto all’attentato che uccise nel 1983 il giudice. Paparcuri ora è in pensione ma è un protagonista unico di quella stagione di impegno antimafia. L’uomo giusto per trasmettere quei valori alle scolaresche che visitano il museo. Dopo la strage di via Pipitone, Paparcuri infatti è diventato, grazie alle sue conoscenze informatiche, uno stretto collaboratore di Falcone e Borsellino.
Negli anni, dopo la morte dei due giudici, Paparcuri ha ritrovato e conservato con cura tutti gli oggetti usati dai due magistrati sin dai tempi del maxiprocesso. Come accade per tutti gli uffici pubblici, anche gli strumenti di lavoro dei due giudici uccisi dalla mafia sarebbero stati dismessi perché obsoleti. Mentre altri buttavano le cose, Paparcuri le conservava perché conosceva l’importanza della memoria. Era l’autista di Rocco Chinnici nel 1983 e ed è l’unico sopravvissuto della strage di via Pipitone Federico, dove il giudice, la scorta e il portiere dello stabile persero la vita. Il museo è una tappa fondamentale dei percorsi della legalità e della memoria. Chi varca la sua porta può vedere i quaderni, i computer Commodore e i microfilm dove erano conservate le carte delle indagini. Carte ancora vive come dimostra il ritrovamento nei mesi scorsi di un appunto di Giovanni Falcone vergato di pugno del magistrato sulla base delle confidenze ricevute da un collaboratore di giustizia. Nell’appunto Falcone scriveva “Berlusconi dà 20 milioni a Grado e anche a Vittorio Mangano” Probabilmente il collaboratore di giustizia Francesco Marino Mannoia aveva parlato del ‘pizzo’ chiesto negli anni 80 dalla mafia all’imprenditore. Le confidenze erano rimaste fuori verbale e poi non furono più trasfuse in un vero interrogatorio.
Chi visita il museo non potrà vedere quegli appunti. Sono stati trasmessi ai pm Caltanissetta, il posto più giusto per una storia antica sì ma mai chiarita.
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Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 alle ore 15.30 si svolgeranno le commemorazioni dell'Ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. Poi il primo punto all'ordine del giorno è la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè.
(Adnkronos) - La sede opportuna, ha sottolineato Ciriani, "è il Copasir che è un organo del Parlamento e non del governo, ed è presieduto da un componente delle opposizioni. E' quella la sede in cui il governo fornisce tutte le informazioni del caso: oggi è stato audito Valensise, la settimana scorsa Caravelli e la prossima settimana sarà audito Frattasi. Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
E anche sulla richiesta delle opposizioni di sapere se Paragon sia stato utilizzato dalla polizia penitenziaria, Ciriani ribadisce che saranno date "riposte nelle sedi opportune. C'e' un luogo in cui dare risposte e un altro luogo in cui non si possono dare, ma questo è la legge a disporlo, non è il governo". Infine viste le proteste dei gruppi più piccoli che non sono rappresentati nel Copasir, Ciriani ha ricordato che "è la legge che lo prevede, non dipende dal governo".
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 al mattino si terrà discussione generale sulla mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo della Camera.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - La conferenza dei capigruppo ha stabilito che domani dalle 18 votazione si svolgerà la chiama per la fiducia sul dl Milleproroghe. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 16 e 20. Il voto finale sul provvedimento è previsto per giovedì.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Le opposizioni protestano con il governo e con il presidente della Camera Lorenzo Fontana sulla mancata interrogazione al question time sul caso Paragon. "Il governo si sottrae al confronto con il Parlamento. Siamo totalmente insoddisfatti sulle motivazioni apportate dal ministro Ciriani" che ha ribadito come il governo ritenga "non divulgabili" le informazioni sul caso, ha detto la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, al termine della capigruppo a Montecitorio. "E abbiamo chiesto anche al presidente Fontana di rivalutare la sua scelta".
"Il governo ha avuto l'atteggiamento di chi è stato preso con le mani nella marmellata: tutti hanno parlato, ma ora che abbiamo chiesto se lo spyware fosse utilizzato dalla polizia penitenziaria scatta il segreto...", osserva il capogruppo di Iv, Davide Faraone. Per Riccardo Magi di Più Europa si tratta "di un altro colpo alle prerogative del Parlamento. Si toglie forza a uno dei pochissimi strumenti che si hanno per ottenere risposte dal governo".
Roma, 18 (Adnkronos) - "Si tratta di informazioni non divulgabili" e come tali "possono essere divulgate solo nelle sedi opportune" come il Copasir. Lo ha detto il ministro Luca Ciriani al termine della capigruppo alla Camera a proposito delle interrogazioni al governo da parte delle opposizioni sul caso Paragon. "Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
Milano, 18 feb. (Adnkronos) - "Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico. Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano". Lo afferma Stefano Boeri dopo la decisione del gip di Milano che ha disposto un'interdittiva che gli vieta per un anno di far parte di commissioni giudicatrici per procedure di affidamento di contratti pubblici.
L'archistar è indagato insieme a Cino Paolo Zucchi e Pier Paolo Tamburelli per turbativa d'asta nell'inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. "Ribadisco la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale" conclude Boeri in una nota.