Mark Zuckerberg? Ha violato l’ingenuità degli utenti.
Ha riferito al Congresso, ha riferito a Bruxelles, ha chiesto scusa.
Del fatto che Facebook fosse gratis non s’è mai lamentato nessuno. Sì ma la privacy… ah bè… i dati, sì: è da quando abbiamo le mail “gratis” che le nostre parole sono filtrate (ecco perché le pubblicità di quello che navigavo in rete). All’utente, mica gliel’ha detto il dottore di usare Facebook (e un genitore di educare un figlio): è andato di fiducia.
Zuckerberg pagasse le tasse dove guadagna (non in qualche paradiso). Facesse come fa responsabilmente l’Italia con le sigarette: provoca il cancro, uomo avvisato… Mark facesse lampeggiare un bannerino: “reale è meglio”. Potrebbe fare come fa l’Italia con le ludopatie, che prima ti vizia al gioco poi ti avverte che sei un ludopatico (però te l’ha detto). Non potendo rinunciare a quel che guadagna con fumo alcol e ludopatie, lo Stato si assolve avvertendoti.
Quindi lo facesse anche l’Italia di riferire agli italiani. O era Zuckerberg? O eravamo noi? O era… Mi manca la vita reale!