È rientrata in Italia Farah, la 19enne pakistana residente a Verona che era stata riportata in patria con l’inganno dai suoi genitori per costringerla ad abortire. Dopo alcuni giorni trascorsi nella residenza dell’ambasciatore italiano ad Islamabad, la giovane è atterrata all’aeroporto di Malpensa su un volo in arrivo da Abu Dhabi alle 7.30. Superati i controlli, è stata fatta uscire dallo scalo da un passaggio secondario.
“Farah è finalmente tornata in Italia e si trova adesso in un luogo sicuro“, ha dichiarato il ministro degli Esteri uscente Angelino Alfano. “Grazie al lavoro diplomatico dell’ambasciata italiana a Islamabad e alla collaborazione con le autorità pakistane“. Collaborazione che è stata fondamentale per il salvataggio della giovane, liberata proprio con un blitz della polizia locale a Islamabad una settimana fa. Secondo quanto si apprende, Farah è arrivata a Verona ed è stata sentita in Questura prima di essere trasferita in un luogo segreto. La procura valuterà ora se ci sono profili di reato e soggetti eventualmente perseguibili in Italia. Nella città veneta, infatti, risiede ancora un fratello. Il padre – contrariamente a quanto appreso in un primo tempo – si trova in Pakistan dal gennaio scorso.
Min. #Alfano: #Farah è finalmente tornata in #Italia e si trova adesso in un luogo sicuro. Grazie al lavoro diplomatico dell’#ambasciata italiana a #Islamabad e alla collaborazione con le autorità pakistane pic.twitter.com/2WN5xC7paz
— Farnesina ?? (@ItalyMFA) 24 maggio 2018
Sulla vicenda, che inizialmente ha ricordato da vicino la storia di Sana Cheema, la 25enne anni di Brescia, uccisa in Pakistan dal padre e dal fratello per aver rifiutato un matrimonio combinato, è intervenuta anche la Farnesina. Prima del suo rientro in Italia, infatti, Farah è stata ospitata nella residenza dell’ambasciatore italiano a Islamabad. Nei giorni scorsi le autorità hanno dovuto rifare il passaporto e gli altri documenti che i familiari le hanno sottratto al momento della segregazione in Pakistan. Ora ad aspettare la giovane a Verona c’è il fidanzato, di cui era rimasta incinta, che dice: “No l’ho ancora sentita, non so dove sia adesso, ma spero di poterla vedere presto”. Il Comune, intanto, ha già fatto sapere che è disponibile ad accoglierla in una struttura protetta. “Ci auguriamo che, una volta in Italia, la sua destinazione finale sia quella di Verona, la città dove risiede da dieci anni e che la sta aspettando”, aveva detto l’assessore ai Servizi sociali Stefano Bertacco. “A garantire la sicurezza di Farah, se mai ce ne fosse ancora bisogno, ci pensiamo noi. Siamo pronti anche per il sostegno psicologico che potrebbe essere necessario per voltare pagina”.