Ci aveva provato con Bmw e Mercedes ma senza successo, perché voleva la supervisione sulla progettazione dei veicoli. Ora Apple ha invece trovato la quadra per lo sviluppo della guida autonoma con gli altri tedeschi, quelli di Volkswagen, con un accordo che prevede la trasformazione dei Trasporter T6 (i van eredi della gloriosa tradizione del Bulli) a trazione elettrica in navette per il trasporto dipendenti della stessa azienda di Cupertino.
In particolare, il tragitto sarà quello tra i due campus Apple nella Silicon Valley, e a bordo dei veicoli ci sarà comunque un autista pronto a prendere il controllo del mezzo, se necessario. Troppo fresco il ricordo dell’incidente costato la vita a una donna lo scorso marzo in Arizona, durante il test di un veicolo autopilotato di Uber.
L’accordo tra i due colossi, anticipato dal New York Times, prevederebbe l’utilizzo di telaio, ruote e carrozzeria originale dei Transporter, mentre l’azienda californiana ha in mente di sostituire sedili e cruscotto. Oltre naturalmente a montare sensori, super-batterie ed altri equipaggiamenti informatici, in grado di gestire il sistema self driving messo a punto da Apple: operazione che verrà portata a termine dalla Italdesign di Torino, l’azienda fondata da Giorgetto Giugiaro ora “costola” del gruppo di Wolfsburg. Anche il nostro Paese, dunque, gioca un ruolo importante nella vicenda.
Secondo quanto riportato dal NYT, i primi veicoli dovevano originariamente essere pronti per fine 2018, ma sembra che la data sia stata posticipata al prossimo anno. Ancora un ritardo dunque per un colosso come Apple, che dopo essere partita in grande col progetto Titan legato alla realizzazione di un’intero veicolo a guida autonoma, ha preferito poi concentrarsi solo sul software. Perdendo terreno rispetto ad esempio alla concorrenza di Google, che con la sua divisione dedicata Waymo già da tempo effettua test su strada con le Chrysler Pacifica fornite da FCA. Questa, però, dovrebbe essere la volta buona anche per la Mela.