Polemica incandescente a L’Aria che Tira (La7) sui discussi post pubblicati su Facebook dall’ex deputato M5s, Alessandro Di Battista, e da suo padre, Vittorio. Ad accendere la miccia è il parlamentare di Forza Italia, Giorgio Mulè: “Di Battista mi ricorda il cartello “Cave canem” che sta a Pompei. Lui a un certo punto viene sciolto per azzannare ora Berlusconi, definito “il male assoluto”, ora Salvini, quando i rapporti non erano buoni, ora Renzi. E ieri il cane è stato sciolto per azzannare Mattarella. È veramente schifoso, non solo per il linguaggio” – continua – “ Il padre di Di Battista su Facebook ha evocato Robespierre e la Bastiglia. Quando loro chiamano il popolo a quel tipo di reazioni, quelle cose poi succedono. Basti pensare cosa succede nei profili social di quelli che non la pensano come loro. Veniamo attaccati con parole di violenza inaudita e con minacce vere.”. Poi attacca Roberto Fico: “Aveva le mani in tasca mentre veniva intonato l’inno di Mameli e la cosa mi ha fatto ribollire il sangue. Ma mi ha colpito ancora di più quello che Fico ha detto per giustificarsi. Lui non rappresenta i 5 Stelle, ma la terza carica dello Stato e quindi me, mentre si ricordano Falcone e la sua scorta. Quindi, Fico faccia la cortesia di tenere un comportamento rispettoso per quegli eroi e quei morti là. Quando c’è l’inno d’Italia, si sta lì e si canta l’inno. Punto”. Prende poi la parola la senatrice di Fratelli d’Italia, Daniela Santanchè, ma viene interrotta da Mulè, che, parlottando in studio con la giornalista del Corriere della Sera, Maria Teresa Meli, ritorna a bomba su Di Battista e sugli insulti di simpatizzanti 5 Stelle sui social: “Ha ragione Maria Teresa. Siamo alla Repubblica di Weimar. Noi tendiamo a sottovalutarli”. L’ex direttore Antonio Padellaro insorge: “Se siamo di fronte a un nuovo nazismo, ditelo e basta”. Meli replica: “Stiamo dicendo che i giornali e le istituzioni hanno il dovere di non sottovalutare quello che accade”. “Per 15 minuti si è parlato di Di Battista e del padre” – ribatte Padellaro – “poi di Fico che aveva le mani in tasca. Il mio interesse sulla famiglia Di Battista è limitato. Abbiamo un presidente incaricato e un governo che sta per formarsi. Tutte le opinioni sono accettabili, ma, al di là delle mani in tasca di Fico, c’è un problema politico gigantesco: Salvini non fa più parte del centrodestra”.
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