“Chi vive a Milano col proprio piatto dell’infanzia racconta dei viaggi”. Viaggi fatti in prima persona per arrivare in questa città o compiuti in passato dai genitori o dai nonni che scelsero Milano per vivere. C’è chi mangia la pizza pugliese, chi il baccalà alla vicentina. Dal Gambia qualcuno porta il platano con gli arachidi, dalla Corea la frittata con i gamberi secchi. E accanto alla crema di foglie di manioca, tipica dell’Angola, ci sono anche il risotto allo zafferano e la cotoletta, magari da affiancare all’insalata di patate tedesca o alle polpette di fagioli neri brasiliane.

È il menù internazionale di Ricetta Milano, la tavolata multietnica curata dall’associazione Kamba che il 23 giugno prossimo si snoderà tra piazza del Cannone, i viali di Parco Sempione e le vie limitrofe. Una festa, a costo zero per il Comune, che chiuderà i 35 giorni di iniziative nell’ambito di Insieme senza muri, la rassegna dell’integrazione e dell’incontro organizzata a un anno di distanza dalla marcia pro-migranti che il 20 maggio 2017 riempì le strade milanesi con centinaia di persone. Nel giorno dell’anniversario si partirà con l’apertura di Casa Chiaravalle, il bene confiscato alla mafia più grande della Lombardia che ospita donne, straniere e italiane, in uscita da percorsi di contrasto alla violenza. Poi un palinsesto di incontri che si svilupperà nell’arco di oltre un mese: al centro sempre la cultura dell’accoglienza e della convivenza.

“Sarà un grande festival dell’incontro, una straordinaria occasione per non farsi incantare dalle sirene del rancore. Coinvolgeremo la città e i milanesi, di nascita e di adozione, in questa festa all’insegna della socialità”, ha detto l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, lanciando Insieme senza muri e l’iniziativa Ricetta Milano, a cui parteciperanno anche 40mila migranti a cui saranno consegnati i cestini per un pic-nic in parco Sempione.

E insieme alla presentazione dell’iniziativa sono arrivate anche le polemiche del centrodestra milanese. “Siamo pronti a una mobilitazione con il supporto di associazioni ambientaliste e comitati per impedire questo scempio”, ha fatto sapere Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale. “Saranno accolti i tanti anziani milanesi abbandonati a se stessi? E i clochard italiani che dormono sotto tutti i portici perché hanno paura nei dormitori popolati da stranieri? E le 22mila famiglie milanesi in attesa di una casa popolare, sono previste al pranzo per gli immigrati?”, ha invece domandato Riccardo De Corato, ex vicesindaco di Milano e assessore a Sicurezza e Immigrazione della Regione Lombardia.

“Non è e non sarà la tavolata dei migranti”, risponde parlando a Ilfattoquotidiano.it Emanuela Vita, fondatrice di Kamba e curatrice di Ricetta Milano. “L’idea è far sedere a tavola tutta la città e tutti i suoi ingredienti – racconta – e i milanesi arrivano da tutta Italia, perché il milanese dice sempre “sono di Milano, ma…”: quel “ma” è il piatto della nonna che viene dalla Calabria, dalla Sicilia, piuttosto che dal Veneto”. Un modo per raccontare una storia di accoglienza, prima degli italiani, e poi negli ultimi decenni delle comunità internazionali: “È la mescolanza degli ingredienti di Milano che vengono da molte parti d’Italia e da tante parti del mondo”, afferma la curatrice.

L’iniziativa quindi è aperta a tutti, “milanesi di nascita o di adozione”, ripete Vita. L’unica regola per poter partecipare è portare la propria ricetta dell’infanzia: “Questo per dire ‘guardiamoci nei piatti e raccontiamoci da dove veniamo’ – spiega – Sul cibo non si mente: raccontando i piatti della nostra infanzia raccontiamo molto della Milano in viaggio”. Per questo, da quando il 10 maggio sono state aperte le iscrizioni, la lunghissima tavolata cittadina ha cominciato subito a riempirsi di pietanze tipiche milanesi, come da piatti portati da studenti Erasmus, lavoratori stranieri, designer del Politecnico, unendo giovani e anziani, il mondo dell’impresa e della moda con il terzo settore. Tutte le facce della città.

“È Milano che si siede a tavola”, afferma Vita. Presentare i piatti dell’infanzia “ci permette di andare a ritroso nei processi migratori che hanno coinvolto la città”, spiega. “Condividere con gli altri partecipanti il proprio cibo significa celebrare il carattere aperto, accogliente e internazionale di Milano, città in cui ‘milanesi si diventa’”, aggiunge la curatrice. Per unirsi alla tavolata è possibile prenotare il posto attraverso il sito www.ricettamilano.it iscrivendosi come singolo cittadino o come gruppo. Dopo aver inserito i propri dati di registrazione si riceverà un’email di conferma che darà l’accesso alla sezione in cui si potrà inserire la ricetta che ognuno vuole cucinare il 23 giugno.

“Ci si può iscrivere individualmente, oppure portare i propri amici e familiari, preparando un vero e proprio menù. Poi si può anche condividere il proprio tavolo, per poter così assaggiare anche i piatti dei propri vicini”, spiega Vita. Sul sito è possibile anche segnalare la propria disponibilità a ospitare una delle cene che a partire dal 21 maggio verranno organizzate per tutto il mese, spostandosi di casa a casa. Un’idea già sperimentata proprio dall’associazione Kamba, che organizza anche corsi di alta cucina per rifugiati e richiedenti asilo. Proprio queste cene e poi il grande banchetto del 23 giugno formeranno un racconto di ricette e storie generando il ricettario di Milano città aperta, accogliente e internazionale. E l’obiettivo è “fare una tavolata lunga almeno 2,6 chilometri, che sarebbe anche un nuovo record mondiale”.

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