Il presidente del Partito democratico, ospite al programma di Rai Tre #Cartabianca, ha criticato l'operato dell'ex ministro. collegando l'aumento di consensi della Lega alle linea tenuta dal titolare dell'Interno che confidò di aver "temuto per la tenuta democratica del Paese". Non una parola sulla linea-Salvini prospettata da Renzi: "Non possiamo accoglierli tutti, aiutamoli a casa loro", scrisse l'ex segretario
“Alcune scelte del nostro governo hanno favorito lo sfondamento a destra“. Mentre il governo Cinquestelle-Lega guidato da Giuseppe Conte inizia a prendere forma, con qualche difficoltà sulla scelta del ministro dell’Economia, nel Partito democratico prosegue la resa dei conti. Questa volta è Matteo Orfini ad andare all’attacco: “Se andiamo in tv a dire che l’immigrazione è un pericolo si fa un assist a Salvini. La lettura sull’immigrazione data dal nostro governo ha sdoganato una lettura di destra del fenomeno”, ha detto il presidente del Pd al programma #Cartabianca, in onda su giovedì sera su Rai Tre. Un attacco chiaro al ministro uscente dell’Interno Marco Minniti che aveva detto di “aver temuto per la tenuta democratica del Paese” a causa dei flussi migratori e della loro percezione nell’opinione pubblica.
Non un accenno, da parte del presidente del Pd, alle parole che invece, ben prima delle scelte di Minniti, l’ex segretario Matteo Renzi aveva scritto nel suo libro Avanti. Anche l’ex segretario infatti sul tema migranti aveva usato espressioni simili a quelle di Lega e Fratelli d’Italia. “Se qualcuno rischia di affogare in mare, è ovvio che noi abbiamo il dovere di salvarlo”, aveva scritto Renzi nel suo libro uscito la scorsa estate, ma “non abbiamo il dovere morale di accoglierli”. Piuttosto, “di aiutarli a casa loro”. Frasi e posizioni spesso utilizzate dal leader del Carroccio Matteo Salvini.
Poco prima Orfini aveva incontrato il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte con Maurizio Martina, Graziano Delrio e Andrea Marcucci. Un incontro durante il quale, riportano le agenzie, Conte avrebbe detto ai quattro che “Se ci foste stati voi qui…I contenuti sarebbero potuti essere diversi…”. Un cenno vagamente politico del premier incaricato, che per il resto è rimasto abbottonato facendo solo qualche riferimento al contratto, bene in vista sul tavolo, ai suoi interlocutori.