Silvio Berlusconi ha “donato” oltre 3 milioni di euro alla famiglia di Marcello Dell’Utri tra il novembre 2016 e il febbraio 2017, mentre il fondatore di Forza Italia ed ex senatore era già rinchiuso nel carcere di Parma per scontare la condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. “Prestiti infruttiferi”, è scritto nella causale dei versamenti analizzati dall’Ufficio informazioni finanziarie di Bankitalia e dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza che hanno segnalato “l’operatività sospetta” alla procura di Milano.

“L’anomala operatività registrata su tre conti correnti intestati a Ratti Miranda Anna“, la moglie dell’amico ed ex socio di Berlusconi, scrive La Stampa, è finita nel mirino degli investigatori durante un fascicolo aperto a carico di Dell’Utri per bancarotta, senza che quel filone portasse a iscrizioni nel registro degli indagati per i pagamenti ora nuovamente nel mirino degli inquirenti. Tre milioni e 328mila euro, a tanto ammontano, solo per il periodo in esame, le “donazioni” fatte dall’ex cavaliere alla moglie e ai tre figli del fondatore di Forza Italia. Solo il 9 dicembre 2016, la moglie di Dell’Utri ha ricevuto due bonifici da “150mila e 100mila euro” provenienti da conti di Berlusconi, che nelle scorse settimane ha “rotto” il protocollo istituzionale durante le consultazioni al Quirinale per parlare a Sergio Mattarella delle condizioni di salute del suo amico.

Quella somma, nel giro di pochi giorni, è finita sui conti di uno degli avvocati dell’ex senatore con causale “spese legali”. Nella relazione firmata dall’Uif e dai finanzieri, però, si legge che in quei mesi “la provvista sul rapporto in argomento risulta costituita da due bonifici per complessivi 2,5 milioni di euro, disposti da Berlusconi Silvio, nonché da numero sei bonifici per un importo complessivo di 828mila euro disposti dalla stessa Ratti da altro rapporto alla stessa intestata”. E tra i beneficiari – scrive La Stampa – non c’è solo la moglie, perché anche i figli di Dell’Utri hanno ricevuto corpose donazioni. Sul conto della figlia Marina vengono segnalati come “anomali” nove bonifici nel 2016 per oltre un milione di euro disposti dalla moglie di Dell’Utri nuovamente come “prestiti infruttiferi”. A loro volta, quei soldi, stando alla relazione inviata in procura, sono poi finiti per “finanziamento soci” nel conto di una società con sede operativa a Santo Domingo che “risulterebbe inattiva”.

Con un “giro” simile alla vigilia della sentenza della Cassazione, che annullò con rinvio il processo d’appello in cui Dell’Utri era stato condannato a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa, furono 15 i milioni transitati prima dal conto di Berlusconi a quello della moglie dell’allora senatore Pdl, e poco dopo gran parte di quella cifra, 11 milioni, sarebbe stata spostata da lì a un altro conto in una banca sempre a Santo Domingo. Gli investigatori rintracciarono i pagamenti nel corso di un’indagine, poi archiviata, per una presunta estorsione da parte del fondatore di Forza Italia ai danni dell’ex premier.

“Prestiti infruttiferi” come quelli concessi alla famiglia Dell’Utri furono disposti da Berlusconi anche agli ospiti delle “cene eleganti” ad Arcore e sono al centro di più indagini e processi – spacchettati in sette procure, da Torino a Siena – per corruzione in atti giudiziari che vedono coinvolto l’ex premier. E altri 27 milioni di euro arrivati da Publitalia ad Alberto Bianchi, amico di Berlusconi e Dell’Utri, sono finiti al centro di un’altra inchiesta della procura di Milano. Soldi ricevuti nell’arco di 14 anni, fino al 2013, e fatturati come provvigioni per la vendita di spazi pubblicitari per le reti del Biscione.

Grazie alle intercettazioni – svelate da FqMillenniuM di febbraio – e alle testimonianze dirette dei funzionari della concessionaria, però, l’indagine ha documentato che Bianchi non ha mai procacciato neppure un singolo cliente. Da qui è partita l’inchiesta sulla reale natura di quei pagamenti. I pm hanno chiesto l’archiviazione per Berlusconi perché non è emersa la prova che fosse lui il demiurgo dei pagamenti. Restano però le intercettazioni di Bianchi, in cui lui stesso, coetaneo del leader di Forza Italia, sostiene di avere ricevuto bonifici a sei zeri in cambio del suo silenzio sui rapporti tra Dell’Utri e la mafia. Un concetto ribadito più volte: “Sai fino a quando mi pagheranno? Fin quando c’è vivo Dell’Utri. Quando muore Dell’Utri non mi pagano più. Perché la loro paura è che io vada a cantare le canzoni di Dell’Utri e di lui con la mafia“.

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