Il caso Gurtel scuote alle fondamenta il governo di Mariano Rajoy. Ventiquattro ore dopo la sentenza con la quale la Audiencia Nacional di Madrid ha condannato a 33 anni l’ex tesoriere del Partito Popolare Luis Barcenas, a 15 anni sua moglie Rosalia Iglesias e a 51 anni Francisco Correa, la mente che aveva messo in piedi una rete di fondi neri destinati al Pp, il principale alleato del premier conservatore, Ciudadanos, ha chiesto che il capo del governo convochi “nelle prossime settimane elezioni anticipate“, minacciando di votare la mozione di sfiducia presentata dai socialisti al Congresso.
La direzione socialista è stata convocata in sessione straordinaria questa mattina dal segretario Pedro Sanchez. Giovedì il leader di Podemos Pablo Iglesias aveva preannunciato appoggio alla mozione: “Nessuna democrazia può sopportare un partito delinquente al governo”, aveva detto Iglesias.
Ferma la risposta di Rajoy. Il primo ministro ha contrattaccato affermando che la mozione presentata dal Psoe è “cattiva per la Spagna e va contro la stabilità del Paese” e serve solo gli interessi di Sanchez. Rajoy ha quindi risposto alla richiesta di elezioni anticipate di Ciudadanos affermando che è sua esclusiva prerogativa sciogliere le camere. In una conferenza stampa improvvisata al termine della riunione settimanale del governo, Rajoy, con tono irritato, ha attaccato il leader dell’opposizione che ha accusato di “volere essere presidente del governo a qualunque costo, con l’appoggio di chiunque, compresi i partiti separatisti”. Il premier ha chiarito di non intendere farsi da parte e di puntare ad arrivare al termine della legislatura nel 2020.