SOLO: A STAR WARS STORY di Ron Howard. Con Alden Ehrenreich, Woody Harrelson, Donald Glover. USA 2018. Durata: 135’. Voto 1,5/5 (AMP)
“Quant’è bella giovinezza..”. Senza proseguire la citazione, certamente Lorenzo il Magnifico sarebbe servito a Ron Howard per trovare la giusta quadra a comporre uno spin-off degno di Guerre Stellari. Da raccontare, in fondo, c’era la genesi di un mito, Han Solo, evocato fra la sua post adolescenza di 18enne e la gioventù dei 24 anni. Un personaggio d’irrequietezza e disobbedienza endogene, un eroe con qualche macchia e nessuna paura dal fascino irresistibile che – naturalmente – sarebbe poi diventato Harrison Ford. Doveva solo cucinare ingredienti gustosi già pronti. E invece il pur bravo Howard ha fallito, e con lui sceneggiatori e co: il Bildungsroman di Solo è un polpettone stellare senza anima, quasi un’astronave che procede inerme negli spazi siderali il cui destino è già noto.
Lo spettatore medio, forse, troverà simpatia in alcuni personaggi arrivati da un “altrove” altrettanto famoso (vedi Emilia Clarke prestata dal Trono di spade…), lo spettatore nostalgico andrà a caccia di segnali e icone del Mito, ma quello attrezzato, per non parlare del vero e proprio fan di Star Wars, ne uscirà indignato. E non solo perché la bipolarità narrativo/drammaturgica (bene vs male) e il solito giochino delle spie e contro spie sono presentati ai minimi termini, ma soprattutto dal residuale carisma del povero Ehrenreich, bello senz’anima, mai lontanamente accostabile al “character” Harrison Ford. Non serve capire i motivi che hanno spinto Lucasfilm e la Disney a formulare il nuovo blockbuster dal franchise d’oro: incassare è il verbo, quanto al resto si perderà nell’oblio in un galassia lontana lontana…