Un’impresa leggendaria, una strategia ai limiti della follia sportiva che Chris Froome ha trasformato in una di quelle giornate epiche che solo il ciclismo può regalare. La maglia rosa strappata a Simon Yates, arrivato al traguardo con oltre mezz’ora di ritardo, finisce per essere solo il contorno della pagina di storia che il britannico ha scritto nel tappone alpino di Bardonecchia, segnata da Colle delle Finestre e dal Sestriere. Montagne che Froome ha scalato in totale solitudine, della serie: la squadra è forte, ma la vittoria, quasta volta, è davvero solo sua.

L’azione vicente di Froome, alla mattina quarto in classifica con un distacco di 3’22’’ dalla maglia rosa, inizia quando al traguardo mancano ancora 80 km, dopo un forcing del compagno di squadra del team Sky Salvatore Puccio che assottiglia il gruppo dei migliori. Sugli stretti tornanti che portano al Colle delle Finestre, il britannico decide che è tempo di andare via e lancia una fiammata terrificante, con quella sua classica “frullata” che in passato ha suscitato più di una risata. Ma queste volta niente scherno, solo lo stupore di pubblico e addetti ai lavori davanti a un incredibile gesto sportivo a cui nessun nessuno dei big della generale ha saputo rispondere. Non Simon Yates, crollato sulle prime rampe del Colle delle Finestre, non DumoulinPinot, impotenti e incapaci di condurre l’inseguimento, non gli italiani, con Aru ritirato all’alba della tappa e Pozzovivo in crisi.

In vetta al Sestriere, terza salita di giornata, Froome prosegue nella sua cavalcata con 2’40’’ sul gruppo di Dumoulin e 4’40’’ su Pozzovivo, mentre l’ex maglia rosa sprofonda a oltre 20 minuti. In discesa, in un tunnel in semicurva, il leader della Sky ha anche la lucidità per evitare la moto del regolatore di corsa finita pericolosamente a terra, senza conseguenze. Alla fine, il vincitore di quattro Tour e una Vuelta rifila tre minuti ai primi inseguitori: Carapaz secondo, Pinot terzo, Lopez quarto, ma soprattutto Dumoulin quinto, a 3’23’’. Il vincitore del Giro 2017 è comunque l’unico superstite della tappa: con un ritardo di 40 secondi nella generale, l’olandese potrà provare un ultimo assalto alla nuova maglia rosa nella 20esima tappa, l’ultima prima della passerella di Roma. Arrivo in salita sul traguardo di Cervinia, in tutto 214 chilometri con tre salite di prima categoria concentrate negli ultimi 90, per un totale di 4000 metri di dislivello.

L’impresa di Froome, la più importante della sua carriera, è resa ancora più epica dalla particolarita della tappa, dato che oggi il Giro affrontava la Cima Coppi, la più alta della Corsa. Un traguardo speciale istituito nel 1965, 5 anni dopo la morte dell’immenso Fausto. Chi passa per primo in vetta lega inevitabilmente il proprio nome a quello del Giro, come hanno fatto in passato i grandi del ciclismo che l’hanno conquistata, da GimondiMerckx, da Chiappucci a Indurain, fino ad arrivare a PantaniNibali e Michele Scarponi.

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