La salma, in città fino al 10 giugno, è stata traslata in carcere, accolta da 200 detenuti. Tra questi c'era anche Massimo Bossetti. Già all'arrivo nella struttura penitenziaria, mostrava il problema alle mani. Il segretario della Diocesi: "Col riverbero del plexiglass, si è surriscaldata la teca". L'Esercito aveva proposto un viaggio in aereo, ma gli organizzatori hanno preferito il trasporto su gomma
È stato il viaggio del ritorno “a casa”, nella sua Bergamo, da santo. Ma durante il trasporto verso la Lombardia, la salma di papa Giovanni XXIII ha subito una deformazione che la Curia tende a minimizzare ma – scrive il Corriere – che preoccupa il Vaticano.
La salma nel pomeriggio di giovedì è stata traslata nel carcere bergamasco, accolta da 200 detenuti. Tra questi c’era anche Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato all’ergastolo in appello per l’omicidio di Yara Gambirasio. Già all’arrivo nella struttura penitenziaria, la salma mummificata del Papa Buono – che resterà in città fino al 10 giugno – mostrava il problema alle mani. Le spoglie, ricoperte di cera, sono “stabilizzate” in una teca con l’argon, un gas che evita l’ossidazione.
L’imprevisto – scrive sempre il Corriere – è destinato ad accendere qualche polemica, poiché l’Esercito, di cui Giovanni XXIII è il patrono, aveva messo a disposizione un aereo Falcon per il trasferimento in volo da Città del Vaticano a Bergamo. Ma gli organizzatori del viaggio, obiettando su presunti problemi di pressurizzazione (inesistenti per i militari, poiché il volo non avrebbe superato i 3mila metri), avevano preferito il trasferimento su gomma.