Con l’alcol non si scherza. L’alcolismo è più diffuso, anche tra i giovanissimi, molto di più di quello che si pensi. E “Stato di ebbrezza”, un film d’autore di Luca Bignoni, realizzato con budget minore ma di grande impatto, tratta, quasi con tono lieve, una realtà drammatica quella che viene chiamata la malattia della solitudine. Ispirato a una storia vera, Maria Rossi, una cabarettista emiliana, passa dal palcoscenico di Zelig all’inferno di un ospedale psichiatrico. Comincia ad avere successo, ma completamente dipendente dall’alcol, si ritrova senza più ingaggi. Viene sottoposta a un trattamento sanitario obbligatorio. La cabarettista, interpretata da una bravissima Francesca Inaudi, inizialmente rifiuta le cure e sopratutto rifiuta di paragonarsi agli altri ricoverati rispetto ai quali si sente “normale”. Nell’istituto è una comica smarrita che cerca di difendersi usando come arma le sue battute, utilizzando il sarcasmo per innalzare una barriera tra lei e gli altri pazienti, non accettando di essere un’alcolista. Con tanta fatica e tanto dolore riesce alla fine a liberarsi dalla catene della dipendenza e dai fantasmi che l’ hanno provocata, ma dovrà affrontare l’ultima prova: riuscirà a ritornare in scena? Riuscirà a far ridere di nuovo il suo pubblico?
Luigi Rainero Fassati, professore di cardiologia all’Università di Milano, direttore scientifico dell’Associazione Italiana per la prevenzione dell’epatite virale Copev, un pioniere del trapianto del fegato, si occupa attivamente della lotta contro l’abuso di alcol da parte dei giovani. Infaticabile gira per le scuole di mezz’Italia e mostra agli studenti raccapriccianti diapositive sui devastanti effetti degli alcolici sul fegato. Racconta storie esemplari di chi ce l’ha fatta a smettere. E di chi non ce l’ha fatta.
È dedicato a uno di loro Mal d’alcol, sottotitolo, il racconto di un medico per non cadere in trappola (Salani Editore). Racconta di un ragazzo ricoverato d’urgenza per un incidente con il motorino. Fegato spappolato, non tanto per l’incidente ma per gli abusi di alcol. Emorragia, trasfusioni, necessita un trapianto. Ma il fegato non si trova. A questo punto il professore tenta l’intentabile, gli “toglie” il fegato e lo mette in “sospensione”. Il ragazzo ha poche ore di sopravvivenza. Alla fine arriva il fegato di un anziano signore. Il trapianto riesce, tutti contenti, il ragazzo torna a casa e promette che non toccherà più una goccia di alcol. Invece riprende a “farsi” di alcol, morirà poco dopo. Alcol e giovani: un binomio ad altissimo rischio. L’abuso di alcolici uccide in Italia all’incirca 20mila persone all’anno. E Fassati punta il dito:” Sono indignato dal fatto che la televisione passi tremila ore all’anno di pubblicità di prodotti che contengono alcol. E trovo vergognoso che, a differenza di molti paesi europei, non venga scritto sull’etichetta della bottiglia che l’alcol è gravemente dannoso per la salute, come avviene per le sigarette”.
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