L'attitudine tutta italiana di inserire nel proprio curriculum esperienze all'estero non certificate non è un'esclusiva del presidente del Consiglio incaricato: i casi di Luisa Corazza (consulente del Quirinale per le questioni di carattere sociale) e del professor Giovanni Guzzetta, ex sottosegretario con Berlusconi nonché esponente del fronte del Sì al referendum costituzionale del 2016
Non solo il premier Giuseppe Conte. L’attitudine dei docenti a inserire nel proprio cv esperienze all’estero non certificate non è un’esclusiva del presidente del Consiglio incaricato. Per avere conferma basta bussare al Quirinale. Che fra i suoi consulenti ha nominato una docente di diritto che tra le sue esperienze professionali riporta soggiorni di studio all’estero in maniera del tutto analoga all’attuale presidente del Consiglio.
Luisa Corazza, bolognese di nascita, ordinaria di diritto del lavoro all’Università del Molise, nel 2015 ha ricevuto un incarico straordinario: Mattarella l’ha nominata “consulente per le questioni di carattere sociale”. Ed è restata lì nonostante al Colle abbiano sicuramente passato ai raggi X il suo importante curriculum, (scarica), in cui ha dedicato un paragrafo intero alle “esperienze di ricerca all’estero”. Un capitolo che inizia nel 1992 con la Sorbona (dove anche Conte – stando al suo di curriculum – “nell’anno 2000 ha soggiornato per svolgere attività di ricerca scientifica”) e finisce nel “2008-2009”, con “2 soggiorni di ricerca di un mese ciascuno, University of California, Hastings College of the Law, San Francisco”.
Il lettore trovi le differenze, che certamente ci sono state nel trattamento ricevuto: la Corazza è salita al Quirinale senza problemi, Conte è arrivato a Palazzo Chigi controvento e tra mille polemiche.
Tornando ai curriculum, nulla di strano ci ha trovato Giovanni Guzzetta, giurista di indiscusso valore con ruoli di primo piano anche in politica. Forza Italia lo ha voluto sottosegretario del ministro Brunetta, il Pd di Renzi non ha avuto nulla da ridire quando lui stesso si è messo alla testa del comitato dei giuristi InsiemeSìcambia, per il sì al referendum sulla riforma costituzionale del 2016. Forse non sapevano, però, che nello sterminato curriculum di trent’anni di studi e insegnamento, l’ordinario di Diritto Pubblico di Tor Vergata ha inserito anche un “soggiorno di studio presso la Harvard University, Cambridge, Massachusetts , USA”.
Era il 1992 e nessuno, né allora né oggi, ha avuto nulla da ridire, al contrario di quanto accaduto per il collega Giuseppe Conte, che Guzzetta ben conosce, essendo stati per quattro anni insieme nel consiglio di disciplina della Giustizia Amministrativa. “Questa polemica sul cv di Conte è assolutamente ri-di-co-la” ha detto il giurista. “Non ricordo se nel mio curriculum citavo i soggiorni – ha spiegato Guzzetta – ma assicuro di averne fatti tanti durante gli studi e non è che andavo a insegnare o fare corsi. Stavo in biblioteca per studiare letteratura e dottrina del diritto in Inghilterra, negli Usa o a Germania. Quello che mi stupisce – ha concluso – è che si sia data tanta importanza a quella frase nel curriculum e non a quella in cui si dice che questo signore è il direttore di una delle più importanti collane di diritto nella storia d’Italia”. E dunque?
“Sul curriculum accademico di Conte c’è stata la tempesta perfetta – ha sottolineato Guzzetta – Il giornalista del New York Times che vuole a tutti i costi rappresentare l’Italia come un paese da burletta, quelli italiani che gli vanno dietro senza fare verifiche, con una tale forza per altro che davvero si è rischiato a un certo punto che questo elemento di colore impedisse la nomina di un professionista dal curriculum ineccepibile”.