Il giornale aveva definito gli italiani degli "scrocconi aggressivi" e li aveva giudicati peggiori dei mendicanti, i quali "almeno dicono grazie". Secondo l'ambasciatore, quello adottato dalla testata tedesca è un "sistema molto facile e seducente per eccitare gli animi. Ne è capace chiunque. Ma è una strada pericolosa. Alla sua fine ci sono solo perdenti"
“I mendicanti almeno dicono grazie, quando gli si dà qualcosa. Scrocconi aggressivi si avvicina di più” alla condotta degli italiani, scrive il settimanale tedesco Der Spiegel nella sua versione online. È questa l’accusa – durissima – lanciata dal giornalista Jan Fleischauer all’Italia, colpevole a suo dire di aver chiesto di finanziare “il suo proverbiale dolce far niente” per poi “minacciare i propri creditori”. Non ci sta l’ambasciatore italiano a Berlino Pietro Benassi, che ha inviato alla testata una nota in cui spiega che “la dialettica politica appartiene alla libertà di stampa e al discorso democratico. Ciò che lascia un retrogusto pessimo è il modo in cui questa critica è indirizzata ad un intero popolo“. Secondo l’ambasciatore, infatti, quello adottato da Der Spiegel è un “sistema molto facile e seducente per eccitare gli animi. Ne è capace chiunque. Ma è una strada pericolosa per condurre la dialettica in Europa. Alla sua fine ci sono solo perdenti”.
Nell’articolo, intitolato “Gli scrocconi di Roma“, Fleischauer sostiene che “rispetto all’Italia la Grecia è una bazzecola” e che “se gli italiani decidono di non voler assolvere ai loro pagamenti, l’euro è alla fine e la Germania perderà tutti i soldi impegnati per salvarlo”. Di chi è la colpa? Secondo Der Spiegel, di chi “siede a Francoforte” – cioè Mario Draghi – perché i politici italiani hanno capito che il “whatever it takes”, ovvero il ‘a ogni costo’, dell’economista a guida della Banca centrale protegge le spalle dell’Italia e “adesso alla Bce non resta altro che continuare la sua politica perché ogni rialzo dei tassi porterebbe lo Stato italiano all’incapacità di pagare”. Il giornalista poi conclude il suo articolo con un’annotazione quasi personale: “Io non ho nulla contro persone che vivono al di sopra delle loro possibilità. Per me l’Italia può continuare a praticare l’evasione fiscale come sport nazionale. Trovo però incomprensibile che si vogliano addossare i costi delle proprie decisioni politiche ad altri”.
Ma Fleischauer non è l’unico giornalista del Der Spiegel ad aver affrontato la “questione Italia”. Nell’edizione cartacea della rivista Matteo Salvini viene accusato di aver avuto in passato – e di avere ancora oggi – stretti rapporti con gli ambienti della destra oltranzista di Afd e con gli estremisti di Pegida, il movimento “patriottico” che negli anni scorsi è sfilato ogni lunedì sera a Dresda e in altre città tedesche contro la presunta islamizzazione del Paese. Il settimanale ha pubblicato inoltre una foto di Salvini con Goetz Kubitschek, editore della Sassonia-Anhalt, “ospite permanente di Pegida e uomo fidato dell’esponente di Afd, Bjoern Hoecke“, un estremista di destra che definì il monumento dell’Olocausto a Berlino un “monumento della vergogna”, scatenando una bufera internazionale.
Bordate contro il nuovo governo M5s-Lega sono arrivate anche dall’inserto settimanale della Frankfurter Allgemeine Zeitung, sulla cui copertina campeggia la scritta “Mamma mia!” e viene raffigurata un’ape car tricolore mentre precipita in un burrone. Germania a parte, è durissima la presa di posizione del New York Times: nell’editoriale intitolato “I populisti si prendono Roma“, il giornale statunitense definisce il premier incaricato Giuseppe Conte un “professore di legge sconosciuto” con un curriculum gonfiato, “la cui principale qualifica è la sua disponibilità ad eseguire gli ordini” di Luigi Di Maio e di Matteo Salvini. I due alleati “hanno deciso di unirsi attorno a un contratto di 58 pagine che promette enormi spese e tasse più basse”, si legge nell’editoriale. “Non è chiaro quanto danno la coalizione può effettivamente fare”, ma “se l’Italia, la quarta economia dell’Ue, inizia a sfidare le regole dell’Unione e chiede di rinegoziare i termini della sua adesione, sarà più difficile tenere gli altri membri in riga”. Una paura, questa, che sta tenendo altissima l’attenzione della stampa internazionale (soprattutto europea) sull’evolversi della situazione politica italiana.