di Aurora Di Benedetto
Egregio dott. Piercamillo Davigo,
la ascolto incantata quando parla dei problemi della giustizia, di corruzione, del degrado morale della politica e della società. Con una frase brillante e un esempio azzeccato rende comprensibili al grande pubblico concetti complessi. Mi verrebbe da dirle che sarebbe un ottimo insegnante, ma non lo farò.
E qui veniamo alla ragione che mi ha spinto a scriverle: lei ha una triste idea della scuola, poca fiducia nei giovani, scarsa considerazione dell’importanza dell’atto educativo. Ciò emerge dalla critica che muove al suo collega Gherardo Colombo che crede di contribuire a migliorare la società attraverso l’educazione dei giovani. Lei è un magistrato e ritiene, come è ovvio, che una norma non assistita da sanzione abbia scarse probabilità di essere rispettata. Ciò che a lei interessa è il comportamento osservabile del soggetto; non le importa, non deve importarle, se il soggetto abbia rispettato una norma per timore della sanzione o per intimo convincimento della necessità di quella norma.
A me che sono un’insegnante invece questo deve importare eccome. Educare significa favorire lo sviluppo della personalità di ogni singolo alunno, fornirgli gli strumenti per vivere in una società complessa e “liquida”, facendogli comprendere la necessità di rispettare le regole senza le quali (può sembrare una contraddizione ma non lo è) non si può essere liberi in quanto si sarebbe esposti e vessati dall’altrui arbitrio.
A volte penso a come sarebbe facile fare rispettare le regole ai miei alunni minacciando conseguenze negative (niente intervallo o nota sul registro), poi mi rendo conto che la strada più impervia è anche quella più proficua; ed è la strada del dialogo che promuove la comprensione delle ragioni che sono alla base di una regola. Solo così potrò sperare che i miei alunni diventino cittadini degni di questo nome e la società potrà essere migliore.
I giovani, mi creda, sono sensibili e disposti ad ascoltare. Dobbiamo “approfittare” della candida attenzione che ci riservano per fare germogliare il senso di giustizia, l’amore per la vera libertà. Dobbiamo stimolare in loro l’autonomia di giudizio, il senso critico, il coraggio di scelte originali. Questo dobbiamo farlo non solo con le parole ma soprattutto con l’esempio e facendo loro incontrare persone come lei e Gherardo Colombo, persone che possano seminare l’onestà nelle nuove generazioni
Egregio dott. Davigo,
abbia fiducia!
Ieri l’incontro tra Piercamillo Davigo e Marco Travaglio “Delinquere conviene?”
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