Quella più evocativa era l’unica senza virgolettato. Ma ci ha pensato Luigi Di Maio a parlare apertamente di impeachment per Sergio Mattarella. Il capo politico del Movimento 5 stelle è intervenuto telefonicamente a Che tempo che fa per essere intervistato da Fabio Fazio e dire: “Se andiamo al voto e vinciamo poi torniamo al Quirinale e ci dicono che non possiamo andare al governo. Per questo dico che bisogna mettere in Stato di accusa il Presidente. Bisogna parlamentarizzare tutto anche per evitare reazioni della popolazione“.  Quindi è vero che i vertici del Movimento stavano ragionando in queste ore sull’ipotesi di impeachment a Sergio Mattarella. “Prima attiviamo l’articolo 90 e poi si va al voto, perché bisogna parlamentarizzare questa crisi”, ha spiegato su Rai Uno quello che è il leader della prima forza politica del Paese. Una richiesta che non ha precedenti. Come non ha probabilmente precendenti questa crisi politica.

La replica del Colle: “No comment” – La richiesta di impeachment per l’inquilino del Colle arriva dopo la decisione del capo dello Stato di dire no al nome di Paolo Savona come nuovo ministro del Tesoro e quindi la remissione dell’incarico da parte di Giuseppe Conte, ipotetico premier del primo governo M5s-Lega che a questo punto non ci sarà. Fonti del M5s consultate dal fattoquotidiano.it hanno confermato che a proposito dell’impeachment seguiranno questa linea: il timore del Movimento è che Mattarella – spinto dal “terrore” dei mercati finanziari – voglia formare un governo del Presidente. “Timore” diventato realtà, dopo che è stato convocato per domani al Colle l’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli per l’incarico da premier. Dal Quirinale è arrivato un secco “no comment” all’ipotesi dello stato d’accusa, prima anticipata dall’agenzia Ansa e poi ventilata su twitter anche dal deputato Carlo Sibilia: “Non esiste mandare nel caos il paese per fini ideologici. Credo sia arrivato il momento per l’impeachment a Mattarella. È una strada obbligata e coerente”. 

Di Battista: “No a Savona ma poi Colle riceve il condannato Berlusconi” – Vuole la messa in stato d’accusa del capo dello Stato anche Alessandro Di Battista, che è tornato a parlare in pubblico insieme a Di Maio al comizio convocato a Fiumicino. “Fino a prova contraria questa è una Repubblica parlamentare, prima di tornare al voto tocca mettere in stato d’accusa il presidente per attentato alla costituzione. E badate bene, non lo facciamo a cuor leggero perché abbiamo sempre tutelato le istituzioni”, dice l’ex parlamentare prima di attaccare direttamente il Colle: “Al Presidente non va bene Savona ma poi riceve tranquillamente un condannato per frode fiscale come Berlusconi. Non so se a Mattarella siano arrivate telefonate da qualche Paese estero ci danno degli scrocconi, mendicanti e le istituzioni zitte, mute. Il Pd ha permesso a questi paesi esteri di comportarsi in questo modo”.

Di Maio a Fiumicino: “La verità è che volevano Cottarelli” – Sempre da Fiumicino Di Maio ha ulteriormente alzato i toni in direzione del Quirinale. “Dopo stasera è veramente difficile credere nello Stato e nelle sue leggi. Ottantadue giorni per cercare di far cambiare mentalità alla politica italiana. Ciò che mi fa arrabbiare di più stasera è che è stato rifiutato un ministro che era del governo Ciampi, non un facinoroso. Lo abbiamo conosciuto insieme io e Salvini quindici giorni fa. Non andavano bene tutti quelli come lui”, ha detto il capo politico del M5s prima di commentare la convocazione di Carlo Cottarelli al Quirinale per lunedì 28 maggio. “La realtà è che volevano Cottarelli, uno che la maggioranza in Parlamento non ce l’ha. Mattarella manda alle Camere un governo che la maggioranza non ce l’ha. Il nostro invece lo aveva. Ecco la cosa grave. Si prende una grossa responsabilità. Sono stato un profondo estimatore di Mattarella ma questa cosa è inconcepibile: era premeditato far fallire il tentativo nostro è della Lega”.

Anche Meloni per impeachment. Berluconi difende il Colle – A parlare apertamente di impeachment è anche Giorgia Meloni. “Si dice che il Presidente della Repubblica abbia messo il veto sulla nomina di Paolo Savona a Ministro dell’Economia, se questa notizia fosse confermata avrebbe dell’incredibile. E se questo veto fosse confermato sarebbe drammaticamente evidente che il Presidente Mattarella è troppo influenzato dagli interessi delle nazioni straniere e dunque Fdi nel caso in cui questo veto impedisca la formazione del nuovo Governo chiederà al Parlamento la messa in stato d’Accusa del Presidente per alto tradimento”, dice la leader di Fratelli d’Italia mentre l’altro leader del centrodestra, e cioè Silvio Berlusconi, difende – forse per la prima volta in vita sua – Mattarella. “Come sottolineato dal presidente Mattarella in un momento come questo il primo dovere di tutti è difendere il risparmio degli italiani, salvaguardando le famiglie e le imprese del nostro Paese. Il Movimento 5 stelle che parla di impeachment é come sempre irresponsabile. Forza Italia attende le determinazioni del capo dello Stato, ma ove necessario sarà pronta al voto”, dice l’ex premier. 

Salvini: “Impechment? Cavillo” – A non commentare la messa in stato d’accusa di Mattarella è invece, Matteo Salvini, che in diretta facebook la definisce “un cavillo” e spiega di non volere entrare nel merito della questione. Il leader della Lega, nel tardo pomeriggio, era stato il primo ad attaccare il Quirinale. “Mi sto convincendo che non siamo un paese libero. Siamo un paese a sovranità limitata. Mi spiace perché domani mattina eravamo pronti ad entrare in ufficio, qualcuno ce lo impedisce, qualcuno lo spieghi a 60 milioni di italiani”, ha detto il numero uno del Carroccio da Terni spiegando che durante il colloquio avuto con il presidente della Repubblica è “andato a raccontare quello che avremmo voluto fare da domani mattina. Ma ci è stato detto che un ministro dell’economia non gradito ai mercati, ai tedeschi, all’Europa, alle banche non poteva essere nominato. Questo vuol dire che il voto degli italiani conta poco e che non siamo un paese totalmente libero”.

Torna a parlare Alfano – A stretto giro aveva già attaccato il Colle anche Di Maio su facebook, ma senza parlare ancora la messa in stato d’accusa. “Per noi l’Italia è sovrana: se si vuole impedire un governo del cambiamento allora ce lo devono dire chiaramente. Sono molto arrabbiato. Stiamo lavorando da decine e decine di giorni, dalla mattina alla sera, per assicurare un governo a questo Paese: ma la verità è che stanno facendo di tutto per non mandare il M5s al governo di questo paese”, ha detto il capo politico dei 5 stelle. “In questo Paese puoi essere un criminale condannato, un condannato per frode fiscale, puoi essere Alfano, puoi avere fatto reati contro la pubblica amministrazione, puoi essere una persona sotto indagine per corruzione e il ministro lo puoi fare. Ma se hai criticato l’Europa non puoi permetterti neanche di fare il ministro dell’Economia in Italia. Ma non finisce qui”, ha aggiunto Di Maio, provocando la reazione – dopo mesi di silenzio – di Angelino Alfano. “Di Maio sei uguale a niente. Sciacquati la bocca prima di parlare di me. In tribunale risponderai di ciò che hai detto”, è la durissima replica del ministro dimissionario degli Esteri.

La difesa (tardiva) del Pd – A difendere Mattarella, a parte la nota di Berlusconi, rimangono gli esponenti del Pd  che dopo giorni di silenzio cinguettano in ordine sparso. “Nervi saldi e solidarietà al presidente Mattarella. Ora dobbiamo salvare il nostro grande Paese”, è il tweet del premier uscente Paolo Gentiloni.“Il presidente della Repubblica ha difeso il Paese, la Costituzione, l’interesse nazionale. È il garante degli italiani. Per 80 giorni Lega e Cinque Stelle hanno invece portato in modo irresponsabile l’Italia sull’orlo di una crisi senza precedenti”, scrive il segretario reggente Maurizio Martina.

Renzi: “Lega non voleva governare” – Salvini non voleva governare: ha fatto promesse irrealizzabili, ha paura delle sue bugie, altro che Flat Tax e Fornero. E quindi ha usato l’alibi di un ministro per far saltare tutto: vecchio stile leghista. Ma minacciare #Mattarella è indegno. Sulle Istituzioni non si scherza”, dice invece l’ex premier e segretario del Pd, Matteo Renzi. Al quale replica indirettamente lo stesso Salvini. “Se avessi dovuto seguire la convenienza mia e del partito avrei detto, non ci provo neanche. Ce l’abbiamo messa tutta se qualcuno si prenderà la responsabilità di non far nascere un governo, lo vada a spiegare a sessanta milioni di italiani”, dice il leader della Lega. Poi il rilancio:  “Se il professor Savona non può fare il ministro perché ha il difetto di difendere i cittadini italiani mettendo in discussione le regole europee, allora io se vado al governo ci porto il professor Savona”. La campagna elettorale è già cominciata.

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