L'economista indicato dalla Lega per il ministero delle Finanze manda un segnale nelle ore del braccio di ferro sul suo nome tra Quirinale e partiti. "Deficit? No, il contratto di governo mira alla riduzione del debito, ma non con l'austerità, bensì con la crescita del Pil"
“Voglio un’Europa diversa, più forte, ma più equa“. Lo scrive in una nota Paolo Savona, l’economista indicato dalla Lega al presidente incaricato Giuseppe Conte per il ruolo di ministro dell’Economia. Nel comunicato, pubblicato su Scenarieconomici.it (il portale col quale collabora), Savona sottolinea di non essere mai intervenuto finora in quella che definisce la “scomposta polemica” che ha riguardato le sue idee sull’Europa. Una mossa pienamente politica dell’ex ministro del governo Ciampi, per certi versi anche attesa per ammorbidire lo scontro frontale tra Quirinale da una parte e M5s e Lega dall’altra. Quella di Savona non è certo un’abiura, ma le sue precisazioni “in positivo” di come propone di riformare le istituzioni europee potrebbero pesare nel confronto sulle nomine tra il presidente incaricato Giuseppe Conte e il capo dello Stato Sergio Mattarella. Un atteggiamento rafforzato anche da un messaggio che Savona ha inviato a Lucia Annunziata che a In Mezz’ora stava intervistando il ministro uscente Piercarlo Padoan: “Padoan è stato un grande ministro e glielo dirò di persona semmai sarò il suo successore”. A sua volta Padoan ha risposto che “il curriculum del professor Savona, che conosco personalmente, non è in discussione ma non penso sia questo il punto”.
Nella sua nota pubblicata da Scenarieconomici.it Savona sintetizza le sue proposte per un rafforzamento dell’Unione Europea. Tra le varie ricorda la creazione di una scuola europea unica per ogni ordine e grado “per pervenire a una cultura comune che consenta l’affermarsi di consenso alla nascita di un’unione politica”, l’assegnazione alla Bce delle “funzioni svolte dalle principali banche centrali del mondo per perseguire il duplice obiettivo della stabilità monetaria e della crescita reale”, attribuire all’Europarlamento di poteri sulle “materie che non possono essere governate con pari efficacia a livello nazionale”, alla Commissione europea il potere di legiferare sulle materie dell’articolo 3 del Trattato di Lisbona e al Consiglio europeo compiti di vigilanza “sulle istituzioni europee per garantire il rispetto degli obiettivi e l’uso dei poteri stabiliti dai nuovi accordi”.
Savona spiega che queste idee aderiscono al contratto di governo che dovrebbe essere guidato da Giuseppe Conte. Lì, sottolinea l’economista, “vengono specificati gli intenti che verranno perseguiti dal governo che si va costituendo ‘alla luce delle problematicità emerse negli ultimi anni’; queste inducono a chiedere all’Unione Europea “la piena attuazione degli obiettivi stabiliti nel 1992 con il Trattato di Maastricht, confermati nel 2007 con il Trattato di Lisbona, individuando gli strumenti da attivare per ciascun obiettivo”.
Quanto invece alle “preoccupazioni espresse nel dibattito sul debito pubblico e il deficit”, prosegue Savona, “l’azione del governo sarà mirata a un programma di riduzione non già per mezzo di interventi basati su tasse e austerità – politiche che si sono rivelate errate ad ottenere tale obiettivo – bensì per il tramite della crescita del Pil, da ottenersi con un rilancio della domanda interna sia della domanda estera, creando condizioni favorevoli alle esportazioni“.