Ambulanze sequestrate, operatori presi in ostaggio, flotte di scooter che scortano i mezzi di soccorso fino all’ospedale. All’origine di tutto un incidente stradale tra due moto avvenuto a Napoli nella zona di Montecalvario, nei Quartieri Spagnoli, nel quale un ragazzo di 17 anni è morto e un 45enne è rimasto ferito e si trova ora in rianimazione. Ma prima ancora che arrivassero le ambulanze inviate dal Pronto soccorso dopo la chiamata al 118, avvenuta intorno alle 23 di domenica, un gruppo di persone in scooter ha raggiunto l’ospedale Vecchio Pellegrini, minacciando gli operatori e pretendendo che un’ambulanza in sosta dopo un soccorso appena concluso intervenisse sul luogo dell’incidente.

La denuncia è arrivata dalla pagina Facebook “Nessuno tocchi Ippocrate“, associazione che raccoglie le denunce di medici, infermieri e operatori sanitari riguardo aggressioni nello svolgimento del lavoro. Dopo l’invio immediato delle due unità, “Una folla inferocita, testimone dell’incidente, giunge, con una flotta di scooter, all’interno del parcheggio del pronto soccorso del Vecchio Pellegrini – racconta l’associazione – e sequestra letteralmente la prima ambulanza che capita a tiro, in sosta in attesa di recuperare la propria barella occupata da un paziente prelevato in un intervento precedente.

Addirittura, questi facinorosi – si legge ancora nel post – non trovando la barella all’interno del mezzo decidono di prendere una barella qualsiasi (tra l’altro non compatibile con quella dell’ambulanza), e la incastrano, danneggiando il mezzo, all’interno del vano sanitario della ambulanza. Finita questa operazione, uno di loro si mette al volante del mezzo di soccorso e partono alla volta dell’incidente portando con loro il povero autista Asl spaventatissimo“.

Intanto le due ambulanze ufficiali inviate per il soccorso arrivano sul luogo dell’incidente: qua, un equipaggio “viene letteralmente assaltato dagli astanti, con il medico di postazione che riferisce di un centinaio di persone che urlavano ed inveivano”, denuncia l’associazione. L’altro mezzo carica l’ultimo ferito e viene “scortata da una flotta di scooter guidati da ragazzi su tutte le furie”. Il viaggio finisce nel parcheggio dell’ospedale, “blindato con diverse pattuglie della polizia ed una miriade di scooter, scene apocalittiche. Qui si parla di aggressione, sequestro di persona, interruzione di pubblico servizio, danneggiamento di un mezzo di soccorso”, scrive l’associazione. “Consideriamo questa l’aggressione più grave e violenta registrata nel 2018. Siamo stanchi di essere aggrediti, se ogni giorno dobbiamo rischiare la pelle“, concludono gli operatori del 118.

Quella delle aggressioni al personale medico è una vera e proprio emergenza nei Pronto soccorso italiani, come emerso da un’indagine della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu) pubblicata solo qualche giorno fa. Secondo lo studio, effettuato su un campione di 218 strutture sulle 667 totali, dal 1 marzo al 30 aprile 2017 in 2 Pronto soccorso su 3 (63%) si è infatti verificata almeno un’aggressione fisica. Nel 50% dei casi le aggressioni si sono verificate dove il sovraffollamento è più grave. Nel 2018, ha affermato Simeu, la situazione è “sensibilmente peggiorata in tutte le regioni, dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia, passando per il Lazio“.

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