“Io avevo fatto arrivare nomi alternativi a Savona, nomi come Bagnai e come Siri. Ma non andavano bene”. Sono diventate un caso le frasi di Luigi Di Maio dallo studio di Pomeriggio 5 intervistato da Barbara D’Urso. Alla domanda infatti se non si poteva trovare una soluzione invece di insistere sul nome già bocciato, il capo politico M5s ha dichiarato che aveva avanzato altre opzioni che però non sono state prese in considerazione. Una versione smentita categoricamente dal Colle: “Non risponde a verità”, ha fatto sapere ieri il capo dello Stato in un comunicato, “che al presidente della Repubblica siano stati fatti i nomi di Bagnai e Siri come ministri dell’Economia”. Di Maio ha rilanciato poco dopo specificando l’interlocutore: “Di Maio conferma di aver fatto pervenire i nomi al Quirinale”. Che significa, non ne ha parlato formalmente con il capo dello Stato. “Ne ha parlato con i consiglieri del Quirinale”, hanno dichiarato dallo staff M5s a ilfattoquotidiano.it.

Secondo fonti interne, la vicenda si riferisce a una discussione informale sul tipo di profilo che il ministro dell’Economia avrebbe dovuto rispettare. E non mancano le perplessità sul nome di Armando Siri, che ha patteggiato la pena per bancarotta fraudolenta. Quindi un profilo che dentro il Movimento avrebbe creato molti problemi. La Stampa riporta un virgolettato, che secondo il quotidiano, è stato pronunciato da Di Maio in presenza di Mattarella che sarebbe nello stenografico dell’incontro. “Ci dispiace presidente”, è il virgolettato, “per questa insistenza su Savona ma sa, purtroppo la Lega si è impuntata in quel modo”. Una versione che non coincide con quella raccontata poi dalla D’Urso dallo stesso Di Maio. L’ipotesi dei due nomi alternativi a Savona non risulta nemmeno a Salvini: “Non lo so, non c’ero, non ero nella stanza con Di Maio e Mattarella”, ha detto sempre a Pomeriggio 5. “Sono due nomi della Lega, se li ha fatti, mi fa piacere”. E nemmano al leghista Giancarlo Giorgetti, fedelissimo di Matteo Salvini e uno degli uomini chiave delle trattative delle scorse ore: “L’unico nome”, ha detto a Bersaglio Mobile su La7 il 28 sera, “che ho sentito fare è quello di Paolo Savona. Non c’era né Borghi, né Bagnai, né Giorgetti. Non so su che basi Di Maio lo dica“. E alla domanda di Mentana: “Le pare possibile che M5s faccia un nome della Lega senza parlarne con la Lega?”, ha replicato: “No con noi non ne ha parlato. Erano idee che probabilmente sono venute a Di Maio”.

In difesa di Di Maio è intervenuto l’ex deputato M5s Alessandro Di Battista. Prima lo ha fatto il 28 maggio su La7 a “Otto e mezzo”: “Il Quirinale mente, mi assumo le mie responsabilità, mi accusino di vilipendio”, ha detto. “Non è vero che questione Savona” era senza alternativa, “Di Maio mi ha detto – e mi fido di Luigi – che con Salvini erano d’accordo su altri due nomi: Bagnai e Siri”. Una difesa che ha ripetuto ad Agorà questa mattina: “La questione dell’impuntatura è una stupidaggine totale”, ha detto uno dei volti di riferimento del M5s ad Agorà. “Qui non è la questione di Savona, io vi garantisco che Luigi Di Maio, sentendosi prima con Salvini, in un colloquio informale con il Presidente della Repubblica, gli ha detto ‘altri nomi? Per esempio il professor Bagnai? Per esempio Siri?’. Il Quirinale ha smentito? Il Quirinale sta mentendo. Mattarella è un essere umano, non è che non possa mentire. Io lo rispetto, perché fino a prova contraria è il nostro Presidente della Repubblica, ma portare avanti uno stato d’accusa è previsto dalla Costituzione. Mi auguro che si possa portare avanti uno stato d’accusa, perché dire che Luigi Di Maio non ha avanzato questi altri nomi è una bugia”, rimarca l’esponente M5S.

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