Vittorio Di Battista, padre di Alessandro uno dei leader dl M5s, “è indagato” per la violazione dell’articolo 378 che punisce “le offese al prestigio e all’onore del capo dello Stato”. È quanto riporta il Corriere della Sera. Di Battista senior aveva scritto un post il 23 maggio scorso sul presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“È il papà di tutti noi. È quello che si preoccupa di varare un governo. È quello che ha avallato la legge elettorale che impedisce di varare un governo. Poveretto, quanto lo capisco”, si leggeva nell’intervento sul social poi rimosso. “In più ci si mettono le fianate sul cv di Giuseppe Conte, le perdite in Borsa e la irresistibile ascesa dello spread. Poveretto, quanto lo capisco. Lo capisco e per questo, mi permetto di dargli un consiglio, un consiglio a costo zero. Vada a rileggere le vicende della Bastiglia, ma quelle successive alla presa. Quando il Popolo di Parigi assaltò e distrusse quel gran palazzone, simbolo della perfidia del potere, rimasero gli enormi cumoli di macerie che, vendute successivamente, arricchirono un mastro di provincia. Ecco, il Quirinale è più di una Bastiglia, ha quadri, arazzi, tappeti e statue, Se il popolo incazzato dovesse assaltarlo, altro che mattoni. Arricchirebbe di democrazia questo povero paese e ridarebbe fiato alle finanze stremate”.

Le indagini sono state affidati ai carabinieri del Ros e già nei prossimi giorni, stando al quotidiano di via Solferino, l’indagato potrebbe essere convocato per l’interrogatorio. Secondo l’Ansa la procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine, che al momento è invece “contro ignoti”. In base a quanto si apprende, inoltre, oltre a Vittorio Di Battista, ancora non formalmente indagato, sono al vaglio della magistratura capitolina altre posizioni che dovranno essere identificate dai carabinieri. Si tratta anche di soggetti che hanno commentato il post pubblicato a firma Di Battista, poi rimosso da Facebook.

Intanto anche la procura di Palermo ha aperto un’inchiesta per risalire agli autori delle minacce e degli insulti rivolti, negli ultimi giorni, sui social al Capo dello Stato. L’inchiesta al momento è a carico di ignoti. Decine i post diffamatori e intimidatori comparsi su Facebook e Twitter.

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