“Partirò domani per la California con la mia famiglia e tornerò a fare il mio lavoro: fare reportage e inchieste giornalistiche, studiare idee innovative magari da portare qui in Italia. Io gli scatoloni li ho fatti sul serio, non come Franceschini“. Sono le parole dell’ex parlamentare del M5s, Alessandro Di Battista, ospite di Otto e Mezzo, su La7. L’ex deputato annuncia un suo rientro dagli Usa in Italia in caso di elezioni anticipate per ricandidarsi alla Camera e sottolinea: “Di Maio è il nostro capo politico e mi auguro possa essere lui il candidato premier del M5s alle prossime elezioni. La forza del movimento verte sul legame indissolubile tra me e Luigi, lo stimo moltissimo. Si è comportato in maniera egregia. Se avesse stretto le mani di Berlusconi o lo avesse solo ricevuto, oggi Di Maio sarebbe presidente del Consiglio. E” – continua – “se si fosse piegato a un veto, che ritengo inaccettabile, da parte del presidente della Repubblica, in questo momento starebbe al Quirinale a giurare come ministro dello Sviluppo Economico. Luigi Di Maio ha sempre messo davanti ai suoi interessi personali quelli del Paese. E questo lo fa davvero un leader pieno di dignità”. Di Battista ha un battibecco serrato con Massimo Franco, giornalista del Corriere, che osserva: “Per la deriva estremistica che sta prendendo il M5s, credo che si chiuda la fase di Di Maio come leader di un movimento che vuole andare al governo e che fa di tutto per presentarsi come movimento rassicurante. Penso che Di Battista sia il candidato più forte per prendere il posto di Di Maio”. Di Battista dissente: “A lei che sta sempre attento alle parole, con molta tranquillità consiglio di dosarle, perché è ingiusto definire ‘estremistica’ una forza politica che ha preso il 32% dei voti degli italiani”. Franco ribatte: “Io invece vi consiglio di essere un po’ meno estremisti nell’attaccare un capo dello Stato che vi ha dato 80 giorni per trovare una soluzione, senza che l’abbiate trovata”. “Di estremisti ci sono colui o coloro che non rispettano la volontà popolare” – replica Di Battista – “che hanno imposto delle leggi incostituzionali in Parlamento, che hanno distrutto lo stato sociale provocando povertà e suicidi per ragioni economiche. Per questo è estremo. In questo Paese, se non alzi un po’ la voce, nessuno ti ascolta. Se inizi a dire cose forti ma con il totale garbo che sto usando ora, vieni considerato estremista. Mi dispiace, Massimo, ma questa definizione la rigetto al mittente”. “Non andiamo avanti per slogan”, ammonisce la conduttrice Lilli Gruber. E l’ex deputato pentastellato insorge: “Ho espresso un parere. È la mia opinione, giusta o sbagliata, ma rispettabile. E non è uno slogan”