E’ morto a Roma, all’età di 93 anni, Alberto Mieli, uno degli ultimi ex deportati sopravvissuti ad Auschwitz. “Non c’è ora del giorno o della notte in cui la mia mente non vada a ripensare alla vita nei campi, a quello che i miei occhi sono stati costretti a vedere”, aveva scritto Mieli nel libro “Eravamo ebrei. Questa era la nostra unica colpa”, pubblicato nel 2015. “Pur soffrendo terribilmente, è stato capace di essere guida e riferimento per i più giovani – ha detto la presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello – dedicando la sua vita a tramandare la memoria a testimoniare gli orrori della Shoah senza perdere l’ironia e il sorriso”.
Mieli, nato a Roma il 22 dicembre 1925, venne cacciato dalle scuole a causa delle leggi razziali, catturato dai fascisti e dalla Gestapo e deportato a Auschwitz Birkenau non ancora ventenne, dopo esser passato per il campo di Fossoli. Sul braccio aveva marcato in modo indelebile il numero 180060. Conosciuto da tutti come “Zi Pucchio”, negli ultimi era stato uno dei testimoni più attivi a nel raccontare la Shoah in Italia. Nel 2015 era stato insignito dell’Università di Foggia della laurea honoris causa in Filologia, letteratura e storia.
“Con la scomparsa di Alberto Mieli perdiamo un altro importante testimone dell’orrore della Shoah”, ha scritto in una nota il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “In questi anni è stato un punto di riferimento per tanti studenti nel tramandare il valore della Memoria“. Anche la sindaca di Roma Virginia Raggi ha voluto ricordare Mieli: “Uno dei testimoni più attivi nel raccontare la Shoah in Italia ci ha lasciato: @Roma si stringe alla famiglia e ricorda Alberto Mieli, da tutti conosciuto come ‘Zi Pucchiò, catturato dai fascisti e dalla Gestapo e deportato a Auschwitz Birkenau. #MemoriaGeneraFuturo”, ha scritto su Twitter la Raggi. “Se n’è andato Alberto Mieli, uno degli ultimi sopravvissuti all’inferno di Auschwitz” è il ricordo della deputata di Forza Italia Mara Carfagna. “Ho avuto il grande privilegio di conoscerlo e di ascoltare la sua storia. Abbiamo il dovere di non dimenticarla”, ha scritto su Twitter la vice presidente della Camera.