Politica

Crisi di governo, le uniche due strade di Mattarella per uscirne

Caro Presidente Sergio Mattarella,
la situazione politica italiana mi pare così ingarbugliata, con errori politici commessi da tutti, che spero non se ne abbia a male se a questo punto anche una pulce come me si permette di avere i suoi colpi di tosse.

Con tutta la modestia di cui sono capace, vorrei sottoporle quelle che per me sono, a questo punto, le uniche due strade percorribili per cercare di uscire al più presto dalla crisi politica e istituzionale in cui siamo piombati da quando lei ha deciso di non abdicare alle sue prerogative e ha rispettato l’istituzione della Presidenza della Repubblica che ricopre, a mio parere, con grande dignità e molta sfortuna.

Come si è visto, in seguito alla richiesta di messa in stato di accusa da parte dell’Onorevole Luigi Di Maio – che io chiamo amichevolmente Giggi La Frottola – poi prontamente ritirata in meno di 48 ore, in pieno stile Norman Bates, la speculazione finanziaria contro l’Italia è comunque partita, vanificando così il suo tentativo di proteggere i risparmi e i mutui di noi italiani.

A questo punto, mi perdoni, l’idea di lanciare il povero Cottarelli alla guida di un ipotetico governo del Presidente mi pare una soluzione sbagliata e inutile. Si tratterebbe di un governo tecnico ma non percepito come neutro da molti italiani, che non avrebbe di sicuro la fiducia dalle Camere. Sembra, inoltre, che in Parlamento nessun grande gruppo voterebbe la fiducia a Cottarelli. E questo sarebbe un boomerang contro di lei, anzitutto.

Insomma, l’effetto politico di questo ipotetico governo del Presidente sarebbe un secondo grosso regalo in termini di popolarità al principale leader dei populisti italiani, Matteo Salvini, che non a caso i sondaggi oggi danno attorno al 27%, ossia dieci punti in più del voto di due mesi fa.

La mia idea, allora, è quella di scegliere un’alternativa a questa ipotesi. Nell’ordine, una di queste due soluzioni:

SOLUZIONE A: Dare l’incarico di governo direttamente a Matteo Salvini.

E’ il politico di cui gli italiani oggi, purtroppo, si fidano a pelle. Tutto gli perdonano, in questo momento: di essere passato dalla secessione razzista al nazionalismo più bieco, di essere passato dalla santificazione delle ampolle del Dio Po fino all’invocare le radici cristiane dell’Europa, che il suo partito, la Lega, abbia truffato i soldi dei risparmiatori italiani della Popolare CrediEuronord, di aver essere sospettato di aver usato parte dei soldi pubblici rubati da Bossi e Belsito, come sostiene l’Espresso. Di certo è il politico che si è mosso nel modo più cinico e furbo in questi 85 giorni di crisi e ha saputo usare la sua costituzionalmente giusta (ma politicamente controproducente) impuntatura su Paolo Savona come il grimaldello per rompere l’accordo con M5S e incassare il suo rendiconto in termini di voti a nuove elezioni. Un Salvini premier, a capo di una coalizione con M5S e magari anche FLI, potrebbe sacrificare il nome di Savona consentendole di tenere il punto. E dare responsabilità di governo a un populista è, a un certo punto, l’unico modo per far vedere ai suoi elettori di cosa è capace Salvini e di cosa non è capace Salvini. Perché Bruto è un uomo d’onore, Presidente.

SOLUZIONE B: Andare a elezioni subito, alla fine di luglio o ai primi di agosto.

Sciogliere le Camere il 30 o 31 maggio significa andare al voto il 29 luglio. A fronte della massiccia speculazione finanziaria partita, non potremmo più attendere oltre: come lei sa, l’incertezza è l’acqua in cui la speculazione sguazza. Un voto così ravvicinato offrirà una maggioranza ancora più rotonda e ampia alla Lega di Salvini, che potrà anche decidere se fare il prossimo governo come capo del Centrodestra, ammesso che si presenti alle elezioni nella formula a tutti nota, oppure come capo di un nuovo accordo con un M5S magari guidato da un Di Battista, che di certo appare meno tordo di Giggi La Frottola, perdoni, dell’Onorevole Luigi Di Maio. Magra consolazione: Di Maio voleva fare la politica dei due forni, finisce con Salvini che si pappa i due forni.

Come vede, entrambe le soluzioni portano a un medesimo risultato: un governo a guida Matteo Salvini. So bene quali siano le sue preoccupazioni dinanzi a questa, in definitiva, unica ipotesi. Tuttavia, caro Presidente Mattarella, malerrima tempora currunt, e se gli italiani oggi ritengono di fidarsi e affidarsi alle capaci mani e abilità di Matteo Salvini, che altro fare? Gli italiani, d’altro canto, sono maestri nell’affidarsi alle persone sbagliate: hanno preferito Mussolini a Sturzo e Giolitti, Andreotti a Pannella, Berlusconi a Veltroni, Di Maio a Renzi. Speriamo che, come quasi sempre, la situazione sarà grave, ma non seria.