“Mattarella? Penso che, purtroppo, lui, in assoluta buona fede, non abbia gestito al meglio questa crisi”. Sono le parole del direttore de ilfattoquotidiano.it e di FQ Millennium, Peter Gomez, nel corso de L’Aria che Tira (La7). “Mattarella aveva anche altri strumenti” – spiega – “Poteva accompagnare il governo con una sua dichiarazione ufficiale, che elencava tutti i limiti ricordati da Visco. Poteva far presente al presidente del Consiglio incaricato che avrebbe respinto, come è suo pieno diritto, qualsiasi provvedimento che andava in senso contrario al rispetto dei trattati. Poteva far pesare la sua autorevolezza. Lo stesso sconosciuto Conte, nel suo primissimo discorso, ha sottolineato il rispetto per l’Europa e i trattati”. E sottolinea: “Non stiamo discutendo di prerogative o di Costituzione, ma stiamo valutando se Mattarella si sia mosso in maniera abile e accorta in questa vicenda o meno. Ciascuno può avere il suo parere, ma nessuno può prescindere dal risultato finale che è oggi sotto l’occhio di tutti”. Gomez puntualizza: “Voglio sperare che non ci siano state telefonate da parte di cancellerie estere al presidente della Repubblica, perché questo diventerebbe davvero tema di messa sotto stato d’accusa, e non tutto il resto. Sottolineo come non Oettinger, ma Angela Merkel, due giorni fa, abbia detto che c’erano stati problemi anche con la Grecia e poi ci si è messi d’accordo. Ricordo che dopo i problemi con la Grecia, quest’ultima è stata massacrata e costretta a un accordo”. Il giornalista cita un noto motto di Enrico Cuccia: “Non sostengo affatto che ci sia un complotto dei mercati, ma “Articolo quinto, chi ha soldi ha vinto”. E in questo momento i soldi ce li hanno la Germania e i Paesi del Nord, facendolo pesare. Basta leggere i loro giornali, che rispecchiano il pensiero delle loro classi dirigenti e della loro opinione pubblica”. Riguardo al caso Savona, Gomez osserva: “Io non sono così convinto che Mattarella, così come molti osservatori, abbiano avuto ragione nel sostenere che con Paolo Savona avremmo avuto un ministro che aveva come obiettivo l’uscita dall’euro. Questo non è mai stato detto. Per motivare questo assunto, il programma firmato da M5s e Lega doveva essere letto in controluce e, se questa lettura fosse stata vera, Mattarella, utilizzando le sue prerogative, avrebbe dovuto convocare immediatamente il presidente incaricato Conte. Il presidente della Repubblica” – continua – “avrebbe dovuto dirgli le sue perplessità, e cioè che quel programma, secondo lui, magari a ragione. ci portava fuori dall’euro, e ricordargli che abbiamo firmato dei trattati internazionali. Da questo punto di vista, Conte l’ha fatto”
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